
Il tema del territorio è da sempre al centro del lavoro del fotografo ticinese Giovanni Luisoni. Nato a Stabio nel 1944, figura conosciuta e amata nella regione, Luisoni indaga pazientemente da anni, attraverso il suo obbiettivo, le trasformazioni ambientali, geografiche e sociali. La sua è una ricerca che si articola tra memoria e testimonianza. Il suo nuovo progetto, intolato Sintesi, inaugura la stagione espositiva autunnale di Casa Pessina a Ligornetto.
Il vernissage è previsto sabato 7 settembre alle ore 11 e rappresenta il decimo capitolo di un ciclo che il Museo d’arte di Mendrisio ha avviato quattro anni or sono per la sede del quartiere di Ligornetto.
Sintesi si potrà visitare negli spazi di Casa Pessina a Ligornetto fino al 29 settembre ogni sabato e domenica tra le 14 e le 18 (entrata gratuita).
Il progetto espositivo – curato da Barbara Paltenghi Malacrida e dallo stesso Giovanni Luisoni – si configura come una selezione di contenuto, una Sintesi – per dirla con l’intestazione della mostra – del percorso artistico e degli interessi tematici portati avanti dal fotografo negli ultimi trent’anni di attività.
La mostra intende infatti ripercorrere i momenti più significativi della carriera artistica del fotografo e fare luce sul suo ruolo di interprete del Mendrisiotto, terra natia che l’autore conosce e ama.
“Il risveglio del dimenticato”
Attraverso la scelta di venti immagini, tutte rigorosamente in bianco e nero, l’esposizione di Casa Pessina concentra un compendio coerente di quanto verrà pubblicato nel volume che uscirà contemporaneamente dal titolo “Il risveglio del dimenticato” (Edizioni Salvioni).
Suddiviso in capitoli (che sono i riferimenti iconografici di ogni serie), per il tramite della riproduzione di oltre 200 immagini, il libro approfondisce tutti gli aspetti del territorio attraverso gli occhi di Luisoni, in un fitto discorso di rimandi tra presente e passato, modelli e stimoli, nostalgia e rinnovamento. La presentazione della nuova pubblicazione avrà luogo giovedì 12 settembre, alle 18, al centro culturale LaFilanda di Mendrisio. Le immagini scelte sono evocatrici e individuano scorci che appaiono universali.
Ogni capitolo è aperto da una poesia in dialetto di Piermario Croci e da una fotografia di altri tempi di Gino Pedroli che dialoga con le immagini contemporanee di Giovanni Luisoni il quale, a sua volta, porta avanti e approfondisce il tema introdotto dall’amico e maestro, primo documentatore della vita del distretto nella prima metà del Ventesimo secolo.
Il linguista e dialettologo Franco Lurà annota: “La fotografia ci obbliga a guardare dentro di noi, in essa ci specchiamo per confrontarci e conoscerci. In tal senso sono preziose le molte immagini di attività e di lavori che si rivelano essere, e ancora di più lo saranno in futuro, veri e propri documenti etnografici, tessere preziose del mosaico della nostra storia”.
Il Museo d’arte di Mendrisio, con questa iniziativa, dedica un omaggio doveroso a uno dei principali testimoni della realtà rurale, sociale e urbana del Mendrisiotto. Fotografo dal 1972 dapprima a Lugano, poi come indipendente, con studio a Mendrisio e Morbio, Luisoni ha collaborato con quotidiani e riviste ticinesi e d’oltre Gottardo, concentrandosi in seguito su immagini per architetti, artisti e pittori e, come detto, sulla promozione del paesaggio della regione. Ha all’attivo alcune esposizioni personali e collettive, con la pubblicazione di libri e cataloghi. Della sua opera hanno scritto vari autori tra i quali Mario Botta, Alberto Nessi, Dalmazio Ambrosioni, Gino Macconi e Graziano Papa.