Gli spazi dell’ospedale di giorno

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Il colore verde, come si vede nelle immagini, definisce i nuovi spazi che comprendono due sale endoscopiche e quattro sale risveglio, oltre a quattro postazioni per pazienti internistici e un totale di 17 letti.

Il periodo di soggiorno è limitato alle sole ore diurne nell’ambito dell’Ospedale di giorno (ODG), realtà operativa da alcune settimane al primo piano dell’Ospedale regionale di Mendrisio, che verrà inaugurata il prossimo 29 luglio. Il “day hospital” è una forma di assistenza sanitaria che risponde alle esigenze di presa a carico di pazienti che non richiedono un ricovero ordinario, ma che possono essere eseguite in modalità ambulatoriale. Il ricovero non contempla dunque il pernottamento e consente al paziente di rientrare a casa propria al termine dei trattamenti necessari.
L’ODG si situa a fianco del blocco operatorio dell’OBV e si inserisce in una visione progettuale legata al concetto di ospedale di prossimità.
l’Informatore ne parla con il direttore dell’Ospedale regionale di Mendrisio Pierluigi Lurà e con il dr. med. Ken Galetti, direttore sanitario della struttura.
La realizzazione del nuovo Ospedale di giorno ha comportato un investimento di 4 milioni di franchi, come afferma il direttore Pierluigi Lurà, rilevando che il reparto risponde in modo concreto alla necessità di contenere i costi sanitari, anticipando quelli che saranno gli indirizzi dopo l’introduzione di EFAS. Approvata in votazione lo scorso mese di novembre, la riforma del sistema sanitario svizzero, stando alla pianificazione prevista, entrerà in vigore nel 2028, unificando il finanziamento delle cure, sia ambulatoriali, sia nosocomiali.

Razionalizzare i processi
Caratterizzati dal colore verde delle pareti che li distingue, i nuovi spazi all’interno dell’OBV di Mendrisio rispondono ai bisogni di comfort dei pazienti e sono funzionali all’organizzazione del lavoro. L’allestimento ha comportato una significativa opera di ristrutturazione del piano nell’ottica di snellire e migliorare le procedure di presa in carico del paziente chirurgico ambulatoriale. Come sottolinea il dr. med. Ken Galetti, la prossimità al blocco operatorio consente di razionalizzare il processo di ammissione e dimissione. La concezione dell’ODG garantisce un approccio dinamico, nel rispetto del benessere di chi viene accolto.
Il numero di interventi chirurgici effettuati in “day hospital” è in continua crescita: le cifre rendono conto di un +30% dal 2019 al 2024. Complessivamente, in regime ambulatoriale, tenendo conto anche dell’attività internistica il numero di pazienti è salito del 61% da cinque anni a questa parte.
L’ODG offre infatti anche spazi per la gestione di trattamenti di medicina interna e terapia del dolore. In questo ambito sono state approntate due nuove sale endoscopiche moderne per l’esecuzione di esami di gastroenterologia e pneumologia e quattro sale risveglio. Vi si trovano inoltre quattro postazioni per pazienti internistici e un totale di 17 letti suddivisi in camere da due e camere singole.
Il paziente si rivolge direttamente a un unico sportello di accettazione e viene accompagnato in tutto il percorso da personale specializzato. Un punto sul quale il direttore sanitario insiste è relativo alla continuità della presa in carico che viene garantita dal medico di reparto: tramite contatto telefonico, viene verificato il corretto procedere del recupero post operatorio nelle giornate successive alla dimissione.

La casistica
La casistica – continua il dr. med. Galetti – è estremamente vasta. Per quanto riguarda la medicina, ci si basa su terapie somministrate su più tempo a pazienti che necessitano di essere supervisionati per eventuali reazioni avverse.
Per quel che concerne la chirurgia, dal 2019 esiste una lista di interventi che devono essere obbligatoriamente eseguiti in “day hospital”. Anno dopo anno vengono aggiunte nuove prestazioni (il numero attuale è pari a 18). Guardando in prospettiva, indicativamente – soggiunge il medico – tutti gli interventi che normalmente vengono eseguiti con due giorni di degenza, potranno in futuro essere effettuati in regime di “day hospital”.
Le reazioni dei pazienti sono generalmente di segno positivo. Il fatto di poter essere dimessi il giorno stesso dell’intervento, sapendo che si torna a casa in sicurezza, è un aspetto molto apprezzato. Attorno alla persona viene costruita una rete di protezione: il paziente non è in alcun caso lasciato a se stesso.
Il trattamento ambulatoriale risponde oggi a criteri di efficienza e rapidità evitando sprechi di tempo. Nella passata concezione, le prestazioni legate all’ospedale di giorno venivano erogate al quarto piano del nosocomio, quando le sale operatorie si trovano al primo. Le semplici operazioni di spostamento necessitavano di tempi più lunghi con un carico maggiore per il personale.
I vantaggi connessi all’apertura del nuovo reparto, rilevano i nostri interlocutori, sono legati a minori costi, minori rischi per i pazienti e maggiore soddisfazione. Lurà e Galetti ribadiscono la volontà di puntare sulle prestazioni ambulatoriali: una scommessa che l’OBV di Mendrisio sta portando avanti nell’ottica di rafforzare la vocazione di ospedale di prossimità per l’intera regione. “È un trend che va avanti” sottolinea ulteriormente il direttore “per il quale è imperativo non farsi trovare impreparati”. Il fatto di disporre di spazi completamente rinnovati, dotati di attrezzature all’avanguardia ed efficienti e vicini a casa rappresenta indiscutibilmente un valore aggiunto.
I medici sul territorio sono maggiormente coinvolti nella cura. Per il chirurgo – interviene – il dr. med. Galetti – c’è inevitabilmente un cambiamento culturale che deve essere assorbito nella consapevolezza che la chirurgia ambulatoriale procede con rischi accettabili e ben ponderati. Un cambiamento culturale che (cfr. box a lato) in altri Paesi – forzato magari da problematiche economiche e di spazi – è già stato affrontato; la Svizzera lo sta sviluppando in questo momento.
L’apertura del nuovo reparto non ha originato cambiamenti nel numero di personale impiegato. Sono invece state ottimizzate le risorse disponibili grazie anche alle soluzioni logistiche implementate. “Non abbiamo tolto spazi ad altri servizi” precisa Lurà. “È vero però che in chirurgia abbiamo diminuito da 42 a 35 posti letto. Questo ha portato dei benefici: è stata eliminata la camera con quattro letti e c’è una maggiore disponibilità di camere singole”.
La strategia dell’Ospedale regionale di Mendrisio fa emergere una predisposizione alla presa a carico del paziente anziano. In quest’ottica rientra, nel complesso della nuova ala, l’apertura del reparto RAMI. È stata anche ampliata di 6 letti la geriatria. La direzione che si sta imboccando attualmente, conclude il direttore, è rivolta all’ampliamento della chirurgia ambulatoriale e di corta degenza. Andando incontro a quelle che sono le esigenze della medicina moderna e dell’invecchiamento della popolazione, si sta guardando lontano, approfondendo gli aspetti riguardanti la medicina di prossimità, prestando attenzione a quelle che sono le problematiche quotidiane, senza far spostare le persone di cinquanta chilometri dal proprio domicilio.