Un viaggio nel “secolo della borghesia”

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Giovanni Boldini, Ritratto di Josephina Alvear de Errazuriz, 1913 circa, olio su tela, Collezione privata, Courtesy METS Persorsi d’Arte, Novara © METS Percorsi d’Arte

Un tuffo nel passato, nel periodo 1830-1930, tra i Complementi di moda tra uso quotidiano e identità sociale. È questo, infatti, il titolo della mostra che si inaugurerà domani, sabato 18 ottobre alle 17 alla Pinacoteca Züst di Rancate.
Come avevamo riferito nel numero speciale de l’Informatore lo scorso 19 settembre, l’esposizione (visitabile fino al 22 febbraio 2026) e curata da Elisabetta Chiodini con Mariangela Agliati Ruggia, condurrà il visitatore tra cappelli, borse, scarpe, guanti, bastoni, ombrelli, fazzoletti e ventagli. Non solo oggetti d’uso che da secoli ci accompagnano nella nostra quotidianità – evidenziano i promotori della mostra – ma che rappresentano anche elementi che “contribuiscono a definire lo status e l’appartenenza sociale degli uomini e delle donne che li indossano o che li utilizzano. Con un gioco di parole si potrebbe dire che si tratta di oggetti di classe che servono anche a segnare le differenze all’interno della società”.
I visitatori dell’allestimento potranno così cimentarsi in una moltitudine di sensazioni fra moda, raffinatezza e preziosità dei materiali di un’epoca relativamente lontana.
L’obiettivo che si propone l’esposizione è quello di “illustrare la storia e l’evoluzione di diverse tipologie di complementi di moda tra gli anni Trenta dell’Ottocento e i primi tre decenni del Novecento. Un arco di tempo che coincide in gran parte con quello che, non a caso, è stato definito il “secolo della borghesia” e che mostra come nel tempo i gusti di uomini e donne cambino velocemente: così elementi considerati per secoli “indispensabili” hanno talvolta perso un po’ del loro charme”.
Tra gli oltre 200 oggetti esposti figurano una sessantina di dipinti e sculture provenienti da collezioni pubbliche e private di autori sia di area ticinese sia italiana, tra cui si segnalano alcuni nomi celebri della storia dell’arte quali Giacomo Balla, Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, Mosè Bianchi, Eliseo Sala, Vincenzo Cabianca, Vittorio Matteo Corcos, Bernardino Pasta, Spartaco Vela, Filippo Franzoni, Adolfo Feragutti Visconti e Luigi Rossi.
Grazie alla collaborazione del Centro di dialettologia e di etnografia dello Stato e in particolare del Museo Onsernonese di Loco, un focus sarà posto anche sulla confezione di cappelli, cestini e borse di paglia, un’attività tipica della Val Onsernone, che esportava questi prodotti sui mercati lombardi e piemontesi, ma anche in Germania e in Francia.
Un’ampia sezione storica intende inoltre far rivivere anche attraverso fotografie, attrezzi di lavoro e documentazione originale, l’atmosfera che si respirava nell’ambiente della produzione e del commercio dei cappelli sul territorio ticinese, con un excursus dedicato ai più importanti negozi di moda e ai grandi magazzini attivi in quel periodo, in particolare sulla scena luganese.