
Sa.Gr.) Eccezionale. “È un unicum per il castagno”. È con questa dichiarazione che Gilberto Bossi ha segnalato alla redazione de l’Informatore che tra Morbio Inferiore e Superiore “è da tutto ottobre che un castagno è rifiorito!”.
Bossi spiega infatti come questo albero ha la sua fioritura nel mese di giugno, per poi produrre i ricci e le castagne tra settembre e ottobre. “Quel castagno invece ha i ricci nella parte inferiore, ma la cima dell’albero è completamente in fiore. Attribuisco questa eccezionalità di fioritura – sono certo che non si è mai verificato da nessuna altra parte – al clima particolare di quest’anno. Una doppia fioritura è atipica!”.
Abbiamo chiesto all’ingegnere forestale e consulente ambientale Michele Fürst, di Balerna, un parere in merito. “La doppia fioritura del castagno non l’avevo mai sentita, è una situazione anomala per le piante in generale. Il ciclo vitale degli alberi è strettamente legato alle stagioni: quando fa freddo riposano, quando fa caldo fioriscono e fruttificano. Un ottobre così caldo ha probabilmente destato questo castagno che ha reagito fisiologicamente fiorendo come a giugno! La natura si adegua, anche se questi fenomeni sono del tutto anomali per gli alberi.
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“Salviamo il castagno” è il titolo di un capitolo del mio libro (A l’umbra dal castàn) dedicato all’albur (l’albero) per eccellenza delle nostre valli, pubblicato nel 2010 con il contributo della Pro Valle di Muggio ed edito da Fontana. Eravamo all’inizio di un periodo buio per i nostri castagni, a causa dell’arrivo del cinipide (Dryocosmus Kuriphilus Yasumatsu). E così quell’albero, che per secoli aveva sfamato numerose generazioni di ticinesi e non solo (tanto da essere chiamato l’albero del pane), arrischiò di soccombere, privandoci della produzione di castagne. Negli anni a seguire dedicai molti articoli al castagno su alcuni giornali e sulla rivista Terra ticinese. Nel 2015 la svolta, con l’arrivo dell’antagonista del cinipide, il Torymus sinensis Kamijo. Negli ultimi tre anni la situazione è andata normalizzandosi per quanto riguarda l’insetto killer, ma purtroppo le selve castanili, abbandonate a se stesse negli anni Sessanta del secolo scorso, peggiorano viepiù. Mi sia concesso di segnalare un riscontro inconfutabile: i castagneti stanno morendo, sopraffatti da altre piante (betulle, frassini, carpini, agrifogli – quest’ultimi in costante aumento – cespugli vari, sterpaglie e la subdola edera che avvinghia i castagni, succhiandone la linfa vitale e determinandone la morte certa) e dall’incuria dei boschi. Ben vengano quindi le iniziative atte a ripristinare ettari di selva castanile, che si stanno progettando o concretizzando un po’ ovunque nel Ticino e Oltralpe. Leggo oggi (24.10.2018) sul Cdt che il raccolto di quest’autunno si prospetta “di qualità e quantità”. Verrebbe da dire “bene”, anche se la realtà mi porta a dissentire, parzialmente, su quanto dichiarato dai diretti interessati nel sopracitato articolo (sono a disposizione per spiegare, a chi lo desidera, i motivi di questo mio dissenso). Non è mia intenzione creare mal di pancia a qualsivoglia persona (per la verità di motivi per togliermi qualche sassolino dalle scarpe ce li avrei, in primis quello concernente l’arrivo – e la conseguente diffusione – del cinipide che colpì il nostro Cantone tra il 2010 e il 2015 – passando dal 2007 – : a buon intenditor…!) anche per non mettere in discussione il pregevole lavoro che hanno intrapreso gruppi di volonterosi (appoggiati dalle autorità di riferimento, senza dimenticare che dal 1999 è attiva in Ticino l’Associazione dei castanicoltori) al fine di recuperare e valorizzare la castagna. Purtroppo, per quanto mi concerne, non mi resta tanto tempo per i sogni e soprattutto per dei progetti concreti a medio – lungo termine. Faccio appello, di conseguenza, alle preposte autorità comunali, alle associazioni, alle persone che hanno a cuore questa problematica affinchè si intervenga a salvaguardare questo nostro patrimonio storico e colturale/culturale. Chi desidera – gratuitamente – il mio libro è pregato di rivolgersi al sottoscritto telefonando allo 091 684 11 57.
Gilberto Bossi, Caneggio