
(red.) Due punti di vista ben differenti illuminano l’inizio della seduta legislativa cittadina, lunedì 15 maggio. “Già ora a Mendrisio si vive peggio di un tempo: abbiamo svenduto la nostra terra per un po’ di soldi… chi può fugge per respirare e godere di un po’ di natura…”, ammonisce la Verde Claudia Crivelli Barella, lasciando la presidenza del Legislativo. Di segno tutt’altro che negativo, invece, le parole di chi prende il suo posto. Il nuovo presidente, parlando ai giovani, li invita ad occuparsi di politica “con l’unico scopo di migliorare e rendere più accogliente e più bella nostra città” dice Lorenzo Rusconi del gruppo Lega dei ticinesi – Udc – Indipendenti.
Non sarà, quella dei discorsi presidenziali, l’unica occasione, durante la seduta, per esprimere giudizi di valore, anche estetici, sul Magnifico Borgo. Le prime battute riguardano il centro del centro città, e quel palazzo che il popolo sovrano ha deciso di demolire in Piazza del Ponte perché giudicato brutto e inutile. Così sarà. L’unica voce decisamente contraria, quella di Massimo Cerutti, non è ascoltata: non mandiamo lì i trax finché sarà approvato un progetto definitivo, dice. È vero che, al momento del voto, la maggior parte dei consiglieri, seguendo le “opere pubbliche”, decide di cancellare dal credito di 810 mila la quota per il concorso di idee, nel timore di buttar via 160 mila fr di soldi pubblici. Di idee, infatti, ce ne sono poche in giro, fatta salva quella di non costruire nulla, sulla quale il Comitato referendario non molla di un millimetro. Ma la proposta dell’esponente liberale va ben oltre: oggi il palazzo non causa alcun costo di gestione, mentre a demolizione avvenuta – in attesa di idee – bisognerà provvedere a puntellare la soletta, impermeabilizzare, riempire il buco con uno strato di terra vegetale alto mezzo metro, seminare il prato verde, tagliare l’erba; insomma, bisognerà garantire un certo decoro con un credito che per ora non è stato allestito. Cerutti, pur partendo da motivazioni diverse, quelle economiche, arriva alla stessa conclusione del Cantone riportata sul messaggio del Municipio, pubblicato prima della votazione popolare: “il DT in considerazione della volontà del Municipio di procedere ad un concorso di idee ha preavvisato favorevolmente la licenza di demolizione, chiedendo tuttavia di attenderne l’esito, prima di procedere all’abbattimento dell’edificio”. Ma la licenza è cresciuta in giudicato e le ruspe saranno portate in piazza quanto prima; il Municipio, assicura il capo dicastero Daniele Caverzasio, sta già lavorando per contenere le difficoltà di un abbattimento in centro. In ogni caso, “lo spazio vuoto, poi, sarà inevitabile, quella situazione resterà per un po’… ma non vogliamo lasciare il vuoto per troppo tempo”.
Dezonare o no?
Legato all’estetica, al paesaggio, ai valori della città anche il confronto sulla richiesta dei Verdi di dezonare un fondo di 10 mila mq tra la zona del cimitero e San Martino, dove è indicato, tra gli attuali vigneti, il traballante progetto di abitazioni promosse dal Comune. Mozione che “ha messo in difficoltà anche noi”, ammette la Sinistra. Ma i Socialisti, infine, decidono di non sostenerla. È vero che la capacità edificatoria a Mendrisio è eccessiva, come dimostrano, cifre alla mano, i Verdi, citando le direttive federali in materia di gestione del suolo; ma bisogna pensare anche che in quel comparto specifico vi sono progetti edilizi importanti (Casali); per questo è importante un terreno pubblico con una funzione centrale nello sviluppo del quartiere, pensando per esempio a una nuova sede di scuola dell’infanzia, dicono i socialisti, parlando del loro concetto di equilibrio fra socialità e tutela dell’ambiente; e poi, aggiunge il PPD, avrebbe poco senso dezonare fondi R5 a poca distanza dalla nuova stazione di San Martino.
Il valore del verde pubblico
Dei medesimi valori, in fondo, si occupano i consiglieri quando votato il credito quadro di 1,4 mio di fr – di cui 630 mila fr di contributi cantonali e federali – per la gestione del verde pubblico e delle aree naturali e boschive (2017-2020). Il sindaco ringrazia per il “buon lavoro” fatto dal Legislativo nell’esaminare il messaggio nel quale figurano, tra gli altri, interventi di manutenzione straordinaria nel parco di Villa Argentina, non più rinviabili. Il verde in una città, si sittolinea in sala da parte dei Verdi e della Sinistra, attenua gli squilibri del costruito, potrebbe fare da leva allo sviluppo e dovrebbe diventare un obiettivo culturale che includa anche la sistemazione di aree urbane dismesse.
Tutti uomini, eppure…
Cambio di registro quando si parla del destino della mozione firmata da esponenti di tutti i partiti (prima firmataria Francoise Gehring Amato, IaS) per introdurre il bilancio di genere uomini/donne nel funzionamento del “sistema Comune”, così da integrare nell’amministrazione, ma anche nelle scelte politiche, il principio delle pari opportunità. Il concetto è accolto con l’auspicio, da parte di Francesca Luisoni, del PPD, che contribuisca a cambiare una situazione che oggi è ben diversa: “discutiamo stasera di questo tema importante davanti ad un Municipio ed un ufficio presidenziale formato tutto da uomini; l’Esecutivo, tuttavia, poteva liquidare il suo parere in poche righe; invece ha preso sul serio il bilancio di genere”. Tutte donne, comunque, coloro che intervengono nel dibattito, rileva Claudia Crivelli Barella, sottolineando infine come i 7 uomini del Municipio “l’hanno presa molto seriamente, la mozione”.