Vendemmia, i presupposti ci sono

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Il caldo di questi giorni è una manna dal cielo per i viticoltori che monitorano la maturazione dei grappoli in vista della vendemmia 2025 che, in base alle previsioni attuali, si svolgerà nel periodo “canonico”, durante la seconda metà del mese di settembre.

Il mese di giugno arroventato e il luglio fresco e piovoso hanno portato a un riequilibrio sostanziale delle condizioni. La meteo di questi giorni è valutata positivamente da chi lavora quotidianamente nei vigneti del Mendrisiotto.
Il tempo atmosferico non è tuttavia l’unico pensiero dei vitivinicoltori. Il quadro della situazione lo traccia Davide Cadenazzi, presidente di Federviti, Federazione dei viticoltori della Svizzera italiana, intervistato da l’Informatore.
La fotografia odierna spazza via il pessimismo: c’è infatti più uva sui filari rispetto a quanto ci si poteva inizialmente attendere. “Peccato – osserva il nostro interlocutore – che il momento per il settore sia un po’ delicato”. Le riflessioni concernono, in prima battuta, il calo dei consumi e la fatica a vendere il prodotto. “Io resto fiducioso: il consumatore ticinese apprezza e consuma i vini locali” afferma Cadenazzi. La situazione è più critica oltre Gottardo: in Romandia è forte infatti il rischio che l’uva rimanga sui filari, poiché le cantine sono piene. La concorrenza dei vini esteri nel mercato legato alla grande distribuzione contribuisce a rendere ancora più complessa la situazione.
Occorre anche tenere conto del cambiamento dei gusti del consumatore che tende a preferire aperitivi “mixati” con prodotti ricchi di zuccheri, coloranti, ecc. Il presidente di Federviti della Svizzera italiana mette l’accento sull’importanza di proporre prodotti qualitativamente interessanti, legati al territorio.

La tematica è di respiro non solo locale o cantonale, bensì nazionale.

Un canale di discussione
Le associazioni di categoria hanno aperto un canale di dialogo con le autorità federali, in particolare con il Dipartimento guidato dal consigliere Guy Parmelin, allo scopo di affrontare i problemi che mettono in difficoltà il settore. Gli incontri sono già in agenda e la Federazione dei viticoltori della Svizzera italiana sarà della partita.
Sono molte, del resto, le sfide che vedono il settore vitivinicolo in prima linea, a cominciare dai cambiamenti legislativi previsti per i prossimi anni, come ricorda ancora Davide Cadenazzi.
Restando in ambito cantonale, non si può non citare, la questione del “patentino” fitosanitario, ossia l’autorizzazione speciale necessaria per l’impiego di prodotti fitosanitari. Federviti si mette a disposizione, con il Servizio fitosanitario del Cantone, per l’organizzazione di corsi anche in modalità online. La sezione del Mendrisiotto, assicura il presidente, è al passo in questo specifico ambito.
Per quanto attiene all’annata in corso, la parte preponderante dei trattamenti è stata già eseguita. I viticoltori si preparano al momento della vendemmia, attendendo la completa maturazione degli acini che sarà favorita da queste giornate soleggiate. Tutto sommato, l’annata si è dispiegata senza grandi tribolazioni legate a eventi meteorologici estremi nel sud del Ticino. Nel nostro distretto i problemi cagionati da peronospora (malattia fungina che colpisce la vite) sono stati meno evidenti rispetto ad altre aree del Cantone.

Tra quantità e qualità
Le quantità previste? “Come sempre, sono difficili da stimare” continua il presidente, sottolineando che i vigneti sono molto eterogenei. In alcune zone, ad esempio, la fioritura è stata perfetta, in altre meno. I grappoli possono apparire di dimensioni più ridotte, ma di buona qualità. I presupposti per una vendemmia di qualità comunque ci sono tutti.
La Popillia japonica, il famigerato coleottero giapponese, è una realtà a cui il settore è costantemente confrontato. Dove è presente, i suoi effetti sono molti evidenti nei vigneti.
L’insetto proveniente dall’Oriente, tuttavia, non è l’unico animale al quale il viticoltore deve prestare attenzione alle nostre latitudini.

Ungulati,
le misure di protezione
La presenza degli ungulati sul territorio mette alla prova i professionisti del settore: “la pressione si fa sentire in maniera acuta quest’anno”. Anche per questi aspetti, Federviti ha aperto un canale di discussione con l’Ufficio della caccia e della pesca. “Abbiamo trovato molta disponibilità e volontà di dialogare per trovare delle soluzioni in relazione alle misure di protezione” conferma Davide Cadenazzi. La sezione di Mendrisio di Federviti sta lavorando nell’ottica di approfondire gli aspetti legali e informare i suoi associati.