Il disegno di Giuliano Vangi

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Nell’immagine: Giuliano Vangi “Donna seduta e studio di testa”. Femminile, 1995. Matita su tela,100 x 70 cm. Collezione dell’artista, Pesaro.

• Dal 26 maggio al 21 luglio lo Spazio Officina ospita la mostra “Giuliano Vangi: il disegno”, a cura di Marco Fagioli e Nicoletta Ossanna Cavadini con progetto di allestimento di Mario Botta. L’esposizione, che si inserisce nel filone dei maestri del XXI secolo, costituisce la prima antologica sulla carriera artistica che abbraccia otto decenni del maestro fiorentino Giuliano Vangi (Barberino di Mugello 1931- Pesaro 2024). L’artista è recentemente scomparso, dopo aver a lungo e con entusiasmo lavorato alla realizzazione di questa mostra che tratta per la prima volta in senso antologico il tema del disegno dal 1944 al 2024.
L’esposizione è incentrata in particolare sullo studio del disegno e della rappresentazione figurativa volta alla realizzazione dell’opera scultorea. In mostra allo Spazio Officina saranno esposti quasi duecento disegni di studio, a matita e china con biacca e acquarellature, oltre che acqueforti, di piccolo e grande formato, nonché due sculture, di cui l’ultimo bronzetto – Uomo che urla – realizzato proprio nei primi mesi del 2024. In particolare in questa mostra antologica sarà esposta una selezione della sua produzione grafica a partire dal 1944, anno in cui iniziò ad eseguire i disegni accademici, fino ad arrivare al 2024 con opere di grande valore emozionale: complessivamente otto intensi decenni di attività artistica, il che costituisce una prima a livello espositivo.
L’artista elabora ed esprime i suoi sentimenti ed impressioni usando il mezzo primario fra pensiero ed esecuzione, ossia il disegno, che a sua volta si trasforma alla fine del processo creativo in scultura. La forza creativa di Vangi lo porta anche alla sperimentazione di diverse tecniche grafiche dell’incisione, tra cui l’acquaforte, il bulino, l’acquatinta e la puntasecca; tecnica – quella dell’incisione – sperimentata come modo ideale del suo fare, richiamando l’importanza della tradizione e affermando che la sua ricerca oscilla costantemente tra memoria e modernità. Il segno o grapheion, come atto creativo e originale, lo induce a ridisegnare e a rielaborare uno stesso tema più volte, poiché la sua grafica esprime tutta la poetica dell’artista. Per arrivare a sviluppare la propria arte, Vangi attinge direttamente dal vero, ispirandosi al soggetto “uomo” in tutte le sue declinazioni dei sentimenti dell’anima, attraverso il segno è quindi in grado di trasmettere il suo codice intellettuale di grande levatura.
Una sezione distaccata della mostra si trova presso il Centro seminariale Villa Pontiggia a Breganzona: nel parco sono presenti due sculture di Vangi (Persona, 2003 e Parallelepipedo rosso, 2010), mentre nel padiglione ligneo disegnato da Mario Botta viene collocata per l’occasione la scultura in acciaio Jolanda 2022. Questa sede della mostra sarà visitabile solo su iscrizione, ogni sabato mattina durante i 2 mesi di apertura della mostra. Viene così messo in evidenza da un lato il rapporto con il territorio, dall’altro l’amicizia professionale che lega Mario Botta a Giuliano Vangi.
Il catalogo presenta un ricco apparato con tutte le immagini delle opere in mostra, i saggi dei co-curatori Marco Fagioli e Nicoletta Ossanna, e un’intervista all’architetto Mario Botta. Negli apparati vi è la biografia, una bibliografia specifica, l’elenco delle mostre (Edizioni Silvana Editoriale, 24×24, italiano e inglese, pp. 304, CHF/Euro 38.-)
L’esposizione vanta la sinergia con il Comune di Pesaro, quest’anno Capitale italiana della cultura, dove Giuliano Vangi viveva e dove si trova il suo Atelier. L’esposizione è resa possibile grazie al Dicastero Attività culturali del Comune di Chiasso, con il sostegno della Repubblica e Cantone Ticino e di AGE SA, con il contributo dell’Associazione amici del m.a.x. museo (aamm) e (per la conferenza) del Circolo “Cultura, insieme” Chiasso.

Sabato 25 maggio alle 18 al Cinema Teatro si terrà l’inaugurazione ufficiale con il sindaco Bruno Arrigoni, con lo storico e critico d’arte e co-curatore Marco Fagioli, con la direttrice del m.a.x. museo e Spazio Officina e co-curatrice Nicoletta Ossanna Cavadini, con l’architetto Mario Botta e con Marco Zardi del Centro Seminariale di Villa Pontiggia. Seguirà aperitivo allo Spazio Officina. L’esposizione si potrà visitare da martedì a domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18 (aperture speciali: giovedì 30 maggio e sabato 29 giugno).