La viticoltura che guarda oltre

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Promuovere la viticoltura rispettosa dell’ambiente e curare gli interessi generali dei viticoltori. Si muove lungo questi due principali assi l’attività di Federviti, la Federazione dei viticoltori ticinesi.
La nascita della sezione di Mendrisio risale al lontano 1948, ma il fattore anagrafico non deve confondere. L’assemblea svoltasi a Coldrerio, che ha eletto Michele Piffaretti quale nuovo presidente, ha rivelato la vivacità di una realtà che fa sempre più spazio alle nuove generazioni. Oggi gli aderenti sono 187, ma l’obiettivo è quello di ampliare ulteriormente la base. l’Informatore ne ha parlato con il presidente cantonale di Federviti Davide Cadenazzi che fino allo scorso mese di marzo ha condotto la sezione momò.

Il Ticino è la quarta regione vitivinicola della Svizzera per estensione con i suoi 1163 ettari di superficie vignata. A livello distrettuale sono attualmente 440 gli ettari coltivati a vigna. La parte del leone la fa il Merlot, di cui una quota, con successo, viene vinificata in bianco.
“Nel comitato di Mendrisio – esordisce Cadenazzi – vi è una grande attività, grazie anche all’inserimento di giovani viticoltori che portano nuove idee e spunti interessanti in seno alla Federazione”.
Federviti organizza con regolarità corsi di formazione continua “ciò che significa anche informazione relativamente a temi di attualità”. Ad esempio su come affrontare le problematiche legate alla diffusione della popillia japonica, il coleottero giapponese che “adesso ci fa un po’ paura”, oppure le tematiche connesse prettamente alla stagione come la peronospora che è ricomparsa con una certa virulenza, senza dimenticare tutti gli argomenti di politica agricola.
Federviti svolge anche l’importante funzione di associazione di categoria, curando gli interessi dei soci a 360 gradi. I soci sono rappresentati, ad esempio, in seno all’Unione Contadini Ticinesi, all’Unione Svizzera dei Contadini, alla Federazione Svizzera dei Viticoltori: gremi importanti dove viene posta l’attenzione su temi che escono dai Parlamenti cantonali e federale.
Durante l’ultima sessione delle Camere, l’8 marzo – ricorda il presidente – è stato approvato un pacchetto riservato alla viticoltura, con 9 milioni di franchi destinati al sostegno dei vini svizzeri. Il Parlamento federale – continua – ha deciso anche l’istituzione della riserva climatica, legata alla costituzione di una scorta di vino “che rimane immobilizzata, ma che in tempi grami, dove la produzione risulta compromessa o molto ridotta, può essere sbloccata allo scopo di evitare di perdere parti di mercato”.

Dalle sezioni
all’organo cantonale
Se parliamo di sezione di Mendrisio, il focus è certamente, come detto, sulla formazione continua, ma anche su tutte quelle attività volte a sostenere il lavoro del comitato cantonale. Il presidente sezionale discute con i propri membri, al fine di raccogliere le istanze e portarle all’attenzione dell’organo ticinese.

Le sfide attuali
Per quanto riguarda Federviti – afferma Davide Cadenazzi – la sfida attuale è quella di mantenere il prezzo delle uve in base a canoni di sostenibilità. L’anno scorso “abbiamo registrato un aumento da 4.15 a 4.20, così come una scala separata per la produzione di Merlot in bianco, favorendo in questo caso il prezzo in favore della quantità”.
Un altro ambito di lavoro vede impegnata la Federazione nell’evitare l’erosione di soci; parallelamente si vorrebbe anche aumentare l’autofinanziamento. L’idea è quella di stimolare l’interesse di quei viticoltori che, finora, non hanno preso in considerazione l’opportunità di associarsi a Federviti.
L’accento è posto sulla necessità di consolidare la forza contrattuale di chi lavora nel settore: Federviti – ribadisce il nostro interlocutore – è e rimane un’associazione di categoria. “Certe decisioni che vengono adottate attraverso Federviti vanno poi a beneficio di tutti i viticoltori”.
L’attività svolta è anche quella di lobbying, mantenendo un dialogo aperto con il mondo politico, con i Consigli comunali, con il Gran Consiglio.

La ricerca scientifica
La ricerca scientifica è un capitolo essenziale dell’attività di Federviti. Cadenazzi accende i riflettori sui contatti con Agroscope, con il Servizio fitosanitario cantonale “e – dice – ci avvaliamo anche della consulenza della Sezione agricoltura: il rapporto è stretto, di scambio continuo. Abbiamo la fortuna di poter lavorare con persone che vantano una preparazione eccellente”. Federviti ha pure rapporti significativi con il Centro del Verde di Mezzana dove spesso organizza i propri corsi di formazione.

Sostenibilità sotto la lente
L’implementazione del progetto ViSo (Viticoltura Sostenibile Ticino) è capitale per tutto il settore. “Si valutano tematiche legate alla sostenibilità con un coinvolgimento di innovazioni che possono essere tecniche, di nuovi vitigni o di nuove strategie fitosanitarie. Si va a centrare tutto quello che è il discorso sulla biodiversità, sulla riduzione dei prodotti fitosanitari, sul miglioramento delle tecniche di produzione. Il concetto è quello dell’impatto globale della viticoltura sull’ambiente” spiega Cadenazzi, sottolineando che chi opera in ambito agricolo è confrontato con delle regolamentazioni che impongono di tenere conto di questo contesto. Un esempio? Nel mese di maggio, sono previsti i controlli dei turbodiffusori (polverizzatori di trattamenti): il Cantone dà la certificazione del superato collaudo.
Nel novero rientra poi la gestione di neofite e di neobiota e si discutono tutte le pratiche colturali. In merito all’apparizione di insetti fino a poco tempo fa pressoché sconosciuti, la nostra regione – al fronte per posizionamento geografico – svolge un lavoro pionieristico, di grande valore per tutto il Paese.
Federviti parla spesso di sostenibilità, tema che è trasversale a tutta l’attività.

Gestione del territorio
La viticoltura svolge una serie di servizi essenziali a favore della popolazione. “Innanzitutto – rileva il presidente – garantisce un territorio coltivato, come del resto tutto il settore primario. Dà inoltre una strutturazione al paesaggio. C’è anche una ricaduta sul know how del territorio. Non dimentichiamo che a livello vitivinicolo, il Mendrisiotto è il distretto che produce di più sul piano ticinese”.
La viticoltura è anche un attrattore turistico per la regione, tenendo conto di quanto ruota attorno al lavoro del viticoltore: ci sono la vinificazione, i vini pregiati, le cantine, l’enoturismo…

Un lavoro di rete
È un mondo strutturato quello della viticoltura: ognuno è portatore di una propria sensibilità. Federviti è una delle famiglie rappresentate all’interno dell’Interprofessione della vite e del vino ticinese. Come accennato in precedenza, è rilevante anche la sinergia con l’Unione Contadini Ticinese. Tra i partner, Cadenazzi ricorda l’Aseta (Associazione svizzera equipaggiamento tecnico in agricoltura): la sezione ticinese si preoccupa di tutto quello che è tecnologia in ambito di agricoltura. Cadenazzi auspica anche un maggiore dialogo con l’Associazione viticoltori vinificatori ticinesi (AVVT).

La legge del mercato
Il Merlot vinificato in bianco è un prodotto che sta conquistando sempre più il mercato nazionale. “È un prodotto quasi di nicchia, che identifica la provenienza ticinese”. Per il consumatore svizzero, l’identità del Ticino rimane comunque legata all’identità del Merlot, che rappresenta per eccellenza il vigneto del sud delle Alpi. Il mercato richiede vini “facili”, snelli e fruttati da bere, ma ci sono anche vini importanti che hanno saputo confrontarsi con quella che è la realtà vitivinicola mondiale. Prodotti che si sono fatti valere al Mondiali du Merlot e al Grand Prix du Vin Suisse.
Stanno pure nascendo nuovi prodotti interessanti e performanti, asserisce il presidente, evidenziando la positiva collaborazione con l’Associazione ticinese negozianti in vino, che rappresenta le cantine che acquistano le uve. “La produzione deve seguire gli influssi del mercato: in altri termini, noi dobbiamo produrre uva, in funzione di quale vino vogliamo offrire sul mercato”. Aspetti, questi, che magari fino a una ventina di anni fa non erano così valorizzati.