La storia del jazz a Como, in un volume edito da Carlo Pozzoni e di cui è autore Alessandro Zanoli. Sarà presentato questa domenica 10 marzo alle 15 al Foyer Cinema Teatro di Chiasso. Seguirà un concerto della New Azzan Big Band.
Bruno Festorazzi ha sulla parete del suo salotto una fotografia che gli è molto cara. È appesa proprio a fianco della grande libreria in cui conserva i dischi della sua collezione. Lo scatto in bianco e nero immortala due soldati afroamericani su una jeep dell’esercito USA, fermi davanti al portale del Duomo di Como. A fianco dei due Marines sorridenti un gruppo di ragazzini comaschi, gioiosi e entusiasti per l’entrata in città delle truppe alleate: la fine della Seconda guerra mondiale. Quei ragazzini erano cari amici di Festorazzi e, come lui, insieme all’ebbrezza della nuova epoca di pace, hanno sicuramente imparato a conoscere e ad apprezzare la popolare colonna sonora di quel momento storico: il jazz.
In realtà il jazz era presente a Como da diverso tempo. Già negli anni ‘30 risuonava negli intrattenimenti organizzati in alberghi e caffè della regione. Era una musica da ballo alla moda e serviva ad allietare le serate di turisti e villeggianti. Il jazz aveva poi creato attorno a sé schiere di giovani appassionati. Fin dal 1947 era nato infatti a Como un «Jazz Club», la cui attività è proseguita, con alterne fortune ma sempre con grande entusiasmo, fino ai giorni nostri.
Proprio grazie alla passione di Festorazzi è rimasta conservata fino ad oggi una ricchissima documentazione sul jazz a Como e sull’attività del Jazz Club di Como. Il giornalista e “cronista di jazz” Alessandro Zanoli, riprendendo un’idea del suo collega Andrea Cavalcanti, si è messo al lavoro cercando di riordinare numerosi faldoni, traboccanti di fotografie, locandine, ritagli di giornale. Oltre a questo, ha consultato gli archivi dei quotidiani, ha interpellato musicisti e soci del Jazz Club Como, cercando di ricostruire il profilo di questo sodalizio, la cui attività ha contribuito a portare nella città su Lario alcuni tra i maggiori interpreti nazionali e internazionali; ma che, fin dall’inizio, ha anche voluto valorizzare il vivaio dei musicisti locali. Dalla ricerca esce un ritratto inedito, che disegna in modo estremamente lusinghiero l’apporto volontaristico portato da un gruppo di eroici appassionati alla fisionomia culturale della loro città e della loro regione. Il libro – dal titolo “Jazz a Como. Storia di una musica, di una città e di un Club” – è corredato da varie foto storiche e da moltissime locandine che registrano i vari momenti dell’attività del Club.