“Io credo che i mori possano benissimo sfilare con il volto dipinto. Non mi pare che sia offensivo. Nelle processioni bisogna rispettare la tradizione e non introdurre delle modifiche” commenta lo storico di Mendrisio, Flavio Medici, che negli anni è stato autore di numerosi contributi e testi storici sul tema di questa tradizione vivente. A Mendrisio in queste ore si parla molto della scelta degli organizzatori delle sfilate patrimonio UNESCO di rinunciare al trucco facciale dei “mori” per adattarsi all’evolvere della società e della sensibilità. “Capisco la volontà di rispettare le popolazioni di colore – annota il professore Medici – ma francamente mi sembra un’esagerazione ed ho anche pensato al fatto che sfilano molte persone che impersonano gli ebrei e siamo nel pieno di una guerra che coinvolge proprio quelle popolazioni…”. Già e chissà quanti altri aspetti della Funziun di Giüdee potrebbero urtare la sensibilità delle persone (come qualcuno si è divertito a segnalare sui social).
Le processioni storiche di Mendrisio d’altra parte – aggiunge il nostro interlocutore – presentano anche delle incongruenze come ad esempio il fatto che Ponzio Pilato (che era un funzionario romano), se non erro sfila in costume ebraico. “Da sempre è così, e cioè che i mori sfilano con il volto dipinto. Probabilmente nel passato usavano il carbone per truccarli. Non si conosce esattamente l’anno delle prime processioni ma sappiamo che nel 1898 si è festeggiato il Centenario, tuttavia le sfilate esistevano già molto prima. Si parla di 400 anni fa ma non ci sono documenti certi sulle origini”. A Mendrisio comunque la decisione è stata presa e c’è chi è contrario anche fra gli organizzatori.
Sul tema “rovente” è già stata inviata un’interrogazione al Municipio di Mendrisio dal fronte della Lega. I due consiglieri comunali Massimiliano Robbiani e Simona Rossini titolano “Ma davvero si vogliono snaturare le Processioni Storiche?” Robbiani e Rossini si chiedono se il Municipio sia a favore di questa decisione.