La forza evocativa dei fiori rosa

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La Tamaya

Con questo racconto, riprendiamo il filo dei contributi di Giuseppe Valli per i lettori de l’Informatore. Questa volta, ci parla di come i fiori – in questo caso rosa – possano riprodursi con disarmante facilità e diventare dono per gli altri e ricordo profondo di persone care.

Ricordo nitidamente dove l’ho vista per la prima volta: fiorista in zona Sant’Antonio a Locarno. Da lì passavo per raggiungere una pasticceria. Agli inizi di carriera, infatti, mandavo i miei pezzi all’Eco di Locarno e un giretto in redazione era d’obbligo. Seguiva poi un passaggio dalla Franca, un mito nell’ambiente, perché professionalmente aveva esordito come giornalista prima di cedere al fascino di un pasticciere. Una volta non mi sono limitato ai dolci squisiti e ai pani croccanti, ma vista una piantina in piena fioritura me la sono regalata gioiosamente. Da allora sono passati non pochi anni, a Locarno vado molto più saltuariamente, la bottega della fiorista non l’ho più frequentata ma la tamaya è ancora regina in casa Valli. Ho avuto la fortuna di godere di più generazioni di begonia corallina, questa la terminologia più precisa. Si riproduce con disarmante facilità: basta staccare un rametto, metterlo in acqua, aspettare che si generi un filamento bianco ed ecco una nuova vita partire. Sono stato un riproduttore seriale: avevo uno spazio ideale in aula. Ricordo che agli allievi interessati donavo un rametto e ciò portava alla rallegrante moltiplicazione floreale. In questi grigi giorni di inizio gennaio fiorellini rosa, discendenti diretti, tonificano vista e cuore in una rientranza della finestra, aprendo uno squarcio di luce corallina su ricordi felici.
C’è però ancora qualcosa di rosa in casa Valli. La rosa dell’Elvezio e della Mimi. Abitavano proprio di fronte a noi. Erano anziani e ne avevano una meravigliosa nel giardinetto che mi fermavo sempre ad ammirare. Elvezio mi ricordava che l’aveva comprata da un catalogo e poi era attecchita splendidamente al punto da suscitare l’ammirazione di tutto il quartiere. È stato il giardiniere di fiducia il primo a riprodurla, dopo di lui una badante rumena dal miracoloso pollice verde l’ha moltiplicata nel quartiere. Regala da anni fioriture vigorose in primavera, poi come se avesse smaltito l’energia iniziale, risparmia le forze fino a sfidare la barriera dell’inverno. Quest’anno è arrivata oltre all’Epifania con alcuni boccioli ancora stoicamente in bella vista. È elisir di lunga vita. Sopravvive a chi l’ha messa al mondo e ne perpetua il ricordo.