Un caffè con il medico: la proposta è per tutti

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Il team dei medici presenti martedì al Café Med a Lugano.

“Buongiorno signora, benvenuta fra noi. Le chiedo gentilmente di dirmi per che tipo di problema è venuta, così da poterla far parlare con il medico competente”. Sono questi i toni cortesi con i quali ci accoglie uno dei medici riuniti martedì pomeriggio al Ristorante Pestalozzi di Lugano, prima di accorgersi che siamo in visita per l’Informatore e non per preoccupazioni sanitarie. “La nostra è una proposta easy” spiegano i dottori in pensione che animano il Café Med del Ticino che si svolge – come detto – al “Pestalozzi” ogni terzo martedì del mese dalle 14.30 alle 16.30. È aperto a tutta la popolazione del Cantone (da Chiasso al Sopraceneri) e partecipare non costa nulla. Neppure occorre prenotarsi. Semplicemente ci si presenta all’incontro che si svolge in un ambito rilassato, bevendo un caffè o un té insieme al bar. Ma di che si tratta esattamente? Café Med è l’iniziativa di un gruppo di medici generalisti e specialisti “giovani pensionati” che sono stati operativi nelle istituzioni sanitarie ticinesi. Sono volti noti nel Cantone e si mettono a disposizione di cittadini e loro familiari per ascoltare e discutere i loro dubbi su proposte terapeutiche o problemi medici in generale. I medici che partecipano a questa iniziativa sono una decina e li troviamo raccolti in un tavolo a parlare. Si intuisce che sono in sintonia. Una signora entra e viene accolta da una dottoressa in un tavolo in disparte. Parlano a lungo. Arrivano altre due donne e si accomodano con un medico in un altro tavolo. Ci si concentra sull’ascolto e si possono fare quelle domande che spesso non si osa porre perché può succedere che nello “stress” dello studio medico non ci sia lo spazio o il tempo sufficiente. Alle spalle di questa proposta vi è l’akademie menschen medizin (amm) che tradotto in italiano suona “Accademia di Medicina Umana”. Si tratta di un’associazione senza scopo di lucro, indipendente sia dal lato politico, che finanziario e religioso. Vive di donazioni ed è la continuazione del modello della “medicina umana” che è stata istituita in un ospedale svizzero dal 1991 al 2012. Mira a stabilire i principi del modello di medicina umana nell’assistenza sanitaria svizzera. Un modello che include un processo di trattamento medico individuale e interprofessionale che incorpora intuizioni che provengono dalla psicoterapia, dalla filosofia, dall’etica e dall’arte. Ma torniamo a Lugano. “Questo è il quinto evento che proponiamo in Ticino” spiega il dottor Hans Neuenschwander, sottolineando che l’iniziativa è nata prima del Covid (negli anni 2016-2017) a Zurigo ed è poi stata seguita da altre antenne nel resto della Svizzera tedesca dove funziona bene. Nulla di fatto in Svizzera francese mentre in Ticino la formula del Café Med ha preso piede per la prima volta nel mese di maggio del 2023.

A che punto siete?
“In Ticino, per ora si vedono ogni volta dalle 2 alle 15 persone che vi fanno capo. Per noi già 4 o 5 arrivi è un successo”.

Che cosa non è questa proposta?
“Non è una consultazione perché andrebbe in concorrenza con le strutture sanitarie e non è neppure una seconda opinione medica”.

Invece che cosa è?
“Facciamo un esempio: una persona è confrontata a una diagnosi e le viene proposto un ventaglio di possibilità per far fronte alla situazione. Si sente sopraffatta e smarrita e viene a chiedere cosa fare. Noi per prima cosa ascoltiamo e poi tentiamo di capire quale sia il reale bisogno della persona che abbiamo di fronte. La aiutiamo a poter fare le domande giuste al proprio medico in base ai propri bisogni per avere poi una proposta secondo la persona e non solo secondo la patologia. A volte, il fatto di poter scegliere può essere un peso. C’è chi per strato sociale o per cultura non è abituato a scegliere. In altri casi, la persona si è rivolta a diversi medici e si sente confusa, oppure soffre di più malattie e quindi l’intervento da definire è complesso”.
Secondo voi rimane dunque fondamentale la figura del medico di famiglia che conosce bene i pazienti ed è il primo punto di riferimento?
“Certo, oggi più che mai! – esclama il medico – Il ruolino di marcia negli studi medici e nei nuovi centri medici è fitto… ma lo era già quando lavoravamo noi. La differenza, forse, sta nel fatto che oggi esistono possibilità di esami diagnostici per rilevare praticamente ogni malattia o disturbo e questi mezzi vengono utilizzati in grande abbondanza. Come dire? Il medico bravo conosce la storia naturale delle malattie e cioè come evolvono se non vengono curate. Ora a volte non la si conosce più, perché si interviene prima. Ad esempio, abbiamo disimparato ad usare il fattore “tempo” per curare alcuni disturbi”.
A livello pratico come è impostato il colloquio qui al bar?
“Va detto che non produciamo documentazione e la persona che viene può mantenere l’anonimato. Al termine dell’incontro, firma una dichiarazione con la quale noi decliniamo ogni responsabilità sulle sue scelte”.

Che fasce d’età vi contattano?
“Sono per lo più donne e… dai cinquanta in su. Ascolto e fiducia sembrano due parole-chiave in questo discorso. Qui la gente è contenta per il tempo dedicato e l’ascolto”.

Cosa volete dire a chi vive in Ticino?
“Venite! Anche solo per sentirvi dire che abbiamo l’impressione che siete curati bene, per avere delle conferme”.