Come dialogano le opere d’arte con i materiali d’archivio? Cosa raccontano le immagini del passato e quelle del presente? Questi e altri interrogativi saranno al centro dell’incontro in programma domenica 14 gennaio alle 17 a Casa Pessina di Ligornetto a margine della mostra di Aline d’Auria Se chiudo gli occhi vedo la montagna. Ospiti del pomeriggio, accanto all’artista, saranno la storica Silva Semadeni e l’esperta di fotografia Elisa Medde. Le relatrici dialogheranno attorno al ruolo che la fotografia assume all’interno delle ricerche che conducono nelle loro rispettive professioni.
Partendo dalle immagini e dai materiali contenuti nell’archivio della sua famiglia materna, Aline d’Auria ha sviluppato una riflessione sui rapporti di potere insiti in ogni nucleo familiare, fulcro del progetto espositivo allestito a Casa Pessina (la mostra sarà aperta fino al 21 gennaio). Allo stesso modo, Silva Semadeni ha dato vita a un importante progetto di ricerca sulla vita di tre generazioni di donne poschiavine vissute tra Otto e Novecento, prendendo spunto da un ritratto fotografico di cinque donne scoperto ancora bambina a casa della sua bisnonna.
Il dialogo tra Semadeni e d’Auria sarà arricchito dal contributo di Elisa Medde, autrice del saggio incluso nel catalogo della mostra, esperta di fotografia e docente all’ECAL di Losanna. Profonda conoscitrice del panorama artistico contemporaneo, Medde si interessa in particolare alla relazione tra immagine, comunicazione e potere e recentemente si è occupata del ruolo che la raffigurazione e la rappresentazione, le vite dei singoli e delle collettività, assumono nella produzione fotografica contemporanea.
L’incontro sarà moderato da Francesca Bernasconi, curatrice della mostra e collaboratrice scientifica del Museo d’arte di Mendrisio. “L’immagine che apre e chiude il percorso espositivo – annota – è quella del massiccio del Piz da la Margna che sovrasta il villaggio di Sils, teatro di alcune delle vicende che hanno ispirato l’artista. Il profilo di questa montagna ricorre in numerose fotografie di varie epoche esposte nelle teche e in alcuni fotogrammi del video, dove sembra fondersi con i profili dei corpi in movimento. Come sovente accade nei lavori di Aline d’Auria, i luoghi non fanno semplicemente da sfondo alla narrazione di una storia, ma divengono essi stessi parte integrante del racconto, specchi e amplificatori di complesse realtà interiori”.
L’ingresso all’incontro è gratuito e la mostra può essere visitata a partire dalle 14.