
Non la posa della prima pietra, bensì – e non poteva essere altrimenti – quella della prima bottiglia d’acqua potabile. Così, alla presenza di sindaci e municipali del distretto, martedì ha avuto luogo a Riva San Vitale la cerimonia di apertura ufficiale del cantiere per la costruzione della nuova stazione di potabilizzazione dell’Acquedotto regionale del Mendrisiotto (ARM) che capterà l’acqua dal lago a partire dalla fine del 2026.
Ad aprire lo storico e atteso evento, sul sedime in zona Ai Ronchi, che vede il lago Ceresio a pochi metri di distanza, oltre la strada cantonale che conduce a Brusino, il sindaco di Riva San Vitale Antonio Guidali: “Dopo un’attesa di decenni ci vediamo in un momento in cui le difficoltà di approvvigionamento idrico, accentuate nelle ultime estati, ci dicono dell’importanza dell’acqua. Occorre rispettare questo bene prezioso. Il nostro Comune ha voluto fare la sua parte con questo progetto e auspica che si inserirà in modo armonioso nel paesaggio. L’acqua è vita e siamo pronti a dimostrarlo”.
La parola è poi passata a Marco Romano, presidente del Consorzio dell’ARM, il quale ha passato in rassegna le principali date che hanno segnato un lungo parto.
“L’acqua è vita. Una frase che tutti abbiamo pronunciato almeno una volta. Si pensa a qualcosa di concreto, che in alcune regioni è completamente assente, e in altre è motivo di guerra, mentre da noi ha comportato una discussione regionale. L’acqua diventerà l’essenza della vita e garantirà il 60% dell’approvvigionamento idrico nel Mendrisiotto. L’iter di questo processo è stato lungo. La prima data è quella del 1975, con il primo mandato ottenuto dal compianto ingegner Malfanti per la realizzazione di uno studio di massima, grazie al quale si prevedeva che nel giro di un decennio si sarebbe realizzato il progetto. Solo nel 1990 è giunto il mandato di progettazione dell’acquedotto (33 anni fa) con l’idea di una fonte dal lago. Il 1997 segna invece, da parte dell’allora Municipio di Riva San Vitale, la prima licenza edilizia assegnata per la stazione di potabilizzazione. E 26 anni dopo, eccoci all’oggi”. Romano ha sottolineato che “il progetto è stato tessuto con i Comuni, attraverso un tempo politico che ha costruito consenso e che ha evidenziato una necessità impellente: nel momento di massimi consumi l’acqua non è infatti sufficiente per coprire il fabbisogno”.
È poi seguita l’approvazione da parte di tutti i Consigli comunali dei Comuni riuniti in Consorzio. Ora si guarda a “un approvvigionamento moderno con la captazione dell’acqua dal lago Ceresio. Il progetto poggia sul Piano cantonale. Oggi – ha osservato Romano – si sente chiedere “ma andremo a bere l’acqua del lago?”, quando già attualmente è quanto avviene in Svizzera nella misura del 20%”.
Il presidente del Consorzio ha inoltre evidenziato che il nuovo stabile di approvvigionamento idrico sarà Minergie e costruito a due linee di produzione, così da garantire la massima efficacia. Romano ha poi lodato il proficuo dialogo avvenuto tra il Consorzio e il Comune di Riva San Vitale che ha messo a disposizione una “zona pregiata” e “si sono trovate soluzioni in sintonia con il paesaggio”. È stato scongiurato, in tal senso, l’inoltro di ricorsi.
Il cantiere durerà tre anni. Meta: giungere a fine 2026 con la messa in esercizio dell’impianto. Romano ha spiegato che per un anno, in prossimità del sedime in cui sorgerà la stazione, è stata testata la potabilizzazione a lago. “Quello di oggi è un momento chiave. Nel corso di quasi 50 anni sono stati molti gli attori che si sono adoperati per questo traguardo ed è l’ora dei grazie per un progetto che, con l’adesione anche del Comune di Val Mara, diventerà di portata sovra-regionale”.
Alla cerimonia è intervenuto anche Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio, che ha osservato: “Sentir parlare di 48 anni di gestazione è un pochino avvilente, e meno male che si tratta di un prodotto di prima necessità… Nel frattempo la qualità dell’acqua del lago, rispetto agli anni ‘70, dovrebbe anche essere migliorata”. Il consigliere di Stato ha poi spiegato che attualmente è in corso la posa di circa 7 chilometri di condotte, dal lago Ceresio a Mendrisio e da Coldrerio a Chiasso. Dell’investimento complessivo dell’acquedotto del Mendrisiotto ammontante a circa 60 milioni di franchi, 12 milioni sono a carico del Cantone (8,2 milioni già deliberati dal Gran Consiglio). Tra i punti cardine dell’intero iter, c’è la variante di Piano cantonale d’approvvigionamento idrico approntata nel 2014. E, in conclusione della cerimonia, senza indugi, Zali ha proclamato: “Diamo ufficiale avvio ai lavori per la nuova stazione di potabilizzazione”.