Hanno “unito” le campanelle delle ricreazione e condiviso lo stesso piazzale, mercoledì mattina, i docenti delle Medie di Mendrisio, dell’attiguo Liceo e della Spai, e insieme a loro i dipendenti della vicina Organizzazione Sociopsichiatrica Cantonale. E nell’unione hanno creato una folla di manifestanti, alcuni con i fischietti, altri scandendo a viva voce “Giù le mani dalla scuola”. Tutti accomunati da un’unica protesta, quella contro i tagli previsti dal Consiglio di Stato sui bilanci Preventivi 2024 del Cantone, che in serata è proseguita nella capitale, a Bellinzona richiamando alcune migliaia di dipendenti e funzionari cantonali uniti dalle medesime preoccupazioni, il disinvestimento dello Stato ai più importanti servizi a favore della società. A Mendrisio la protesta è partita dalle scuole Medie e ha visto un’immediata adesione da parte delle altre istituzioni.
Lo evidenziano in uno dei cartelloni più grandi con una semplice equazione: “- pensioni, + tagli = fine del servizio pubblico”. “Siamo qui oggi a nome di tutti i dipendenti pubblici”, dichiarano pressoché all’unisono Beatrice Malnati Poma, presidente del collegio delle Scuole Medie di Mendrisio e la sua omologa, Francesca Mariani Arcobello del Liceo cittadino, che alle 9.45 in punto si sono presentate con colleghe e colleghi e con gli operatori dell’OSC per mostrare la loro convinta opposizione alle misure di risparmio previste nel Preventivo 2024 del Canton Ticino.
La manifestazione ha una duplice valenza – spiegano le due docenti. Da un canto difendere le nostre condizioni e dall’altro opporci fermamente a tagli che significano un chiaro indebolimento della qualità della scuola e della formazione.
“Sono trent’anni che risparmiano sui nostri salari e che ci richiedono sacrifici – sottolinea Michel Petrocchi dell’OSC e membro della Rete per la Difesa delle Pensioni (ErreDiPi) che proprio nelle scorse settimane ha deciso di ricorrere al Tribunale federale contro l’utilizzo del referendum finanziario obbligatorio da parte del Gran Consiglio.
Intanto il Collegio dei docenti del Liceo di Mendrisio contro i tagli del Preventivo 2024, la cui votazione è stata posticipata al prossimo gennaio, ha messo nero su bianco i motivi della ferma opposizione all’uso delle forbici sul Servizio pubblico. Una risoluzione firmata quasi all’unanimità dei docenti: 88 favorevoli e 2 astenuti.
Pronti ad altre proteste
Il gremio dei docenti evidenzia nella missiva inviata al Consiglio di Stato: “Grande preoccupazione e sconcerto hanno suscitato le misure proposte, poiché esse indeboliscono il servizio pubblico e provocano un ulteriore netto peggioramento delle condizioni lavorative del personale statale. Nel settore educativo, per esempio, il personale docente e non docente ha un ruolo fondamentale nella formazione delle nuove generazioni e andrebbe fatto ogni sforzo per garantire una scuola di qualità, che non può prescindere da condizioni di lavoro attrattive per i dipendenti”.
“Il Collegio docenti del Liceo cantonale di Mendrisio dichiara pertanto il suo pieno sostegno alla manifestazione indetta per il prossimo 22 novembre (l’altroieri, mercoledì, ndr.) organizzata dai sindacati OCST, SIT E VPOD e appoggiata dall’associazione ErreDiPi: partecipare a questa iniziativa è importante perché è necessario esprimersi collettivamente contro misure che ledono la professionalità di chi opera nella scuola e in tutto il settore pubblico e che corrono il rischio, per quanto riguarda l’istituzione, di incidere sul benessere della comunità educativa. Qualora le misure di risparmio sin qui proposte dovessero essere introdotte, il Collegio è determinato a valutare e adottare ulteriori forme di protesta. Riteniamo che la difesa dei nostri diritti e delle condizioni di lavoro nel settore pubblico sia non solo un nostro interesse personale, ma un impegno a favore di un sistema educativo sano e prezioso, come pure di una società più equa”.