Una mostra di respiro europeo – basti dire che 11 delle oltre cento opere esposte provengono dal Centre Pompidou di Parigi – si apre domani, sabato 21 ottobre (vernissage alle 18) al Museo d’arte di Mendrisio. È l’ampia retrospettiva dedicata a Roger de La Fresnaye (1885-1925), figura altisonante del cubismo tra gli anni Dieci e Venti, rimasta nell’oblio, dimenticata – dopo gli anni Cinquanta per settant’anni, mai esposto prima in Svizzera né in Italia. Il titolo della mostra è condensato in due aggettivi sostantivati: Il nobile cubista. Ma senz’altro altri aggettivi qualificano il tratto di Roger de La Fresnaye, vissuto pochissimo, quarant’anni, eppure straordinario interprete del suo tempo: raffinato, elegante. Sconosciuto, sì anche questo. E il merito della direttrice del Museo, Barbara Paltenghi Malacrida e del suo staff è di avere ora restituito la grandezza dell’artista in una occasione unica, riunendo cronologicamente una moltitudine di opere tra le più rappresentative della sua intensa produzione e carriera, ottenendone i numerosi prestiti dai maggiori musei del mondo.
Evidenzia la direttrice e curatrice della mostra: “De La Fresnaye era un nobile, aristocratico, cresciuto in un ambiente conservatore e molto rigido. Si potrebbe dire che la sua nobiltà, in quegli anni, gli è stata più di ostacolo che di aiuto, anche se, essendo ricco, non doveva preoccuparsi di vendere le sue opere e ha potuto viaggiare tantissimo in tutt’Europa e vivere in una Parigi cosmopolita dell’arte. È stato allievo dei discepoli di Gauguin, Maurice Denis e Paul Sérusier, i fondatori dei Nabis (gruppo di artisti parigini dell’avanguardia post-impressionista, ndr), e lì ha avuto una specie di folgorazione. Nella pittura dell’artista francese il cubismo è espresso in tutte le sue numerose forme e gli deriva dalla sua frequentazione dell’atelier di uno dei fratelli Duchamp, Villon, dove nasce il cubismo”. Una corrente artistica cui rimane fedele dal 1911 allo scoppio della Prima guerra mondiale. “Bisogna premettere – sottolinea Barbara Paltenghi Malacrida – che il cubismo è uno di quei movimenti, a differenza dell’impressionismo, che è sempre stato ridotto a soli due nomi, Picasso e Braque. Viene a torto insegnato e standardizzato così, quando invece il cubismo è stato molto altro: uno stato d’animo, un’estetica. Esisteva un’architettura, un design, una musica cubista”.
La mostra di Mendrisio rappresenta uno straordinario affresco della produzione dell’artista francese: con un ordine cronologico e meticoloso sono esposti dipinti (imperdibile, quello fortemente cubista intitolato La vie coniugale), sculture, disegni, illustrazioni, importanti pubblicazioni originali e documenti, riuniti in sale tematiche; paesaggi, le nature morte e i ritratti. Dagli esordi di derivazione simbolista e nabis, alla variegatissima produzione cubista che, grazie alle sue linee leggibili e morbide, lo distinguono dalle coeve produzioni di Picasso, Braque o Gris. L’esposizione colloca magnificamente la versatilità espressiva considerata unanimemente fuori dal comune di Roger de La Fresnaye, figura che nella sua breve ma intensa esperienza terrena ha saputo cogliere e farsi interprete di una moltitudine di stili e correnti del suo straordinario tempo, fino alla cesura netta provocata dalla Grande Guerra – che lo ha visto arruolarsi e a interrompere la sua attività pittorica, ad eccezione di alcuni disegni “dal fronte”, alcuni dei quali in mostra – e all’inesorabile malattia, la tubercolosi che lo ha costretto in agonia passare da un sanatorio all’altro, fino alla sua morte nel 1925.
Ma un ulteriore e notevole approdo sull’artista francese è rappresentato dal catalogo che accompagna la mostra, edito dal Museo d’arte di Mendrisio e prima opera in lingua italiana pubblicata su de La Fresnaye.
La monografia tratteggia la fortuna critica dell’artista francese e si arricchisce di saggi e spunti di ricerca a firma di grandi esperti del pittore e critici dell’arte: Michel Charzat; Federico De Melis; Françoise Lucbert, professoressa canadese e autrice dei più importanti studi dell’artista che domenica 22 ottobre alle 15 sarà ospite del Museo d’arte di Mendrisio per parlare del “Cubismo in una prospettiva europea”; Franz Müller e Barbara Paltenghi Malacrida, con un approfondimento tra neocubismo e neoclassicismo.
Insomma, in un solo artista, il cui capolavoro La conquista dell’aria risiede nei depositi del Moma di New York, sono riconoscibili le influenze dei grandi nomi e delle molte correnti del suo presente e del passato: De Chirico, Michelangelo, cubismo, neoclassicismo. E proprio la trasversalità pittorica di Roger de La Fresnaye lo ha condannato all’oblio.