Gardi Hutter può sorridere. Sia la Commissione della Gestione sia quella delle Petizioni di Mendrisio hanno dato luce verde al progetto culturale ideato dal celebre clown, quello di ricavare un quartiere culturale nel nucleo di Arzo, segnatamente creando nell’ex Coop di Arzo ormai dismessa spazi per artisti per la creazione di spettacoli, per artigiani, per un luogo aggregativo, nonché una mensa scolastica.
Lunedì sera i membri delle due Commissioni, che prima della votazione hanno ospitato il sindaco Samuele Cavadini perché illustrasse loro nel dettaglio i contenuti del progetto, hanno approvato (con le riserve della Lega dei ticinesi e del Centro)il messaggio municipale riguardante la Convenzione con l’Associazione Atelier Arte e Artigianato Arzo (fondata da Gardi Hutter) concernente la concessione di un diritto di superficie di 40 anni del mappale (di proprietà del Municipio) e un contributo finanziario di 200 mila franchi per la realizzazione degli spazi per gli allievi della Scuola elementare.
Conosce dunque un significativo passo avanti il sogno del clown. Il messaggio municipale ora potrà finalmente approdare ai voti del Consiglio comunale nella prossima seduta in agenda lunedì 9 ottobre. Il progetto è stato presentato alla popolazione di Arzo dai suoi promotori, dall’architetto progettista Oliviero Piffaretti e dal Municipio lo scorso 2 febbraio. Ma muove da più lontano e ha conosciuto una concreta accelerazione due anni fa, quando un anonimo mecenate ha versato 2 milioni di franchi al clown con la precisa richiesta di creare nel cuore di Arzo un spazio comunitario e culturale. “Nell’ex Coop – ha spiegato Gardi Hutter in un’intervista apparsa su l’Informatore lo scorso 31 marzo – ci sarebbe posto per provini, per piccoili spettacoli per i bambini. E spazio per gli artigiani, per tessere, per realizzare ceramiche, per la fotografia, per musica non amplificata, esposizioni, insomma un luogo aggregativo, nonché una mensa scolastica. L’idea è comunque che il progetto si autofinanzi con gli affitti dei locali, che speriamo potranno essere bassi, visto il capitale di partenza a disposizione”.
Se la maggioranza dei politici finora sta rispondendo con entusiasmo all’iniziativa del celebre clown, un ostacolo riguarda alcuni inquilini domiciliati ad Arzo, i quali hanno espresso la loro opposizione all’apertura del nucleo al progetto aggregativo e culturale e con cui l’attrice ha avviato un dialogo. Il prossimo banco di prova sarà il voto del Consiglio comunale. Un altro sostegno all’iniziativa, oltre a quello del Municipio e dal quartiere, è arrivato sin da subito dall’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio.
Il Piano regolatore dice sì
A livello pianificatorio l’iniziativa ha la strada spianata. “Nel piano regolatore – si legge nel messaggio municipale – il mappale e lo stabile in oggetto sono definiti “Centro d’incontro” e inseriti nella zona AP-EP (Zona per attrezzature e edifici d’interesse pubblico). Nelle Norme di attuazione del Piano regolatore si esplicita che per il Centro d’incontro “sono ammessi contenuti di vario genere miranti all’aggregazione sociale e culturale” (art. 52.3.b)”.
Si evidenzia ancora nel messaggio municipale: l’Associazione AAA propone la riqualifica dell’edificio (ex Coop) e dei suoi spazi esterni, attraverso la formazione di un polo culturale e associativo. All’interno del sedime potrà trovare casa l’attività gestita dall’Associazione, con appositi spazi dedicati. Gli spazi dell’ex Coop hanno pure lo scopo di promuovere le attività di aggregazione della comunità del quartiere di Arzo come pure delle associazioni attive nel comprensorio della Montagna”. Sottolinea ancora il Municipio: “L’intero complesso ruoterà attorno ad un foyer centrale che troverebbe posto nei vecchi magazzini della Coop. Quest’organizzazione centripeta garantisce l’autonomia dei vari spazi e dunque grande flessibilità nell’utilizzo. Il foyer in occasione di eventi sia nella grande sala, sia nella corte, non avrebbe nulla da invidiare a sale importanti e più blasonate. Lo stesso foyer nell’attività regolare può facilmente accogliere una mensa fino a 40 persone”.
Gli edifici richiederanno naturalmente degli investimenti a carico dell’Associazione AAA presieduta da Gardi Hutter e ideatrice del progetto: i costi della ristrutturazione sono stimati in 3 milioni di franchi. Il sodalizio si attiverà fra l’altro per la ricerca di una parte di fondi presso enti pubblici e fondazioni che sostengono progetti di riqualifica e iniziative in ambito artistico e culturale. I costi della mensa scolastica saranno invece a carico della Città. L’immobile al centro del progetto si divide in tre fabbricati adiacenti di cui due molto vecchi e uno di più recente costruzione, sede fino a qualche anno fa della locale Coop. L’edificio principale è composto da tre piani abitabili e una cantina seminterrata. “Oggi l’intero mappale si trova in uno stato di grave degrado e con parti strutturali pericolanti, ed è da molti anni alla ricerca di una nuova destinazione d’uso” – osserva il Municipio.
La prossima destinazione? Culturale, sociale e aggregativa. Se il Consiglio comunale lo vorrà.