“Mendrisiotto Regione Aperta”. È un auspicio e insieme il nome di un nuovo movimento, sorto spontaneamente alla luce della manifestazione svoltasi il 2 settembre tra le vie di Chiasso e dipanatasi dal Centro federale d’asilo per offrire una nuova narrazione a quella che troppo sbrigativamente viene definita emergenza migranti. Willy Lubrini è tra i fondatori e ha illustrato gli intendimenti del neonato sodalizio: “Un impegno civile che vuole segnare una continuità con la storia della nostra regione, quella storia caratterizzata dall’impegno per l’accoglienza e la solidarietà in favore dei profughi”. Il movimento rivendica il rispetto dei diritti fondamentali a favore dei richiedenti l’asilo e migliori condizioni e abitabilità nei centri federali, “sono persone, non criminali”. E allontana “la propaganda e la narrazione xenofoba e razzista”.
Intanto, il Municipio di Chiasso risponde all’interrogazione “Comportamento degli ospiti dei centri federali per l’asilo” firmata dai consiglieri comunali, Stefano Tonini, Daniela Bonacina, Renato Banditelli e Selma Caselli del gruppo Lega dei ticinesi-Udc. “La grande maggioranza di reati commessi ricade sotto la categoria a querela di parte, mentre solo una minima parte è costituita da reati perseguibili d’ufficio. Statisticamente, vengono rilevati gli interventi causati da richiedenti l’asilo come tipologia, ma non ha luogo una differenziazione per nazionalità, in base ai reati commessi”. Osserva ancora l’Esecutivo: “Non sono mai stati emanati divieti di accesso da parte del Comune a richiedenti l’asilo, in quanto non sussiste una base giuridica che lo permetta. Non sono state emanate imposizioni di territorio, in quanto il codice penale prevede tale misura solo per crimini o delitti, mentre i casi in questione (furto, taccheggio, lite, risse, scippo, ubriachezza, schiamazzi) non rientrano in quelle categorie”.