Funestato da temperature torride e clima asfissiante nelle sue fasi iniziali, il 25° World Scout Jamboree in Corea del Sud si è chiuso anzitempo, dopo il lancio di un allarme tifone sull’area del raduno dove si trovavano circa 50 mila partecipanti. Un appuntamento al quale ha preso parte anche un’ottantina di giovani ticinesi partiti il 25 luglio alla volta del Paese asiatico (cfr. l’Informatore del 14 luglio). I ragazzi all’inizio di questa settimana sono stati costretti a levare le tende e a trasferirsi all’interno di un campus universitario a Seoul dove le attività sono proseguite, anche se in forma completamente diversa. Il rientro rimane fissato per il 12-13 agosto.
Testimonianze dirette giunte dall’estremo oriente confermano che il morale della truppa sottocenerina è rimasto alto, nonostante le avversità. Nel più puro spirito scout, tra canti e balli si sono rinsaldati i ranghi. I ragazzi hanno lavorato approfonditamente su temi riguardanti il cambiamento climatico e hanno potuto saggiare sulla loro pelle l’impatto sul pianeta dell’innalzamento delle temperature. I “nostri” hanno comunque sopportato meglio di altri partecipanti l’effetto del clima umido e torrido della regione di Saemangeum, grazie all’arrivo anticipato in Corea che ha permesso a giovani e meno giovani di acclimatarsi progressivamente.
Le operazioni di smontaggio e sfollamento del campo sono state agevolate dall’impiego di un migliaio di autobus che, scortati da forze di polizia e da elicotteri, hanno permesso agli scout di raggiungere le nuove destinazioni. Nella mattinata di mercoledì si è anche avuta notizia di un incidente stradale che ha coinvolto un mezzo a bordo sul quale viaggiavano alcuni accompagnatori del contingente elvetico: nessun ticinese era presente sul bus incidentato.