Esperimento zanzara sterile

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• La lotta alla zanzara tigre potrebbe avere un’arma in più: il settore Ecologia dei vettori dell’Istituto microbiologia della SUPSI ha dato avvio a un progetto pilota basato sulla tecnica del maschio sterile, previsto da maggio a settembre a Morcote. E proprio martedì pomeriggio la responsabile del settore Ecologia Eleonora Flacio e il collaboratore scientifico Diego Parrondo (nell’immagine) hanno invitato i media a un momento di rilascio di maschi sterili di zanzara tigre.
Ricordiamo che in Ticino la gestione dei pericoli associati alla diffusione della zanzara tigre è gestita con successo grazie a un attento sistema di sorveglianza della distribuzione e della densità degli insetti, nonché alla partecipazione attiva delle autorità e dei cittadini alla prevenzione delle infestazioni. Tuttavia, la concentrazione di zanzare residua è ritenuta sufficiente per costituire un potenziale rischio di trasmissione di malattie esotiche, come Dengue e Chikungunya. Tale rischio è stato finora scongiurato anche grazie a un piano di azione preparato in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità e coordinato dall’Ufficio del medico cantonale.
Un’arma in più, e complementare alle misure di controllo già adottate nella lotta contro la zanzara tigre, può essere il ricorso alla tecnica del maschio sterile (SIT) che è oggetto del progetto pilota di Morcote. Si tratta di una soluzione già utilizzata negli ultimi 60 anni con altri insetti in agricoltura, ed è considerata sicura per la salute pubblica, gli animali e l’ambiente. Questa tecnica consiste nell’allevare grandi quantità di insetti in un ambiente controllato, dove i maschi vengono separati dalle femmine e sterilizzati tramite radiazioni ionizzanti. Una volta rilasciati nell’ambiente, gli insetti sterilizzati competono con quelli selvatici per accoppiarsi con le femmine, diminuendo così la capacità di riproduzione della specie. Il rilascio continuo di un gran numero di maschi sterili può quindi ridurre la densità della popolazione degli insetti dannosi, senza il ricorso a pesticidi o sostanze chimiche dannose per l’ambiente. Inoltre, tale approccio presenta una modalità d’azione differente, in quanto impiega gli insetti stessi per cercare altri insetti, consentendo così di raggiungere aree che sarebbero altrimenti difficili da controllare mediante i metodi tradizionali di gestione.
Da maggio a settembre saranno effettuati rilasci regolari e controllati di maschi sterili in un’area di 45 ettari del Comune di Morcote, individuato come luogo ideale per l’esperimento perché delimitato da barriere naturali come lo specchio d’acqua del lago e i boschi circostanti. Nell’area di test saranno liberati 150’000 maschi sterili ogni settimana, fino a fine settembre. L’analisi della diminuzione della popolazione avverrà invece grazie ai dati di uova di zanzara raccolti con specifiche trappole. Al termine dell’esperimento – che idealmente dovrebbe essere condotto su due stagioni – se i risultati saranno soddisfacenti si aprirebbe la possibilità di estendere la sperimentazione a diversi ambienti urbani in Svizzera e si potrebbe valutare la possibilità di creare delle biofabbriche sul territorio federale.