23 luoghi e si “Resta di stucco”

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Un particolare della monumentale “ancona” della chiesa di San Giovanni Battista a Mendrisio, tra i grandi capolavori in cui è possibile riconoscere l’arte dello stucco e degli stuccatori di talento. Il luogo di culto è tra i siti entrati nel museo diffuso realizzato dai ricercatori della Supsi. Il pubblico può scoprire le informazioni raccolte ed esplorare opere, immagini nonché contenuti storici e scientifici.

Casella, Colomba, Fontana, Silva. Il Ticino ha visto nascere stuccatori di grande talento, soprattutto Seicento. Ora un progetto congiunto dell’Istituto materiali e costruzioni e dell’Istituto design della SUPSI-Dipartimento ambiente costruzioni e design ha sviluppato una serie di supporti e attività per avvicinare il pubblico alle creazioni di questi maestri stuccatori: un progetto ideato per la popolazione locale e i turisti che visitano il territorio.
Titolo dell’iniziativa è Resta di stucco tradottasi in un museo diffuso, un’esperienza di scoperta delle decorazioni a stucco di 23 luoghi del Ticino (una decina dei quali nel Mendrisiotto) – ciascuno con un totem dedicato – rivolta a un pubblico di tutte le età. Resta di stucco – è stato evidenziato lunedì in una conferenza stampa – rappresenta pure una mappa, cartacea e digitale, che collega i percorsi proposti e permette di organizzare itinerari su misura; è, inoltre, una guida digitale gratuita (app) con immagini e contenuti audio disponibili in italiano e inglese. È un sito web e una serie di cartoline a realtà aumentata che presentano piccoli e grandi capolavori, alla scoperta dell’arte dello stucco, degli stuccatori e dell’organizzazione delle loro botteghe. È infine un programma di attività sul territorio per far conoscere l’arte dello stucco con incontri, visite guidate e workshop pratici. Supporti e attività sul territorio – è stato evidenziato – sono tra loro integrati e ideati per favorire l’accesso a un prezioso bagaglio di conoscenze. Le ricercatrici e i ricercatori della SUPSI hanno indagato il valore storico, artistico e religioso di 23 luoghi impreziositi da stucchi, studiato gli artisti che li hanno realizzati, la loro vita itinerante e ripercorso l’organizzazione del loro lavoro. Hanno poi analizzato i materiali adottati e l’abilità necessaria a trasformare pochi e semplici ingredienti di base in preziose decorazioni a imitazione del marmo. Questo capitale di conoscenze è così confluito nel progetto Resta di stucco, condotto sotto la supervisione di Giacinta Jean, professoressa all’Istituto materiali e costruzioni e Luca Morici, docente-ricercatore dell’Istituto design della SUPSI. Il museo diffuso e la piattaforma sono fruibili su www.restadistucco.ch. Il museo diffuso collega luoghi, opere e artisti in uno spazio che è al tempo stesso reale e virtuale. Un patrimonio che consente di pianificare itinerari personalizzati. Ogni luogo è identificato da un totem con un codice QR che rimanda a una guida (app) con oltre 45 minuti di contenuti audio e 245 immagini in alta definizione. Sulla piattaforma si trova, invece, un catalogo che raccoglie tutte le informazioni delle 37 opere studiate nei 23 luoghi e la mappa interattiva che consente di esplorarle nel dettaglio. Il tutto arricchito con oltre 750 immagini e narrazioni.