
La cura dei boschi lungo i riali come prevenzione rispetto agli eventi meteo estremi che sono sempre più frequenti. È a questo obiettivo che sta lavorando sodo il Consorzio per la manutenzione delle opere di arginatura del Basso Mendrisiotto (CMABM). E lo fa in collaborazione con la Sezione Forestale del VI circondario, nonché alcuni Comuni della regione coinvolti per territorio. I risultati sono stati illustrati in una riunione con i media introdotta lunedì mattina a Castel San Pietro dal presidente del Consorzio Rudy Cereghetti.
Nel 2005 la Svizzera nordalpina è stata colpita da un’ondata di maltempo di straordinaria violenza che ha causato la perdita di sei vite umane e danni materiali quantificati in due miliardi e mezzo. Gli esperti hanno appurato che i riali di versante di bosco sono stati soggetti ad un’erosione di sponda marcata, che ha provocato la mobilizzazione di grosse quantità di materiale sciolto e legname. Gli alberi hanno perso stabilità e sono stati trasportati a valle. Questo ha portato, in concomitanza con strettoie naturali o artificiali, alla formazione di serre. L’acqua ha cercato sfogo fuori dagli alvei trascinando con sé materiale e grossi quantitativi di legname. “Noi abbiamo tratto insegnamento da questo evento – ha spiegato Patrick Luraschi a capo dell’Ufficio forestale del 6° circondario – e la Sezione forestale ha promosso un’analisi in tutto il Ticino: sotto i riflettori sono finiti 249 riali problematici”. Il Consiglio di Stato ha sottoposto al Gran Consiglio la richiesta di un credito di 5 milioni di franchi per interventi pianificati nel periodo 2008-2011. Da allora sono stati trattati 585 km di riali con un investimento di 34,8 milioni. Le opere vengono finanziate nella misura del 70% circa da Cantone e Confederazione ed il restante 20/30% viene coperto dal promotore (il Consorzio) e dai Comuni coinvolti. Compiuto questo passo, da una parte si è visto che il sistema funzionava bene e dall’altro si è constatato che gli eventi estremi si ripetono (nel Mendrisiotto possiamo citare quello del luglio 2021). “A quel punto, sulla base del Piano delle zone di pericolo (PZP) dei riali di versante della Valle di Muggio – ha illustrato Samuele Bonacina, direttore del settore ambiente per lo Studio Comal.ch – si è constatata la necessità di eseguire importanti interventi di cura del bosco lungo 18 riali dei 20 studiati. Sono dunque state impostate 3 tappe d’intervento”. Vediamole. La prima su 5 riali è già conclusa (794 mila franchi per 32 ettari di terreno; coinvolti Breggia e Castello). La seconda curerà 5 riali da quest’anno fino al 2029 (costo 833 mila franchi per 19 ettari; coinvolti Castello e Breggia). Dal 2023 al 2027 sono previsti interventi su Seseglio (4 riali per un costo di 420 mila franchi) e su Pedrinate (5 o 6 riali per 555 mila franchi). Coinvolto risulta il Comune di Chiasso. La necessità di questi interventi è venuta a galla anche con l’alluvione che ha toccato lo scorso anno proprio il sedime doganale con la colata di detriti e legname.
Obiettivi del progetto
Tutti i boschi lungo i riali sono stati analizzati sulla base del metodo “NaiS” – Continuità nel bosco di protezione” (linea guida per la gestione dei boschi di protezione in Svizzera). Ecco che il progetto mira ad interventi selvicolturali che permettono:
– la rigenerazione del bosco per mantenere la sua funzione di protezione;
– la messa in sicurezza delle aste fluviali per impedire la formazione di serre in alveo e il danneggiamento di opere di premunizione esistenti;
– la valorizzazione del legname indigeno.
Quest’ultimo obiettivo risulta prezioso anche dal profilo energetico.