Se al bus ti attende un trittico

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L’arte, in luogo dei manifesti pubblicitari, alla fermata del bus San Giovanni di Mendrisio. Ideatore della singolare installazione artistica, perché di questo si tratta, è Giacomo Hug, 36 anni, designer e creativo, formazione cinematografica e già collaboratore del Locarno Film Festival.
Qual è l’idea dalla quale muove il progetto? “Venendo dal Cinema mi sono sempre interessato alle immagini. Mi attirava questa idea del “trittico” dove si cambiano le immagini in continuazione. Si tratta di un palinsesto di immagini, perché ogni volta che si cambia una fotografia si creano collegamenti diversi tra di loro. Esattamente come nella settima arte, dove a un fotogramma ne segue un secondo, e l’accostamento produce un preciso senso. Se ad esempio mostro il volto di una persona e, subito dopo, quella di un bambino, tenderò a interpretare l’emozione in un certo modo; se affiancherò invece un’immagine di guerra ecco che il messaggio cambia”. E la location in cui realizzare il trittico come l’ha scelta? “Mi interessava realizzare qualcosa nello spazio pubblico, in un luogo un po’ insolito per un intervento artistico e la superficie della pensilina del San Giovanni si presta bene, perché la Via Stella si staglia perpendicolarmente e quindi offre una bella visuale sull’installazione artistica. Altre pensiline, invece, poste parallelamente alla strada, si notano meno. Non da ultimo ho scelto questo luogo perché è vicino al mio studio”.
Giacomo Hug è il coordinatore del progetto creativo. Ad “animare” il trittico sono invece suoi collaboratori con i quali ha deciso di condividere l’iniziativa artistica. “Ogni due settimane chiedo loro di sostituire l’immagine più vecchia. E quindi la combinazione del trittico muta continuamente”. Ai suoi collaboratori ha fornito precise consegne. “Sì, l’indicazione è di scegliere delle immagini trovate e non dunque prodotte da loro. Con la massima libertà, ma naturalmente evitando immagini di violenza o sessualità esplicite, nonché di evitare il testo scritto, a meno che sia parte del soggetto. L’enfasi è comunque sul linguaggio visivo”.
Il progetto artistico, inaugurato a gennaio, proseguirà fino a dicembre. “Mi piace che le immagini possano essere interpretate a piacimento. A onor del vero, in minuscolo, è possibile leggere una didascalia con menzionati l’autore della fotografia e una breve descrizione”. L’iniziativa è senza scopo di lucro. L’artista non ci guadagna nulla. E le spese di stampa dei manifesti sono a suo carico. Ma il nome di Giacomo Hug si può almeno rintracciare: nell’installazione si può scorgere un codice a barre QR, e avvicinando ad esso il proprio telefonino c’è il rimando al suo Instagram, dove è documentato il progetto creativo. E come ha potuto “occupare” la superficie della fermata del bus? “Le pensiline sono del Comune di Mendrisio e così ho chiesto l’autorizzazione al Municipio che ha accolto la proposta. Prima su quella superficie trovavano spazio le pubblicità collocate dall’Associazione di affissioni e in un secondo tempo c’erano graffiti sul tema dell’indebitamento realizzati dal Centro giovani”.
Insomma, l’arte si fa spazio e il luogo di attesa del bus si eleva muovendo un mondo ricco di immagini.