Val Mara contesa dai pompieri di Mendrisio e Melide

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L'incendio al Mulino di Maroggia nel 2020. Collaborarono tutti i Corpi pompieri: Melide, Mendrisio e Lugano.

Val Mara contesa fra due Corpi Pompieri, quello di Melide e quello di Mendrisio. A un anno dall’aggregazione dei paesi di Maroggia, Melano e Rovio, il Comune Val Mara ha fatto richiesta al Consiglio di Stato di includere nel comprensorio del Corpo Pompieri di Melide anche Melano e Rovio oltre a Maroggia che già stava sotto l’ala dei militi di Melide. Quest’ipotesi trova delusi e contrari i vertici del Centro Cantonale Pompieri Mendrisiotto.
Mentre nel capoluogo sale la tensione, vediamo sul lago cosa accade. Il comandante del Corpo pompieri di Melide, Marzio Riva, sottolinea come il Municipio di Val Mara “abbia consultato sia il Corpo di Melide che quello di Mendrisio per ottenere più informazioni possibili e fare alla fine una scelta valutata e ponderata”. Quanti sono i paesi compresi nel vostro comprensorio? “Sono 7. Ci occupiamo di Melide, Maroggia, Campione d’Italia, Bissone, Arogno, Pugerna, Vico Morcote e Morcote, per un totale di circa 7mila abitanti”. In carica come comandante da 23 anni e attivo quale pompiere da 31, Marzio Riva cita il caso simile dell’aggregazione di Tresa e di come “il neo Comune abbia chiesto di affidare alcuni suoi quartieri al Corpo Pompieri di Monteggio di categoria C sottraendoli al comprensorio del Corpo di Caslano (categoria B)”. La categoria A concerne i centri di portata cantonale (Mendrisio, Lugano, Locarno, Bellinzona e Biasca); la categoria B offre soccorso regionale e con la C si parla di centri locali.

Sull’altro fronte troviamo Mendrisio. Ad oggi sono 13 i Comuni compresi nel Consorzio Centro di Soccorso Cantonale Pompieri del Mendrisiotto costituito nel 2019: Balerna, Breggia, Brusino, Castel San Pietro, Coldrerio, Chiasso, Mendrisio, Morbio Inferiore, Novazzano, Riva San Vitale, Stabio, Vacallo e Val Mara per quanto attiene ai quartieri di Melano e Rovio. Un comprensorio che attualmente conta 56’500 abitanti su una superficie totale di circa 115 km quadrati fra cui 6’843 ettari di superficie boschiva in considerazione dei quali è stata istituita una sezione di montagna (potrebbero diventare due) per far fronte ai rischi di incendio e frane che presenta il terrritorio. Maroggia – pure quartiere di Val Mara – è invece sotto l’ala del Corpo Pompieri di Melide. Ed ecco che le autorità comunali di Val Mara, a seguito dell’aggregazione, hanno chiesto al Governo la modifica delle responsabilità pompieristiche sul loro territorio. In pratica, il Municipio vorrebbe tutti insieme i tre quartieri (Maroggia, Melano e Rovio) aggregati sotto il consorzio del Corpo Pompieri di Melide. In questo modo, il Consorzio di Mendrisio perderebbe Melano e Rovio. “Il tema della modifica del comprensorio è squisitamente politico – annota Samuel Maffi, presidente della Delegazione consortile CSCPM – ritengo che sarebbe un pessimo segnale se il Consiglio di Stato accettasse la richiesta di Val Mara. Un pessimo segnale anche nei confronti di chi – Mendrisio e Chiasso – ha fatto grandi sforzi per unirsi e portare professionalità e sicurezza a beneficio del Mendrisiotto e del Basso Ceresio. Dopo 4 anni di lavoro intenso trascorsi dal momento dell’unificazione, si affaccia questa richiesta di Val Mara rispetto al Corpo di Melide. Allora sarebbe meglio lo “statu quo” ossia il mantenimento della situazione attuale con Maroggia affiliata a Melide e gli altri due quartieri con noi”. Secondo quanto riferito da Maffi, le ragioni di Val Mara a voler optare per un Corpo unico (ossia quello di Melide) sarebbero di carattere finanziario e – ha rilevato – volte a poter influire maggiormente sul tema della sicurezza e dei pompieri. “Quanto al comprensorio di intervento, ritengo che la progettualità debba andare di pari passo con la condivisione e la comunicazione. È vero che c’è stato un incontro informativo sia con noi che con loro ma non c’è stata una discussione, una trattativa” ha aggiunto il comandante del Centro di Mendrisio Corrado Tettamanti riguardo alla questione – Val Mara. Corrado Tettamanti ha seguito passo-passo, insieme agli altri referenti della trattativa, quella che è stata la riunificazione dei due Corpi di Chiasso e Mendrisio, durata 24 anni. Un iter complesso e fatto di dialogo e comunicazione. “Anche per quest’esperienza maturata nella collaborazione ed in considerazione dei tempi attuali, oggi – commenta il comandante – fatico a capire la scelta delle autorità comunali di Val Mara di rivolgersi al Consiglio di Stato per chiedere di convogliare Rovio e Melano nella giurisdizione del Corpo Pompieri di Melide, senza avvertirci direttamente. Lo abbiamo saputo per vie non ufficiali”.
“Non posso credere che venga accettata questa richiesta di Val Mara – continua la vicepresidente Sonia Regazzoni Colombo – dopo gli sforzi che abbiamo compiuto in questi anni per raggiungere un’organizzazione che rasenta la perfezione dal punto di vista tecnico e che funziona molto bene nei rapporti con i Comuni”.
E mentre il Centro di Mendrisio attende la decisione del Consiglio di Stato, archivia un anno – il 2022 – che ha portato ottime soddisfazioni. All’orizzzonte rimane comunque la preoccupazione per un problema che di anno in anno diviene sempre più concreto: la siccità.

160 in forze
Oltre al comandante, otto in totale sono i pompieri cosiddetti permanenti (professionali) e 151 i militi volontari (età media 36 anni) di cui 4 donne. “Esprimo piena soddisfazione per l’andamento del 2022 che ci ha visti tornare alla normalità e recuperare gli anni della pandemia; – ha aggiunto il comandante Corrado Tettamanti – sottolineo anche un risparmio di 200 mila franchi verso i Comuni consorziati e anche questo è un fattore molto importante”.

Progetti 2023:
Fra i progetti di quest’anno vi è da sottolineare il consolidamento della formazione continua e delle collaborazioni operative con il SAM (Servizio Autoambulanza Mendrisiotto) e con la PCi (Protezione Civile). Quanto ai veicoli che sono 30, possiamo dire che verrà fornita la nuova autobotte leggera in sostituzione dell’AB Iveco 160.

Emergenza siccità:
Dopo la situazione vissuta nel 2022 con l’emergenza dettata dalla carenza idrica in tutta la regione, da inizio 2023 si approfondisce la tematica per la ricerca di soluzioni idonee a garantire l’interventistica del Centro anche nel caso si ripresenti la situazione di forte siccità.