![Immagine 2023-05-04 105852](https://www.informatore.net/wp-content/uploads/2023/05/Immagine-2023-05-04-105852.jpg)
Spazio di fuga e luogo dove ritrovare energia e lucidità di pensiero. Il bosco ha rappresentato per molti, durante il lockdown dettato dalla diffusione del coronavirus, un ambito di fuoriuscita da una quotidianità drammatica.
Il fotografo Stefano Spinelli ne ha fatto il centro della sua ricerca artistica che sfocia in Se nel folto del bosco una voce cercando mi ritrovo. Con questa esposizione il Museo d’arte di Mendrisio inaugura l’ottava stagione di mostre fotografiche a Casa Pessina di Ligornetto.
La rassegna sarà inaugurata domenica 7 maggio alle 11 e rimarrà in allestimento fino all’11 giugno prossimo (sabato e domenica 14-18, entrata gratuita). Domenica 21 maggio, in occasione della “Giornata internazionale dei musei” sarà possibile incontrare l’artista dalle 15 a Casa Pessina.
Nelle immagini che il visitatore potrà ammirare all’interno dello spazio espositivo di Ligornetto colpisce innanzitutto l’aspetto formale. Spinelli pone lo spettatore al centro del bosco e ne amplifica la visione invitando a osservare i luoghi inquadrati in quanto ecosistema, una società interconnessa che silenziosamente si muove lungo il ciclo della vita.
L’indagine del vissuto di una collettività è da tempo al centro della ricerca fotografica di Spinelli, come evidenziano i progetti “Lo sguardo abissale” (2003-2004) e “Di sguardi sospesi” (2022-2023), dedicati rispettivamente alle esperienze dei superstiti della Shoah e dei migranti. Con il progetto presentato a Casa Pessina, l’autore non cerca unicamente di lasciare il visitatore in contemplazione di fronte alle infinite variazioni delle forme vegetali, bensì lo invita a interrogarsi sul proprio rapporto con il bosco in quanto entità complessa e, in quanto tale, affine alla società umana.
Scrittore e critico lettario, Claudio Damiani firma un saggio all’interno del catalogo che accompagna la mostra, a cura di Francesca Bernasconi e Stefano Spinelli. “Siamo nel bosco e abbiamo la sua immagine all’altezza dei nostri occhi, – annota Damiani – siamo in piedi come sono gli alberi, verticali sul terreno. Ascoltiamo il silenzio pieno di voci, le tante presenze di uccelli e animali, la vita che lo abita e le voci delle piante anche, la loro immobilità che si muove, respira”. Attraverso le immagini esposte Spinelli invita il pubblico a essere “non al centro né tanto meno all’apice, ma dentro la natura, esseri umani dentro una natura immensa, ampia, intelligente. Intelligenze dentro altre intelligenze che imparano a vicenda”.
Tutte le opere in mostra sono in vendita e appartengono alla serie Se nel folto del bosco realizzata tra il 2020 e il 2021 in digitale.