Sono dodici i deputati momò

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Il Mendrisiotto non avrà un “proprio” rappresentante nell’Esecutivo cantonale nemmeno per la legislatura entrante. Non si è tradotto in realtà l’auspicio espresso – da sinistra a destra – durante la campagna elettorale. La formazione del Consiglio di Stato uscita il 2 aprile dalle urne è rimasta invariata per i quattro quinti: nella stanza dei bottoni tornano i leghisti Norman Gobbi e Claudio Zali con Christian Vitta (PLR) e Raffaele De Rosa del Centro. Il volto nuovo è incarnato da Marina Carobbio (PS) che ha preso il posto del collega di partito uscente Manuele Bertoli.

Gran Consiglio:
chi perde e chi vince
Il distretto più meridionale del Ticino manda invece a Bellinzona dodici deputati: undici uomini e una sola donna. L’insediamento del Gran Consiglio è previsto il 2 maggio. L’elezione, va detto, è stata contrassegnata da significativi scossoni che hanno modificato i rapporti di forza tra schieramenti a Palazzo delle Orsoline. A perdere seggi sono stati il Partito Liberale Radicale (che scende da 23 a 21) e soprattutto la Lega dei ticinesi (-4) che si ferma a 14 poltrone. Più contenuto il passo indietro del Partito Socialista e dei Verdi che perdono un deputato a testa. Anche MPS-Indipendenti arretra: da tre a due eletti. Stabile invece il Centro con i suoi 16 scranni. Chi ci ha guadagnato dall’ultima tornata elettorale? Senza dubbio l’UDC che porta a nove (+2) il numero complessivo dei suoi rappresentanti e poi i cosiddetti piccoli partiti. L’exploit più rilevante è quello della lista Avanti con Ticino e Lavoro che alla prima partecipazione porta in Parlamento tre granconsiglieri; non meno eloquente è il successo di HelvEthica – formazione anch’essa neonata – che occuperà due seggi nel quadriennio entrante. La fotografia d’insieme scattata al termine dello spoglio è quella di un Parlamento sicuramente più frammentato. I Verdi Liberali conquistano due poltrone. Invariata con due seggi la presenza sia di Più Donne sia del PC-POP. Non sono riusciti a entrare nel Parlamento Dignità ai Pensionati e Montagna Viva. L’arco parlamentare “spezzettato” induce a più di una riflessione quanto al capitolo delle alleanze che le forze in campo riusciranno a costruire nei quattro anni a venire. I primi commenti a caldo, raccolti soprattutto tra chi è alla prima esperienza, fanno emergere una volontà di confrontarsi sui temi, piuttosto che di profilarsi nettamente a destra o a sinistra. I partiti storici sono già sin d’ora invitati a tenerne conto.

Focus momò,
i “nuovi” volti
Erano quindici, nella legislatura 2019-2023, i deputati momò che, a livello di schieramenti, erano così ripartiti: 3 PLR, 3 PPD (ora Centro), 3 Lega dei ticinesi, 2 Verdi, 2 PS, 1 UDC-UDF e 1 MPS-Indipendenti. Alcuni tornano a occupare il proprio posto nell’aula parlamentare. È il caso degli esponenti del Centro Giorgio Fonio (consigliere comunale di lungo corso a Chiasso) – che con le 38’679 preferenze personali raccolte è stato il più votato sulla lista – e del capogruppo nella passata legislatura Maurizio Agustoni di Mendrisio. Tra gli onorevoli riconfermati ci sono i granconsiglieri leghisti Daniele Caverzasio (municipale della Città di Mendrisio) e Stefano Tonini (consigliere comunale chiassese), il socialista di Riva San Vitale Ivo Durisch e il liberale-radicale Matteo Quadranti di Balerna. Non sono stati rieletti invece Massimiliano Robbiani (consigliere comunale della Lega dei ticinesi a Mendrisio) e la balernitana Simona Arigoni Zürcher (MPS-Indipendenti).
Diversi sono stati i deputati che non hanno sollecitato un nuovo mandato: Anna Biscossa (PS-Morbio Inferiore), Sebastiano Gaffuri (PLR-Breggia), il sindaco di Balerna Luca Pagani (Centro), i Verdi Claudia Crivelli-Barella e Andrea Stephani, entrambi consiglieri comunali a Mendrisio, ed Edo Pellegrini (UDC-UDF), consigliere comunale a Vacallo. Eletta quattro anni fa tra le fila momò, la liberale-radicale Natalia Ferrara ha riconfermato il proprio seggio, ma per il circondario luganese.
Quali sono invece i volti nuovi? Il PLR ha eletto Andrea Rigamonti – vicesindaco di Vacallo – e Gabriele Ponti, consigliere comunale mendrisiense. Per il Centro è entrato in Gran Consiglio Gianluca Padlina che siede anch’esso nel Legislativo della Città. A rappresentare l’Unione Democratica di Centro salirà a Bellinzona Pierluigi Pasi di Mendrisio. La deputazione momò conta, come detto, una sola donna: si tratta di Nara Valsangiacomo dei Verdi attiva a Coldrerio come consigliera comunale. Infine, la nuova formazione denominata HelvEthica sarà rappresentata dal mendrisiense Roberto Ostinelli.

Crolla la partecipazione
Tirate le somme, una cifra spicca su tutte: quella della partecipazione al voto che manifesta un calo dell’attenzione dell’elettorato ticinese nei confronti dei “giochi” della politica. I numeri traducono in pratica un’evidenza: la partecipazione a questa tornata è stata del 55,99%. Sono quasi quattro i punti percentuali persi rispetto all’ultimo confronto del 2019 quando la partecipazione era stata del 59,34%. Se il trend non si invertirà, al prossimo appuntamento voterà (meno di) un elettore su due.
Un’altra tendenza si è profilata chiaramente pochi scelgono oggi di recarsi personalmente ai seggi. È stata superata anche la soglia del 90 per cento in relazione al voto per corrispondenza. Quattro anni fa, questa opzione era stata scelta dall’89,62% degli aventi diritto di voto nel nostro Cantone.

Scheda senza intestazione:
il primo partito del Ticino
I numeri sono da primato anche per quel che concerne la scheda senza intestazione che diventa, di fatto, il primo partito a livello cantonale. La “crocetta” su questa possibilità è stata inserita da 27’573 elettori, pari al 22,77%. Il secondo partito è il PLR che ha totalizzato il 18.62% delle preferenze. Rispetto a quattro anni fa, le percentuali si sono, per così dire invertite: alle cantonali 2019, la scheda senza intestazione aveva ottenuto il 19.74% delle preferenze, preceduta dal PLR, “vistato” dal 20.59% dei votanti.