Otto cassette di resti umani disposte ben in ordine nel magazzino dell’impresa e non nel solaio come asseriva chi mi ha accusato” dichiara Fernando Coltamai, da ormai due settimane sotto i riflettori di tutto il Cantone per le ricerche e gli accertamenti della Polizia e del Ministero pubblico attorno all’impresa di cui è titolare, la Onoranze funebri Coltamai di Mendrisio. A lui chiediamo come spiega le ossa umane rinvenute nel magazzino della sua impresa prima ancora che fossero eseguiti gli scavi nel giardino dell’impresa (cfr. l’immagine). “Quelle che hanno trovato nel magazzino della ditta prima di iniziare gli scavi, sono 8 cassette di ossa la cui destinazione erano gli ossari. Sono state collocate nel magazzino e poi non sono più state reclamate da nessuno. L’apertura degli ossari generalmente è piuttosto complicata e a volte si attende qualche tempo prima di potervi deporre dei resti”. Le ossa dunque da dove venivano? “Quattro delle 8 cassette erano nel nostro magazzino da oltre 20 anni. Erano ossa non più reclamate da nessuno ed erano destinate all’ossario”. E le altre 4 cassette? “Provenivano dal cimitero di Meride. Erano in attesa che terminassimo altri lavori sempre in quel cimitero per poi aprire l’ossario una volta sola e collocare tutti i resti. Anche queste non sono state mai reclamate”. Possiamo immaginare che andavano collocate lo stesso… “Diciamo che in un’azienda come la nostra che, in oltre 40 anni ha realizzato oltre mille esumazioni, l’aver trovato 8 cassette di resti non reclamati non mi sembra…”. A proposito, nella sua impresa stanno ancora indagando? “Sì. Stanno ancora cercando e scavando. Imperterriti. In 15 giorni di scavi nel giardino hanno trovato una quantità di frammenti ossei (mescolati alla terra) che – per dare un’idea – riempirebbe una mezza scatola di scarpe. Era terra che avevo recuperato da un cantiere in un cimitero. Era un sedime in cui in precedenza erano state realizzate delle esumazioni che non avevo compiuto io. L’avevo presa per riempire un dislivello nel giardino dell’impresa. A questo punto mi interesserò a sapere chi aveva compiuto a suo tempo le esumazioni in quel punto”. Al momento i reati ipotizzati restano quelli di truffa e turbamento della pace dei defunti. Al vaglio la posizione del titolare e di un collaboratore. Ma quanti sono i cimiteri del Mendrisiotto toccati dall’inchiesta? Almeno 8.
Sul filo degli accertamenti avviati al riguardo della Onoranze funebri Coltamai di Mendrisio, le indagini hanno coinvolto anche alcuni cimiteri del Mendrisiotto. A incominciare da Castel San Pietro, poi Vacallo e Novazzano dove – come hanno riferito i quotidiani – il 3 aprile è stata aperta una tomba, sono state scattate alcune foto al suo interno e poi è stata riesumata con delicatezza una salma che sarà oggetto di analisi e riscontri. Si aggiungono i campi santi di Coldrerio, Morbio Inferiore e – da nostre informazioni – risulta anche Balerna dove sono stati realizzati unicamente degli accertamenti amministrativo-cartacei. In seconda battuta potrebbero essere avviate verifiche a Meride (visto che 4 cassette di ossa provenivano dal cimitero del paesino del San Giorgio) e a Mendrisio da dove dovrebbe provenire quella quantità di terreno utilizzata per il riempimento del dislivello nel giardino dell’impresa di via Diener. “Nessuna investigazione invece è in corso al cimitero di Chiasso” ci dice il segretario comunale Umberto Balzaretti. Nessun contatto con la vicenda neppure a Stabio, conferma il segretario comunale Claudio Currenti. Inoltre, da noi interpellata, l’Amministrazione del Comune di Balerna fa sapere che non ci sono casi che riguardano Balerna.
“Devo dire che nel 99% dei lavori di esumazione, ci sono i parenti che assistono o di persona o a distanza e ci indicano la destinazione stabilita per i resti del loro caro e quindi vengono riposti su indicazione”. In molti si chiedono a questo punto quale sia il nocciolo della vicenda. Si tratta di ossa mai reclamate e quindi la cui sistemazione non è neppure stata fatturata oppure la loro esistenza in magazzino parla di prestazioni mai eseguite e tuttavia fatturate? L’inchiesta penale è coordinata dalle procuratrici pubbliche Raffaella Rigamonti e Pamela Pedretti. La Magistratura procede dunque nei suoi accertamenti volti a capire se sussistono i presupposti di reati di natura penale nell’esecuzione delle opere in campo funerario e cimiteriale (eventuali inadempienze o irregolarità).
Se questo è il filo della storia, chiediamo a Fernando Coltamai se si sente scoraggiato. Le viene il pensiero di concludere la sua attività cimiteriale e funeraria? “Assolutamente no. Chi ha tentato di fare questo per farmi cessare l’attività, rimarrà deluso. Per me questo è un nuovo stimolo a continuare almeno ancora 20 anni”.