La curiosa storia del cancello al Parco Ciani

0
3552

Se conoscete il cancello posto in riva al lago al Parco Ciani di Lugano – un luogo incantevole, tanto che innumerevoli turisti lo eleggono da sempre a cornice per fotografie, video e selfie – allora vorrete almeno sapere da dove provenga quella struttura in ferro battuto. Ebbene, sveliamone subito l’arcano: per ritrovarne le origini occorre cambiare città. Il celebre cancello, dalle fattezze ornamentali, “sospeso” tra aria, cielo e lago davanti a Villa Ciani, delizia per gli occhi che lascia intravedere sullo sfondo il golfo e il Monte San Salvatore, appartiene alle terre momò. “L’opera fu salvata nel corso della demolizione di casa Rusca a Mendrisio e acquistata dal pittore Emilio Ferrazzini nel 1959, che evitò così la sua alienazione oltre Gottardo. Fabbricato nel Settecento e ritenuto monumento storico cantonale, il cancello fu rivenduto alla Città Lugano, che lo acquisì con il contributo finanziario della Pro Lugano”.
A documentare la sorprendente curiosità non poteva essere che uno storico. Autore della ricerca è Damiano Robbiani, collaboratore scientifico dell’Archivio storico della Città di Lugano e dallo scorso maggio direttore del Museo del Malcantone, il quale, da noi interpellato, racconta la genesi della scoperta: “È stata una nostra utente dell’archivio storico a richiederci informazioni sul luogo di provenienza del cancello ubicato al Parco Ciani. E così mi è stato possibile, attingendo dai nostri archivi, risalire a casa Rusca di Mendrisio e a ricostruire il “viaggio” compiuto da questa singolare opera, nonché la sua importanza”.
Spiega ancora Robbiani: “Sono riuscito pure a visionare un’antica immagine di casa Rusca, nella quale è ben riconoscibile il cancello”. L’affascinante storia dell’opera in ferro battuto, condensata in poche righe, è stata pubblicata dallo stesso Robbiani nel portale online www.luganocultura.ch, sito istituzionale della Città di Lugano che contempla ben 60 mila schede “Per conoscere la nostra storia” e in cui è possibile scoprire Lugano e le sue realtà e cronache.
Con rigore scientifico, Robbiani ha rintracciato le diverse tappe compiute dal prezioso cancello sorto in epoca illuminista che, balzando da Mendrisio a Lugano, ha… illuminato il Parco Ciani a partire dagli anni Sessanta, quando il manufatto è stato posato con arte e gusto in prossimità del lago catturando i passanti quasi con un effetto pittorico simile al trompe l’oeil, per cui l’occhio viene illuso a immaginare l’ingresso di un luogo, ma presto viene costretto a constatarne la sua intangibilità.
Il cancello apparteneva all’ex casa Rusca di Mendrisio situata nel nucleo, là dove sorgeva il fiume Morée, prima che negli anni Cinquanta venisse costruita la strada cantonale. La cartolina riprodotta qui sopra a destra, fornitaci gentilmente da Brenno Leoni, direttore degli Archivi comunali della
Città di Mendrisio, mostra, seppure non nitidamente, il celebre cancello che costituiva l’ingresso del campo vignato, situato fra il nucleo storico e l’attuale via Lavizzari. Una cartolina antecedente il 1907, dal momento che la chiesa dei SS. Cosma e Damiano raffigurata non reca il campanile centrale costruito appunto in quell’anno.

Un’opera del Settecento
L’opera settecentesca ha pure avuto – come documenta lo storico Damiano Robbiani – un percorso economico-commerciale. Riconosciuto come pregiato pezzo d’arte – tanto da averne ottenuto la cura e la salvaguardia di monumento storico cantonale ed essere stato salvato dalla sensibilità di un pittore, Emilio Ferrazzini, di Lugano, il quale appresone il valore artistico e architettonico lo ha acquistato e poi venduto alla Città sul Ceresio, scongiurandone la sua dipartita oltre Gottardo.
Posato in bella mostra nel cuore del Parco Ciani – la cui storia, come noto, muove attorno al 1845 con l’acquisto della proprietà da parte dei fratelli Ciani (da cui il nome) – il cancello ha trovato la sua attuale dimora con un intervento architettonico. L’opera in ferro battuto, incastonata su due colonne murali, vede estendersi ai lati due panchine in pietra, offrendosi a privilegiato luogo di sosta e di contemplazione per i numerosi frequentatori del “polmone verde” cittadino. Il luogo è impreziosito da una pavimentazione in acciottolato, con disegnata un’immagine a stella. Il resto della vista, davanti all’invalicabile cancello, è costituito dall’ ambiente naturale di cielo, golfo e montagne circostanti. Insomma, d’ora in poi i visitatori dell’incantevole luogo dovranno dar conto della bellezza del posto non solo alla Città di Lugano, artefice del prezioso angolo, ma pure alla storia che ha origine nella Città di Mendrisio, dove la vicenda – come documentano e custodiscono i polverosi libri – ha avuto inizio.