
Dopo tre anni di lavoro, un grande passo avanti è stato fatto in direzione della concretizzazione del progetto “Laveggio, un fiume da vivere” per lo sviluppo del Parco del Laveggio. Lunedì 30 gennaio è stato approvato il credito di 625’000 franchi da parte del Consiglio Comunale di Mendrisio, mentre a Riva San Vitale il credito di 80 mila fr. è stato accolto durante la seduta del 23 gennaio. L’altro Comune coinvolto, Stabio, aveva da parte sua già confermato il suo sostegno finanziario al progetto, avendo già effettuato alcuni interventi, con investimenti per 300 mila franchi.
I messaggi sul Laveggio sono stati votati sia a Riva sia a Mendrisio all’unanimità: risultati che riflettono l’apprezzamento per il progetto e il consenso trasversale che si è creato in favore della tutela e della valorizzazione del verde che rimane lungo il fiume, frutto anche dell’impegno dei Cittadini per il territorio iniziato nel 2014 con lo studio “Parco del Laveggio – progetto modello”.
“Laveggio, un fiume da vivere” è un progetto promosso dall’Associazione Cittadini per il territorio che prevede di migliorare la fruibilità pedonale lungo il fiume tra Stabio e Riva San Vitale passando per Mendrisio, grazie al completamento dei percorsi e all’aggiunta di zone di sosta, segnaletica e contenuti didattici per rendere l’area intorno al fiume più accogliente per tutti gli abitanti della regione. Il progetto prende il via da uno studio del 2017 che, su iniziativa dell’Associazione, ha proposto una serie di misure per il riscatto dal degrado e la riqualifica della pianura dell’alto Mendrisiotto. Riconoscendo nel Laveggio un elemento importante di identità territoriale sovracomunale, nel 2020 i Municipi di Mendrisio, Riva e Stabio, insieme al Dipartimento del territorio, hanno sottoscritto una lettera d’intenti per coordinare gli interventi lungo il fiume. Una squadra multidisciplinare composta da architetti, biologi e operatori culturali ha quindi lavorato per tradurne i contenuti in realtà.
Con la conferma dei crediti dei Comuni coinvolti, del Cantone e dell’Ente regionale per lo sviluppo, a cui si aggiungono i generosi contributi di La Mobiliare, partner principale del progetto, e di diversi sponsor privati, il progetto “Laveggio, un fiume da vivere” ha quindi ottenuto il finanziamento per realizzare le misure più importanti, che riguardano il completamento dei tracciati per una percorrenza pedonale ininterrotta dalle sorgenti alla foce del fiume. Continua invece la raccolta fondi per poter realizzare il progetto nella sua interezza.
Giovedì 16 febbraio alle 20, la popolazione è invitata nell’aula magna del Centro scolastico Canavée di Mendrisio, dove verranno illustrati gli sviluppi delle nuove percorrenze pedonali, dell’arredo del Parco e il programma di iniziative di promozione, dal nome “2023 Anno del Laveggio”, così come il percorso didattico naturalistico previsto.
In attesa dell’avvio dei lavori, chiediamo a Grazia Bianchi e a Ivo Durisch dell’Associazione Cittadini per il territorio, quali spinte propulsive e idee hanno animato questo progetto che unisce tre Comuni del Mendrisiotto: Riva San Vitale, Mendrisio e Stabio.
Quando e come l’Associazione cittadini per il territorio ha avviato la riflessione sulla valorizzazione delle aree intorno al fiume Laveggio?
Grazia Bianchi: “Abbiamo iniziato a interrogarci sulla possibilità di arginare il degrado della nostra regione fin da prima della costituzione dell’Associazione avvenuta nel 2010. Il bacino di laminazione, che avrebbe sacrificato un’area pregiata in zona Mulino di Genestrerio, allagandola in caso di piena del Laveggio, è stato il primo oggetto su cui siamo intervenuti nel 2009. Siamo riusciti, anche grazie alla pubblicazione di un quaderno, a rendere attenti i politici della regione e quelli cantonali sui danni che un intervento simile e datato avrebbe causato. L’abbandono di quel progetto per altre soluzioni, ci ha incoraggiati a dar vita all’Associazione”.
Ivo Durisch: “La riflessione sul Laveggio parte da lontano. Il degrado paesaggistico e ambientale del fondovalle del Mendrisiotto era sotto gli occhi di tutti. La politica territoriale dei decenni scorsi, basata su un’edificazione incontrollata, aveva cancellato molte aree verdi, in particolare a Mendrisio aveva stravolto la pianura di San Martino, sottraendola all’agricoltura per destinarla quasi interamente a industria e centri commerciali. Come invertire la rotta? Abbiamo capito l’importanza territoriale e simbolica del fiume Laveggio che ci ha permesso di affrontare insieme tematiche territoriali e pianificatorie che toccavano tutta la cittadinanza: la fruizione del fiume, la valorizzazione dei terreni agricoli, la riduzione dei parcheggi abusivi, la battaglia per Valera. Il Laveggio è così ritornato ad essere la spina dorsale del paesaggio dell’alto Mendrisiotto”.
Come si integra il progetto “Laveggio, un fiume da vivere” con le altre iniziative previste nel Mendrisiotto (Comparto Valera, messa in sicurezza/rinaturazione Laveggio Piscine-Foce)?
Grazia Bianchi: “Laveggio, un fiume da vivere è un progetto complementare agli interventi già realizzati, o in fase di progettazione/realizzazione lungo il fiume: l’obiettivo è di dar loro coerenza e unitarietà. Il Progetto modello prevedeva tra le altre cose la restituzione di Valera all’agricoltura e allo svago quale parte integrante del Parco del Laveggio: siamo dunque molto soddisfatti del recente voto del Gran consiglio che ne ha votato il Piano di utilizzazione cantonale. Per quanto riguarda il progetto Piscine-Foce, si tratta di un’opera di grandi dimensioni che partirà solo fra qualche anno e richiederà lunghi tempi di realizzazione”.
Il progetto, oltre che da Mendrisio, Stabio, e Riva San vitale, è sostenuto anche dal Dipartimento del territorio, dall’Ente regionale per lo sviluppo e da partner privati. Come si spiega questo grande interesse per l’area del Laveggio?
Ivo Durisch: “Nel 2013, quasi per caso, abbiamo partecipato al concorso promosso dalla Confederazione per lo studio di Progetti modello in ambito territoriale. Con sorpresa siamo stati accettati e abbiamo contattato l’Ente regionale per lo sviluppo che subito è stato disponibile, ed entusiasta, a sostenere il progetto insieme alla Confederazione. Da lì è partito anche l’interesse del Cantone, che si è attivato, tra le altre cose, per concretizzare il ritorno di Valera all’agricoltura. A cascata, l’importanza del fiume e di una zona di svago di prossimità nell’alto Mendrisiotto è stata recepita anche dai tre Comuni dove scorre. Credo sia un esempio di pianificazione, in senso lato, dal basso, accolto in seguito dall’autorità. Bisognerebbe riuscire a rafforzare questo tipo di processi, che richiedono però molta energia”.