Il mercato dei momò è entrato nel vivo con tre partenze e due arrivi finora, l’ultimo in ordine di tempo è stato il 26enne, che con i colori del Magnifico Borgo ha già collezionato 73 presenze.
Il Mendrisio si sta preparando al meglio per affrontare il girone di ritorno di Seconda Lega Interregionale e lo sta facendo con diversi movimenti anche in entrata. Dopo aver salutato il portiere Thomas Candeloro, il centrocampista Samuele Messina e l’attaccante Samuele Lago Mille, al Comunale sono arrivati l’estremo difensore Stefan Vidović (21 anni) e, data l’assenza per la squalifica di quattro giornate inflitta ad Antonio Mihaylov per un fallo di reazione nell’ultima sfida di campionato, appunto Axel De Biasi. Il primo è cresciuto nel Team Ticino, difendendo in seguito i pali di Bellinzona e Gambarogno-Contone, mentre il secondo – con cui abbiamo scambiato qualche chiacchiera – ha avuto lo stesso percorso a Tenero, per poi proseguire con le maglie di Chiasso, Mendrisio e Paradiso.
Axel, cosa ti ha riportato al Comunale?
A essere sincero non era mia intenzione cambiare squadra, poi però ho ricevuto l’interesse della società e ho iniziato a prendere seriamente in considerazione l’offerta. Tenendo inoltre conto del fatto che anche la mia vita privata ha avuto cambiamenti importanti, a cui dò la priorità, ho reputato Mendrisio la scelta giusta da fare.
Ci avevi già pensato però in questi ultimi anni, dopo quell’addio a metà stagione?
All’idea di un ritorno vero e proprio no, ma ho sempre sentito d’avere un conto da saldare col Mendrisio per quello che mi ha dato e non nascondo d’aver sempre seguito con interesse i risultati della squadra.
Per te questo è un arrivo per consacrarti o una destinazione momentanea?
Nella mia vita ho cambiato solo due squadre per mia scelta: Mendrisio e Paradiso. La mia volontà è quella di lasciare il segno e un bel ricordo ovunque vado. Ero partito perché sentivo il bisogno di fare un’esperienza diversa e conoscere gente nuova, ora credo d’avere l’età giusta e la maturità sufficiente per consacrarmi.
Qual era stato il tuo ricordo più bello?
Non ne ho uno preciso, ma la stagione 2017-18 dove abbiamo sfiorato le finali è stato un periodo ricco di emozioni che ha contribuito a farmi crescere tantissimo.
Quale differenza hai trovato tra Paradiso e Mendrisio?
A Paradiso sono arrivato in un momento in cui c’era un entusiasmo e una voglia di vincere incredibile, che è presente tuttora. La serietà della dirigenza e dei giocatori mi ha sorpreso, lo testimonia la scorsa stagione in cui siamo arrivati a 90’ dalla Promotion. L’unico difetto è il fattore pubblico: siamo sempre stati poco seguiti rispetto a quanto meritavamo, ma mi auguro che questo cambi a breve, per il bene del calcio ticinese in generale. Al contrario, invece, a Mendrisio l’atmosfera è tutt’altra cosa, il supporto degli spalti lo senti mentre giochi e questo ti stimola a dare sempre di più. È qualcosa che in questi anni mi è mancato tanto e non vedo l’ora di riprovare queste sensazioni.
Cosa pensi della squadra? Rispetto a quattro anni fa sono rimasti in pochi…
Sì è vero, Andrea Cataldo e Giona Mazzetti sono intramontabili, però penso sia fondamentale, in una squadra, disporre sempre di uno zoccolo duro. Aiuta a trasmettere ai nuovi e ai più giovani i valori più importanti della società. La squadra è forte, lo si è visto fin dalle amichevoli di quest’estate e soprattutto con una classifica che parla da sé.
Conosci già qualcuno?
Con alcuni ci ho giocato, altri li ho avuti solo contro, altri li conosco solo di nome, ma li reputo tutti ottimi giocatori.
Qual è il tuo obiettivo?
Quello di contribuire il più possibile a riportare il FC Mendrisio ai livelli che merita!
Finora hai collezionato solo due reti con questa maglia, entrambe in trasferta, quanto dovremo aspettare per vederti gonfiare la rete al Comunale?
Spero al più presto, magari già alla prima contro l’Emmen…