Terra d’artisti dentro un libro

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La chiesa San Francesco di Piazza del Plebiscito a Napoli, opera dell’architetto luganese, Pietro Bianchi, è soltanto una delle grandi imprese eseguite dai capomastri ticinesi in Europa.

Fontana, Borromini, Trezzini, Solari, Maderno… Quanti crediti artistici vanta il Ticino in tutt’Europa! A compendiare il contributo architettonico, ingegneristico e culturale offerto nelle più importanti città europee dalla mano e dalla mente di autori ticinesi – in uno stupefacente “affresco” visivo e documentale – è il libro intitolato, Terra d’artisti – Come i capomastri ticinesi hanno contribuito alla storia dell’arte in Europa (edito da As Verlag di Zurigo) scritto da Omar Gisler, per ora pubblicato in lingua tedesca ma che nel 2023 apparirà anche in lingua italiana.
In ordine cronologico – si va dall’alto Medioevo ai primi decenni del Novecento – tra le pagine del volume sfilano le imprese, corredate da splendide immagini, la biografia dei loro artefici (architetti, ingegneri e artisti ticinesi) e il percorso che li ha indotti a emigrare nelle più svariate capitali e nei capoluoghi. Oltre venti ritratti, attraverso sei secoli, dai più celebri – Domenico Fontana, Carlo Maderno e Francesco Borromini, che hanno lasciato un’impronta tangibile a Roma; Domenico Trezzini che operò a San Pietroburgo, la nuova capitale della Russia creata a partire dal 1703 – ai meno famosi ma non meno importanti: esperti dell’edilizia presenti sui più rinomati cantieri sulla fine della guerra dei trent’anni, seguita da una vasta opera di ricostruzione in centro e nord Europa sul finire del XVII secolo, che ha visto all’opera Filiberto Lucchese, Giovanni Pietro Tencalla e Filippo Caratti, le cui impronte sono presenti a Vienna, Praga e in Moravia. Per gli Asburgo lavorava anche Giocondo Albertolli che a Milano, a quell’altezza cronologica sotto dominio austriaco, rivoluzionò il modo di decorare e ornare gli spazi interni.

Da Roma al Cremlino
All’inizio della cronistoria troviamo invece Pietro Antonio Solari, che lasciò Milano nel 1488 per approdare alla corte dello zar a Mosca dove divenne responsabile per la fortificazione del Cremlino. Nell’Ottocento i ticinesi distintisi all’estero sono invece Pietro Bianchi e Pietro Nobile, il primo a Napoli, il secondo a Vienna: costruirono, rispettivamente, la chiesa di San Francesco di Paola e il Tempio di Teseo. Gaspare Fossati, salvò invece dal crollo la Basilica di Santa Sofia di Istanbul. Il libro si chiude con la lunga serie di dighe e gallerie realizzate dall’ingegnere Giovanni Lombardi nel mondo.
Terra d’artisti è stato illustrato lunedì in una conferenza stampa a Bissone dalla direttrice dell’Organizzazione Turistica Regionale Mendrisiotto e Basso Ceresio, Nadia Fontana Lupi. Diversi gli interventi. A cominciare dai sindaci di Bissone, Andrea Incerti e Melide, Angelo Geninazzi, Comuni che hanno dato i natali a Borromini e Fontana, tra i protagonisti dei cosiddetti Magistri (o Maestri) Comacini che vantano preziosi lasciati in Europa. Geninazzi ha dichiarato fra l’altro che “la sfida è ora quella di trovare materiale didattico per i nostri giovani perché conoscano il valore di questi grandi artisti e delle opere realizzate in giro per il mondo”. Il direttore di Ticino Turismo, Angelo Trotta, ha definito il libro “arricchente, divulgativo, piacevole”, evidenziando l’importanza “del binomio turismo e cultura”.
All’incontro con la stampa ha presenziato anche Marco Solari, presidente del Film Festival di Locarno, che ha curato la prefazione del volume, sottolineando “l’immenso apporto del Ticino alla cultura in Europa e l’immensa genialità degli artisti ticinesi che hanno segnato la storia dell’arte”.
Daniela Mondini, professoressa di storia dell’arte all’Accademia di architettura di Mendrisio e all’Usi di Lugano, dopo un excursus storico sull’ampio periodo che ha caratterizzato le imprese architettoniche, ingegneristiche e artistiche dei protagonisti ticinesi, ha lodato le qualità del libro, auspicando una versione italiana ma pure una inglese da destinare alle ambasciate di tutto il mondo quale carta da visita della Svizzera italiana, dispiacendosi tuttavia per la mancata inclusione nel volume di una donna: “avrebbe potuto essere Flora Ruchat, prima professoressa di progettazione architettonica al Politecnico Federale di Zurigo”. L’autore del libro, Omar Gisler, ha ammesso l’omissione, spiegando tuttavia che l’elenco degli architetti da recensire è lungo e che servirebbe un altro libro e soprattutto occorrerebbe trovare finanziamenti.