“A Salorino una storia politica tumultuosa”

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Sindaci a corta scadenza (spesso una legislatura e a volte anche solo 2 anni), partiti e coalizioni in continua evoluzione e anche un quadriennio disperato – l’ultimo vissuto in autonomia dal 2000 al 2004 – durante il quale si sono contate 4 dimissioni in Municipio. Di certo non è stata banale la vita politica di Salorino, Comune di piccole dimensioni che nel 2004 si è aggregato a Mendrisio. Della vita politica dal 1903 in poi, ne ha fatto la sua più grande passione Lorenzo Fontana che vive tuttora nel quartiere e vi ha ricoperto la carica di vicesindaco dal ‘68 al 1972, poi municipale fino al 1988 e da quel momento per due quadrienni è stato consigliere comunale. In pratica 28 anni fra i banchi.

In redazione Lorenzo Fontana viene con un classificatore grigio nelle mani. È fitto di date, nomi di candidati, eletti e proponenti. Fogli su fogli battuti a macchina con grande cura a ricostruire le svolte, le tensioni e le vittorie politiche macinate a Salorino per oltre un secolo di storia. E noi pensiamo che tutto questo materiale potrebbe trasformarsi in una pubblicazione a memoria del paese. Lo definisce un hobby il suo, coltivato accanto agli impegni professionali e di famiglia.

Nato nel 1939, oggi Lorenzo Fontana ha 83 anni. Che mestiere ha fatto?
Tre mestieri. In Ticino non c’era lavoro e così all’inizio sono partito per Grenchen e vi sono rimasto 2 anni a lavorare in una fabbrica di orologi. Quell’anno ricordo che la temperatura scese in modo incredibile… fino a 33 gradi sotto lo zero! Appena è stato possibile sono rientrato a Salorino e ho lavorato per 7 anni in via Rancate dove c’era un punto di spedizione-camicie. La ditta chiuse e venne spostata a Lugano. Mollai quell’impiego e feci il concorso per lavorare al “Manicomio” a Mendrisio (così veniva chiamato l’attuale OSC). Tre anni di scuola per diventare infermiere psichiatrico e poi tutto un percorso professionale che mi è piaciuto.

Quando aveva il tempo di coltivare l’hobby della politica?
Quando l’alternanza dei turni mi lasciava una giornata libera, di mattina mi occupavo delle incombenze contadine fra conigli e vigneto e il pomeriggio ricostruivo l’iter politico di Salorino.

Come è nato il suo interesse per la politica del paese e per i partiti?
Devo dire che il mio papà era stato sindaco dal 1940 al 1942. Si chiamava Emilio Fontana e morì quando era in carica in un incidente. C’era la guerra e quel giorno – era il 12 aprile del 1942 – era impegnato a Genestrerio. Disse che la sera sarebbe rientrato a casa per festeggiare il mio compleanno e invece non arrivò mai. Al suo funerale io avevo appena 3 anni. Mio fratello nacque 3 mesi dopo. Ricordo che in famiglia e con gli amici si parlava di politica e delle tensioni fra la corrente liberale e quella PPD. La sentivamo la politica! A Salorino del resto non c’era niente a parte la chiesa. Del football non capivo niente. L’unico intrattenimento poteva essere seguire per radio il Giro di Italia e di Francia.

Sfogliando il suo dossier, notiamo che il ‘48 è stato… un 48! Cosa è successo?
Io avevo 9 anni. Ricordo che il paese rimase diversi mesi senza sindaco. Era stata presentata solo la Lista Concordia. Vennero eletti due Liberali, 2 Conservatori e 1 Socialista. Le poltrone di sindaco e vicesindaco andarono ai Conservatori e un mese dopo i due municipali Liberali rinunciarono alla carica così come il loro supplente. Il Dipartimento degli Interni ci disse di pubblicare nelle varie frazioni un annuncio per trovare altre persone. Per le poltrone vacanti si presentarono e vennero eletti altri due Conservatori. Le tensioni aumentarono e si sa che nel 1950 il sindaco Santino Pestoni non figurava più nei documenti (presiedeva il vicesindaco Tullio Marazzi). Nel dicembre del 1950 in effetti il sindaco fu costretto a lasciare la carica per trasferimento a Morbio Inferiore, in seguito alla protesta di un gruppo di cittadini portata al Dipartimento competente. Viene eletto nuovo sindaco Alessandro Cremonini e siamo al 16 dicembre 1950.

Ho visto che le percentuali di voto erano molto più elevate di quelle che si registrano ai giorni nostri…
Sì, eccome. Si viaggiava attorno all’85% degli iscritti in catalogo e quando nel 1969 venne concesso il voto alle donne, equilibri politici e percentuali subirono dei bei scossoni. In quell’anno ricordo che avevamo un centinaio di uomini iscritti in catalogo e con l’aggiunta delle donne arrivammo a 170 possibili votanti. Nel concedere il voto alle donne – va ricordato – Salorino non fu estremamente generoso. Su un totale di poco più di 100 iscritti in catalogo, solo 47 si recarono alle urne. Il risultato fu sorprendente: 23 voti favorevoli e 23 contrari, nonché una scheda bianca.

Cosa altro cambiò con l’avvento del voto alle donne?
Il corpo elettorale era notevolmente aumentato e in pratica era molto difficile se non impossibile raggiungere il quorum legale minimo (circa una quarantina di cittadini) per svolgere l’Assemblea comunale. Per cui, tramite petizione popolare, si ritenne opportuno istituire il Consiglio comunale che venne eletto per la prima volta il 21 aprile del 1974: 11 seggi andarono al Gruppo Salorino e 10 seggi al PPD. Con le elezioni del 1976 i rapporti di forza in Consiglio comunale non mutarono ma alle due liste maggiori se ne aggiunse una terza denominata “Indipendente”: raccolse 10 schede ma nessun seggio.

Erano anni di cambiamenti partitici.
In effetti nel 1980 entrò in scena la lista del PSA; fu l’unica volta che appariva una lista dichiarata di sinistra. Raccolse 11 schede per il Municipio e 14 per il Legislativo, erodendo al PPD un seggio in Consiglio comunale. Nel 1992 altro cambiamento: con l’avvento della Lega dei Ticinesi lo scenario mutò notevolmente nel Consiglio comunale. Il Gruppo Salorino perse la maggioranza assoluta.

Parliamo ora di come venivano chiamati i partiti.
Se guardiamo il periodo 1904-1908 troviamo nei documenti una lista denominata “Concordia” sotto la quale figuravano tutti i candidati. Nel 1908 già scendevano in campo tre liste: i “Franchi Liberali”, la “Buona Amministrazione” ed il “Gruppo Generoso-Liberale”. Risalendo un po’ nella storia troviamo nel 1916 2 liste: “Gruppo Militi” e “Gruppo Pro Pace” con all’ultimo minuto anche “Gruppo Sociale”. Nel 1952 viene presentata una lista “Gruppo Generoso” e un’altra “Gruppo Unione”. Nel 1960 la lista è una sola – l’“Unione” – e l’Esecutivo viene nominato in forma tacita. Il clima torna a scaldarsi nel 1964 con due liste – “Gruppo Generoso (ex Conservatori) e Lista dei Liberali: iscritti in catalogo 109 cittadini, votano in 105 (praticamente il 98%!).

Molti sindaci hanno lasciato la carica dopo 4 anni, 2 o addirittura dopo 1 anno . Ma ci sono stati anche sindaci più duraturi…
Il record – che io ricordi – va a all’ingegner Luigi Brenni che è stato in carica per 28 anni nel periodo dal 1968 al 1996. Invece è vero, in passato la sedia scottava…

Gabriele Gianolli è stato l’ultimo sindaco di Salorino autonomo, giusto?
Sì, dal 1996 al 2004, per due legislature dopodiché ci siamo aggregati al Comune di Mendrisio. A quel punto il nostro sindaco è quindi diventato Carlo Croci che era già in carica dal ‘94 e lo è stato per 24 anni fino al 2018 quando è poi stato eletto l’attuale sindaco di Mendrisio ossia Samuele Cavadini.

Come vede oggi l’attuale quartiere di Salorino?
La passione per la politica è scemata. Salorino oggi è diventato un paese dormitorio.

Lei che ha visto al lavoro così tante compagini municipali ed ha seguito l’evolversi di gruppi partitici in un paesino come Salorino, cosa si sentirebbe di dire a chi fa politica oggi?
Certo Mendrisio è Mendrisio ed i quartieri – come è il caso di Salorino e Meride – sono un po’ sparpagliati nel territorio. A maggior ragione credo che è importante tenere insieme le realtà e mantenere vivi i quartieri. A Salorino, ad esempio, dicono che vogliono fare qualcosa nell’ex Palazzo comunale e la sera, ogni tanto, vedo accese delle luci… chissà speriamo!