Conducono fra la sterminata natura che tanto siamo soliti ignorare, calpestare, disconoscere e affondano lo sguardo nella terra – l’humus, che è prova degli umili – le pagine, raffinate, della nuova raccolta di Alberto Nessi, dall’originale titolo, La seconda bellezza. Poesie vegetali (Interlinea).
Sin dalla prima sezione del volume, tascabile eppure fitto di poesia e componimenti di varia ampiezza, il lettore è percorso da un lessico colto e preciso che nomina con l’esatto termine una moltitudine di vegetali – di qui certamente si intuisce e si spiega una parte del titolo del volume, mentre la seconda bellezza richiama alla fioritura, sostantivo rintracciabile e ricorrente in più poesie del libro, ma evoca anche rinascita, una nuova scoperta e meraviglia che il poeta ci mostra con continuità, pagina dopo pagina. Piante rappresenta l’ouverture della silloge, nome di cose alle quali Nessi presta il massimo e sensibile ascolto, fino a porre in dialogo natura, umanità e accadimenti, inclusi i più tragici e universali: Gli alberi sentono la tempesta che sradica/deboli schiavi braccati/lungo le frontiere d’Europa.
Tra l’elenco dei tanti fiori enumerati, la Ginestra, implicita lode ai Canti di Leopardi. Ma la natura è pretesto per Nessi per proclamare anche precise scelte di campo, in cui dire con forza, battaglia civile, dove sia preferibile posizionarsi: Io sono con te, urla dall’alto/il dio del supermarket. Ma io no/io sono con la strada, la mia anima – ciò che rimane di lei -/ha il colore della farfalla dal volo incerto/tra un fiore e l’altro del prato.
Nelle liriche, piante erbacee, foglie, fiori luminescenti non vengono soltanto descritti nel loro habitat, talora con dolorosa impersonificazione; si accompagnano inoltre alla memoria di persone, di luoghi, occasioni. Uno specchio dell’umanità. Nessi, appassionato del verde – basti raffigurarselo immerso tra orti e giardini nella sua casa di Bruzella, villaggio su un declivio a terrazzi sulla sponda sinistra della Valle di Muggio, certamente suo locus amoenus e fonte di tante meditazioni e scrittura, dove potrebbero aver trovato linfa buona parte delle poesie vegetali de La seconda bellezza.
Luce rappresenta poi un altro termine importante: Siamo sempre in fuga/da noi stessi, alla ricerca di una luce/che non s’accende se non il mattino/quando siamo soli e un ramo s’agita al vento/del più bel temporale d’estate.
Notevole la sezione intitolata, Ogni oltraggio – che le note dell’autore chiariscono essere stata scritta nell’estate del 2014, durante la cura di radio e chemioterapia in vista di un intervento chirurgico e pubblicata parzialmente in un libro d’arte per conto della Lega ticinese contro il cancro. Una serie, nella nuova raccolta, suddivisa in ventidue movimenti. L’ultima sezione del volume narra di un’altra pianta che si aggiunge alle tante già convocate – e che rappresenta pure un rimedio omeopatico: Dulcamara. Note di diario. Proprio come un diario, la serie reca a titolo di ogni poesia numerose date, che partono dal gennaio 2019, fino a giungere al 2022, al presente più prossimo, con l’ultima, splendida lirica che ha il dono di costituire la chiusa ideale, conferendo all’intera silloge respiro e circolarità: Invocazione a Dafne, “da intendere come nome della Ninfa – presente in modo indimenticabile nelle Metamorfosi di Ovidio – e come pianta (Daphne mezereum)”, chiarisce Nessi nelle note. Tra le richieste invocazioni a Dafne: non tenere per te la tua speranza/ma spezza la catena che c’imprigiona/facci spuntare germogli come i tuoi (…).
Le note informano pure la genesi di altre poesie, come quella dal titolo Aconito, equiseto, frassini e altre piante, “cronaca di una passeggiata in valle di Muggio, lungo il torrente Breggia”. Un’altra perla racchiusa nell’opera. Sabato 19 novembre l’autore, nel giorno del suo 82esimo compleanno, sarà presente Dal Libraio di Mendrisio dalle 10 alle 12 per dedicare e firmare la raccolta poetica.