Il valore di “andar per castagne”

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Nella foto da sinistra Giona Mercolli, Paolo Bassetti, Carlo Scheggia e Beatrice Fasana.

Lasciamoci stupire dal castagno. Indipendentemente dalla siccità, riscontrata soprattutto nel Mendrisiotto, la famosa pianta che dona alla natura il prelibato frutto contenuto nel riccio è simile alla vite. Quindi? Si può parlare di raccolta anticipata, anche se forse le castagne saranno di dimensione più piccola. Infatti alcuni castagni stanno già facendo cadere a terra la preziosa materia prima che verrà poi utilizzata anche per farina, fiocchi di castagne e vermicelles.

A parlare di questi temi, ma pure della valorizzazione e della promozione della raccolta alla stampa, durante un incontro svoltosi lunedì al vivaio forestale cantonale di Morbio Superiore, c’erano Paolo Bassetti (centri raccolta del Canton Ticino), Carlo Scheggia (forestale e membro dell’Associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana), Giona Mercolli (capo al vivaio forestale di Lattecaldo) e Beatrice Fasana (direttore presso Sandro Vanini Sa). L’argomento messo in luce è stato appunto il progetto “Castagnamo” – nato alcuni anni fa – che ha come obiettivo quello di informare la popolazione in modo corretto e preciso dell’importanza di un frutto che caratterizza da sempre il nostro territorio, per ragioni naturalistiche, culturali e sociali; mettendo in evidenza la sua filiera. La castagna ticinese entra infatti di diritto in quel paniere di prodotti locali di eccellenza e caratteristici, sempre più richiesti ed apprezzati dal mercato, oggi più che mai sensibile anche agli aspetti legati all’ecosostenibilità.
Carlo Scheggia dell’Associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana durante l’incontro ha dichiarato che, grazie alla pubblicità sulla raccolta delle castagne, i quantitativi aumentano di anno in anno. “Importante per noi è anche far conoscere questo frutto nelle scuole, ma pure invogliare le persone ad andar per castagne, rispettando le proprietà (selve castanili) e portando ai centri di raccolta un prodotto sano e pulito”. Ricordiamo che l’Associazione è nata nel 1999 con lo scopo di raggruppare gli interessati al castagno, alle castagne e alle selve castanili (e al loro recupero). È grazie a un reticolo di enti e di istituzioni, ma anche di persone appassionate, che l’associazione può festeggiare i successi ottenuti in 30 anni di attività legati alle selve castanili e 20 di vita dell’associazione stessa. Tutti gli attori coinvolti, ognuno nel proprio campo di competenza e con le proprie capacità – ma tutti raggruppati attorno all’obiettivo di valorizzare in chiave moderna queste porzioni territoriali – si sono impegnati per far riconoscere l’importanza paesaggistica ed ecologica, ma anche economica delle selve castanili. Senza dimenticare la castagna che rappresenta a livello economico un bene di grandissimo valore e che deve essere ancora di più valorizzato. Fin dalla sua costituzione l’associazione si è chinata sul tema della raccolta centralizzata delle castagne cercando di fare da tramite tra i raccoglitori e le strutture commerciali presenti in Ticino. Si tratta ora di fare un ulteriore passo in avanti facendo in modo che la raccolta delle castagne indigene sia incentivata grazie al fatto che i raccoglitori ricevano un adeguato contributo per il prodotto che forniranno. “Grazie all’impegno di Paolo Bassetti e della Sandro Vanini SA, oltre che al contributo messo a disposizione da parte di Alto Fusto Suisse, ci auguriamo sarà possibile aumentare il quantitativo raccolto e messo a disposizione del mercato nazionale con prodotti naturali a base di castagne”, ha concluso Carlo Scheggia.
Il capo azienda al vivaio forestale Giona Mercolli ha spiegato invece perché nel 1960 è stata creata l’azienda cantonale a Lattecaldo: “diversi anni prima (intorno al 1948) i castagni presentavano la malattia del cancro corticale, fatto che allarmò le autorità e i tecnici. Il caso peggiore ipotizzato fu quello di eliminare quasi totalmente le selve castanili e il compito del vivaio era quello di trovare delle specie sostitutive. Per fortuna non si è arrivati a tanto, e negli anni le malattie non sono certo mancate (per esempio il cinipide e il mal d’inchiostro). Il castagno è fragile di salute, ma è riuscito a resistere fino ad oggi… è difficile fare previsioni per il futuro, ma già in passato si è rivelato più coriaceo di quello che sembra e non è detto che sappia stupirci nuovamente, o almeno questa è la speranza”. Accanto alle piante da frutto e agli alberi a Lattecaldo l’assortimento di castagni prevede un tipo di marrone (Lattecaldo) e tre varietà locali che sono state selezionate in collaborazione con l’associazione dei castanicoltori: luina, torcione nero e bunée negro. Inoltre viene prodotto anche un ibrido euro-giapponese (sativa x crenata) che risulta leggermente più resistente al cancro corticale e che produce castagne di grosse dimensioni adatte per la lavorazione in farina. Si tratta della bouche de bétizac.
Paolo Bassetti, responsabile dei centri di raccolta del Canton Ticino ha messo in luce come “negli scorsi anni la risposta della popolazione è stata spesso molto significativa, come nel 2019 con la consegna di quasi 60 tonnellate di castagne e l’anno scorso con ben 75 tonnellate! Anche quest’anno vorremmo poter contare su un buon raccolto e siamo fiduciosi che molti andranno a raccogliere le castagne e consegneranno i quantitativi che non sono consumati in famiglia ai centri di raccolta (orari e modalità nel box verde qui sopra). Un’ampia partecipazione della popolazione alla raccolta sta alla base di tutto il progetto di valorizzazione della castagna ticinese. Ricordo che grazie alle varie possibilità di utilizzo – dalla vendita fresca per le caldarroste, all’essiccazione e alla trasformazione – anche le castagne di piccole dimensioni sono molto apprezzate. Ancora un appello: se trovate delle castagne estremamente grandi, provengono con grande probabilità da alberi coltivati di varietà ibride Eurogiapponesi e queste castagne extra grandi vanno consegnate separatamente dalle tipiche castagne ticinesi!”.
Beatrice Fasana, direttore alla Sandro Vanini Sa, ha infine spiegato che l’azienda di Rivera rappresenta l’anello finale della filiera della castagna ticinese, ovvero l’elaborazione di tutti quei frutti che per calibro non possono essere destinati al consumo fresco. Così, tutto il raccolto delle castagne ticinesi viene valorizzato e permette la creazione di prodotti di eccellente qualità, come la purea o la crema di castagne, oggi molto richiesti sia dall’industria sia dal mercato al dettaglio in Svizzera”.