Confronti e dialoghi. Artisti appartenenti a scuole diverse “si parlano” attraverso l’attuale allestimento curato dalla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate.
Dopo l’inaugurazione della struttura negli anni Sessanta, le collezioni della Pinacoteca hanno continuato ad accrescersi grazie a donazioni, acquisti e depositi che sono andati a rendere maggiormente significativa la presenza di alcuni autori e hanno colmato talune lacune.
La serie di esposizioni intitolata “La Züst dopo Züst” punta i riflettori sul patrimonio che anno dopo anno ha impreziosito le raccolte. L’esposizione, a rotazione, suggerisce approfondimenti e invita a soffermarsi sull’unicità delle opere custodite a Rancate.
Il successo raggiunto nel 2009 dalla presentazione al pubblico della raccolta di Riccardo Molo (1883-1934), uomo d’affari ticinese coetaneo di Giovanni Züst, ha spinto la Pinacoteca a riproporne elementi significativi.
La passione nutrita da Molo per l’arte italiana lo esortò durante la sua vita ad accaparrarsi i pezzi migliori di diverse “scuole regionali”: Previati, Mosè Bianchi, Segantini, Delleani, Cabianca, Pasini, Delbono. L’imprenditore stabilitosi a Balerna ebbe inoltre contatti con artisti a lui contemporanei come Guido Gonzato con il quale si consultava in vista di nuove acquisizioni, come spiega a l’Informatore Alessandra Brambilla, collaboratrice scientifica della Pinacoteca. Nella collezione Molo sono presenti due opere di Giovanni Fattori; “La diligenza a Sesto” riassume in maniera esemplare le ricerche sul vero condotte dall’artista nell’arco della sua lunga attività. Accanto ad esso è possibile vedere una tavoletta raffigurante una “Masseria con pergolato”. Un altro nucleo di particolare rilievo è costituito dalle opere dell’artista ferrarese Gaetano Previati. Di particolare importanza è il “bozzettone” per “Maternità”, una delle opere capitali di Previati e della pittura italiana dell’Ottocento.
Le collezioni Molo e Züst hanno ora l’opportunità di dialogare a Rancate, completandosi a vicenda. Nella sala a doppia altezza, al piano terra del museo, è stato dato particolare rilievo a questo gioco di rimandi: Antonio Rinaldi viene accostato a Giovanni Carnovali detto il Piccio, mentre il “Laghetto alpino” di Gioachimo Galbusera strizza l’occhio al “Lago di Lecco” di un giovane Giovanni Segantini.
Un’altra sezione dell’istituzione cantonale è dedicata a Giuseppe Antonio Petrini, uno dei protagonisti del Settecento Lombardo. Restando in un’ottica di confronto, ad essi si affiancano una “Madonna immacolata” di Giovanni Battista Ronchelli e due depositi presentati per la prima volta: un Petrini che raffigura “I Santi Paolo Eremita e Antonio Abate” e un “Ritratto di frate” di Giacomo Ceruti, opera apprezzata da Giovanni Testori che amava riconoscervi le fattezze di Fra Cristoforo di manzoniana memoria.
Il quartetto di opere del caravaggesco Giovanni Serodine costituisce l’apice delle collezioni di Giovanni Züst. Ad esso, nell’attuale allestimento, è stata accostata una “Scena di sacrificio” di Pier Francesco Mola, acquistata dal Comune di Coldrerio (paese di origine del pittore) nel 2012, in occasione dei quattrocento anni dalla sua nascita.
Il XVI secolo, fino a pochi anni fa, non era documentato nelle collezioni del museo rancatese. Questa lacuna è stata colmata dallo Stato nel 2017 con l’acquisto di un dipinto di Francesco De Tatti, il pittore più significativo del Rinascimento nell’area varesina, parte del polittico già sull’altare maggiore della chiesa di Santo Stefano a Rancate che sorge accanto alla Pinacoteca. Il pubblico che visita in questo momento le sale della struttura ha modo di ammirare anche un’intrigante tavola datata intorno al 1510 e raffigurante un’“Adorazione dei Magi” di autore ignoto.
La Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate è aperta da martedì a domenica dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17.