Mendrisio, la preparazione va a gonfie vele

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L'attaccante dei bianconerorossi Stefano Gibellini a segno contro il Malcantone. © Mattia Allevi

La preparazione del Mendrisio ha preso la direzione giusta. La formazione a disposizione di Amedeo Stefani ha dato segnali importanti durante il precampionato.
Manca solo un’amichevole prima dell’inizio del campionato di Seconda Interregionale del Mendrisio, previsto per sabato 20 agosto alle 18 in casa contro il Cham II. Tanti sono stati gli avversari incontrati durante la preparazione: Paradiso (Prima Lega) 2-2, Taverne (Prima Lega) 3-1, Arbedo-Castione (Seconda Lega) 3-4, Chiasso (Promotion League) 0-2, Castello (Seconda Lega) 4-1 e Malcantone (Seconda Lega) 3-1, per un totale di tre vittorie, un pareggio e due sconfitte.
Rispetto alla scorsa stagione la rosa è più lunga e probabilmente anche più competitiva. Se lo scorso anno le punte centrali dei bianconerorossi arrancavano, quest’anno il problema potrebbe essere stato risolto con gli acquisti di Riccardo Bini (ex bomber del Novazzano) e Stefano Gibellini (capocannoniere del girone A dell’Eccellenza lombarda con la Castanese). Proprio quest’ultimo, è andato in rete per sette volte nelle ultime due amichevoli. Si tratta pur sempre di calcio estivo, è vero, ma i segnali sembrano essere incoraggianti.
In settimana abbiamo raggiunto il 26.enne per un’intervista sul suo primo mese in Ticino.

Cosa ti ha spinto a vestire la maglia del Mendrisio?
La motivazione principale è stata la voglia di cambiare ambiente, sia dal lato sportivo, che reputo importante, sia come nuova esperienza di vita. Il mio obiettivo è quello di trasferirmi qui e, se tutto va bene, iniziare un’attività professionale sul posto. Inoltre volevo affrontare un campionato di un certo livello e di Mendrisio ho sempre sentito parlare quando ero in Italia, perché penso sia una delle piazze più importanti della regione e credo che meriti almeno una categoria superiore. Poi dal primo contatto con Nicola Salerni e Luca Roncoroni, che sono delle bellissime persone, ci hanno messo poco a convincermi.

Come ti sei trovato in questo primo mese?
Durante le prime due settimane mi sono dovuto ambientare nella nuova realtà, dato che ci sono delle metodologie un po’ diverse. Soprattutto in preparazione, perché a differenza della Svizzera in Italia stiamo fermi per più tempo durante l’estate. Per il resto mi sono trovato benissimo con i compagni e lo staff. Mendrisio è una società organizzata che non ci fa mancare nulla, si vede che si vogliono fare le cose in maniera professionale.

Che tipo di calcio hai trovato in queste prime amichevoli?
È ancora presto per farmi un’idea ben precisa perché abbiamo giocato solo contro squadre di altre categorie. A primo impatto, però, trovo che in Italia il calcio sia un po’ più tattico. Qui si gioca più a viso aperto e quindi si creano molte più occasioni per noi attaccanti fortunatamente (ride, ndr). In Ticino, ma anche dove sono abituato, c’è molto agonismo, così come la prestanza fisica, che è fondamentale nel calcio moderno.

Che genere di attaccante sei? Quali sono le tue qualità?
Sono duttile, penso di riuscire ad adattarmi bene in tutti i ruoli del reparto offensivo. Negli ultimi anni ho giocato molto da esterno, ma pure da prima punta o nella coppia offensiva di un 4-4-2 ad esempio. Poi sarà a discrezione del mister decidere in che ruolo mettermi in campo. Sono un attaccante abbastanza forte fisicamente, mi piace giocare l’uno contro uno con il difensore, proteggere palla e far salire la squadra e sono anche abbastanza veloce per andare in profondità.

Cosa ti hanno raccontato della Seconda Inter?
Che è un campionato strano. Alcuni mi dicono che è più complicato della Prima per le squadre che ambiscono a fare bene come noi. Questa lega è insidiosa, si può vincere e perdere con tutti gli avversari, non esiste una squadra materasso. Ogni partita è a sé stante, bisogna mantenere la concentrazione e curare i dettagli perché una sfida sulla carta scontata può trasformarsi in qualcosa di complicato. Soprattutto qui a Mendrisio, dove gli altri club vengono per dare il massimo e qualcosa in più, poiché è una piazza importante.

Come arrivi alla prima di campionato?
Io sono sempre pronto quando si parla di giocare. Non vedo l’ora perché abbiamo fatto trecentomila amichevoli (ride, ndr), come mai ne ho fatte in passato. Sono in attesa di una partita importante dove vengono messi in palio i tre punti. Non aspetto altro che l’inizio del campionato anche per incominciare con il piede giusto. Farlo con una vittoria ti dà fiducia nei propri mezzi ed è fondamentale, soprattutto per il numero esiguo di squadre.