Dare valore a ogni storia

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Nulla di nostalgico o celebrativo. Il progetto “‘Na vita intrega” con i suoi ritratti di 50 arognesi nati prima del 1940, scaturisce invece dalla volontà di dare valore a ogni persona, a ogni storia, all’attitudine individuale di chi ha superato gli ottant’anni adeguandosi alla vita, facendosi forza, trovando il modo di andare avanti. “Ogni abitante di Arogno costituisce un tassello importante della nostra comunità, sia esso originario di Arogno, sia che abbia origini in altri luoghi”: è questo uno dei principi fondamentali sui quali si è basata la Commissione Culturale municipale per compiere questo percorso della memoria che avverrà in alcune tappe. La prima consiste in un’esposizione di Urban art all’interno del paese con i ritratti degli anziani realizzati dalla fotografa Flavia Leuenberger Ceppi. Il vernissage è previsto sabato 10 settembre alle 15 in Piazza Valécc.

I pannelli fotografici – di dimensioni 1 metro x 1 metro – sono stampati su tela resistente a luce e acqua. Verranno fissati alle persiane e ricadranno dolcemente in verticale lungo la parete sottostante. Il progetto valorizzerà vie e piazze del nucleo coinvolgendo gli edifici dei proprietari che hanno dato il loro assenso. La mostra open air durerà fino a domenica 9 ottobre. La medesima esposizione – in questo stesso periodo – verrà allestita in dimensione ridotta nella sala comunale.
Su circa 76 abitanti nati prima del 1940, sono 50 coloro che hanno deciso di lasciarsi immortalare dalla giovane fotografa che ha utilizzato una macchina analogica anni Settanta, quindi con un vero rullino, durante gli incontri individuali, dove ci si è preso il tempo di conoscersi, chiacchierare e decidere insieme gli scatti. Ogni persona ha scelto dove desiderava essere fotografata, così da poter trasmettere in modo naturale la propria personalità, la propria natura. Alcuni dei nati prima del 1940 hanno invece declinato l’invito a farsi fotografare, accettando tuttavia di prestarsi per le interviste. Già. Perché la seconda fase del progetto comporta la raccolta di testimonianze fra gli anziani a proposito di quella che è stata la loro formazione (scuola o apprendistato) e l’esperienza che hanno maturato nel mondo del lavoro. Emergono storie intense e anche molto attuali per certi aspetti, ad esempio nelle attitudini che hanno aiutato le persone a reggere sforzi e cambiamenti (nello schema a destra riproduciamo alcune frasi estrapolate dalle interviste).
Lo step successivo alla mostra di Urban-art sarà dunque la pubblicazione di un libro con i ritratti e le interviste corredato da spezzoni audio che saranno caricate sull’Archivio comunale del paese. La Commissione ha cercato di esercitare il rispetto in ogni azione, in ogni contatto, in ogni approccio, ecco perché il progetto si è modellato e si modellerà in una stretta relazione fra coloro che si sono messi a disposizione e chi attinge ai “pozzi” della loro memoria ed esperienza. La Commissione Culturale, di cui è presidente il capo del Dicastero cultura e territorio Kevin Casellini, ha seguito la sua pista prendendo avvio dalla realtà arognese per affrontare altri orizzonti, esplorare realtà storiche e geografiche ben più ampie. Si parte cioè da una dimensione micro per conoscere e capire il macro. Dalle interviste centrate sui temi della scuola e del lavoro nella vita di queste 50 persone, stanno emergendo temi molto forti, vibranti che riflettono contesti storici, geografici, economici e sociali molto ampi. Immagini e testimonianze (scritte e audio) permetteranno anche di tracciare una radiografia degli anni della guerra e del dopoguerra grazie a contributi autorevoli (si pensa al côté storico, economico, filosofico, antropologico, artistico, ecc.). L’idea è quella di contestualizzare i racconti. Considerare l’effetto di questi racconti del passato sui bambini e gli adolescenti di oggi è un’altra componente della seconda parte del progetto, ossia quella prevista con la pubblicazione. Si tratta dunque di un progetto in divenire che sta già mostrando i suoi effetti sulla socialità. Fra chi ha partecipato alla fase dei ritratti, è nata la voglia di ritrovarsi, incontrarsi. Da questo profilo, il progetto di Arogno mostra dei punti in comune con quello vissuto lo scorso anno a Rovio con la Street art di Yuri Catania: grazie ai suoi accostamenti fra “gatti veri” e “gatti umani” si è notata una certa rinascita di rapporti sociali in paese. Anche in questo caso, il discorso è partito dall’arte e dagli abitanti. Ma torniamo ad Arogno dove le autorità comunali hanno stanziato un credito per portare avanti questo progetto della memoria e dove esiste la volontà di mantenere un’identità precisa. Il Comune di Arogno promuove infatti l’Archivio della memoria come iniziativa culturale e strumento di salvaguardia della sua storia attraverso la raccolta di testimonianze orali, fotografie e documenti.
Fino agli ultimi decenni dell’Ottocento gli abitanti di Arogno condussero un’economia di sussistenza che rendeva la comunità autosufficiente. Appena si insediarono le fabbriche di pezzi di orologi molte famiglie si specializzarono anche nel campo dell’orologeria. La doppia economia, agropastorale e industriale determinò i rapporti sociali, politici, economici e transfrontalieri del paese.