Rovio, taglio che fa male

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Il campanile segnava in quel momento l’ora della delusione per diversi cittadini.

Tre ippocastani e mille polemiche a Rovio. La sera del 18 maggio scorso sono apparsi in piazza dei cartelli che invitavano a spostare le auto in vista del taglio alberi. Tutti hanno pensato a una sfrondata o alla potatura di rami secchi. Invece la mattina seguente, l’azienda Afor di Lattecaldo ha iniziato a recidere gli ippocastani secolari. Senza nessun preavviso e senza spiegazioni veniva spazzata via una parte della storia del paese ai piedi del Monte Generoso. Increduli ma soprattutto sconcertati, diversi cittadini si sono radunati in piazza e un gruppetto di donne ha perfino circondato una pianta ostruendo l’intervento. “Un gesto spontaneo, di pancia” spiega una di loro. Sul posto sono giunti a mediare il municipale Giovanni Muratore col quale la gente ha dialogato e anche una pattuglia di Polizia per sedare gli animi. “Sono malati” è stato ripetuto più volte in piazza e qualcuno un po’ per verificare di persona e un po’ per ricordo si è portato a casa dei pezzetti di tronco. I tre alberi sono stati tagliati e al loro posto – poche ore dopo – sono stati piantati tre giovani aceri. Nel frattempo è montata la polemica fra la rabbia per il sacrificio “green”, la perdita del valore simbolico e identitario degli ippocastani di piazza e la mancata informazione (cfr. la lettera di alcuni cittadini a pagina 8). Si sono visti anziani con le lacrime agli occhi. Questi sono i fatti.
Degli ippocastani in piazza non rimane traccia. In paese restano invece tre domande: a quando risale la perizia che ha condannato le piante e cosa dice; perché è mancata la necessaria informazione alla popolazione e perché è stata scelta questa stagione per l’operazione. Sappiamo che, dopo varie discussioni, alla decisione definitiva di abbattere i tre alberi secolari era giunto il Municipio di Rovio nel novembre dello scorso anno (mancavano 5 mesi all’aggregazione). Era poi stata mandata avanti la delibera con l’assegnazione dei lavori all’Azienda forestale di Lattecaldo con il vivaio che ha individuato in quello attuale (prima della piena estate) il periodo giusto per mettere a dimora i tre giovani aceri appena piantati. Non sappiamo invece cosa contiene la perizia e lo chiediamo all’attuale sindaco di Val Mara Jean-Claude Binaghi. “Secondo la perizia – che risale al luglio del 2021 – gli alberi avevano un problema di instabilità. La perizia diceva che bisognava fare degli staffaggi ovvero ancorare gli ippocastani a dei blocchi di cemento”. La soluzione degli staffaggi non ha convinto il Municipio. La piazza avrebbe guadagnato in sicurezza ma avrebbe perso in spazio e fruibilità? Non sarebbe neppure stata più la stessa dal punto di vista estetico? In ogni caso, le ragioni della scelta non sono state comunicate ai cittadini. “Sì, è evidente che è mancata la comunicazione necessaria.; – ammette Binaghi – in questo senso c’è stato un errore, mi sembra evidente”. Il neo Comune fa della comunicazione una delle sue forze e quindi l’attenzione, da qui in avanti, sarà ancora maggiore.