Chiarezza sul futuro di Vigino

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Era da un po’ di tempo sulla scrivania del Municipio di Castel San Pietro lo scritto riguardante il futuro della Masseria di Vigino. Ma ora è su tutt’altro banco… quello del Consiglio di Stato. Il documento, intitolato “Masseria di Vigino quo vadis?”, è stato inviato all’attenzione del Governo ticinese come richiamo tecnico/politico alle responsabilità di tutela del bene culturale di proprietà cantonale.
La raccomandata, firmata per il Municipio dal sindaco Alessia Ponti e dal segretario Lorenzo Fontana, ha l’intento di riprendere l’argomento – ampiamente noto – sulla condizione in cui si trova la Masseria di Vigino (di proprietà del Cantone dal 1996); stato “manifestamente indecoroso e di conseguenza indubitabilmente lesivo già dell’esigenza di rispettare il principio della protezione dei beni culturali secondo il quale per il “medesimo si intendono tutte le misure volte a proteggere e preservare beni culturali mobili e immobili anche da danni o distruzione (cit. Ufficio federale della cultura)”.
Il documento contiene la descrizione del fondo, la pianificazione e le procedure fino qui svolte. Ma va oltre perché il Municipio scrive: “a prescindere dai predetti percorsi, siamo davanti a una situazione inconfutabile: quella cioè che l’edificio si presenta in uno stato manifestatamente indecoroso (nella fotografia qui sopra) e in una situazione statica tale da far legittimamente temere la sua definitiva rovina e dunque la definitiva perdita di un patrimonio culturale”. L’Esecutivo di Castel San Pietro continua: “dagli atti e dalle informazioni in nostro possesso nemmeno ci sono state prospettate concrete misure di intervento o indicazioni anche di natura strategica riguardanti l’edificio. Dal profilo temporale siamo infatti rimasti alla vostra risposta del luglio 2021 inviata ad alcuni Consiglieri comunali”. In questa missiva il Consiglio di Stato aveva indicato la disponibilità a cedere il terreno e a concedere un contributo a favore di un’organizzazione che sviluppi un progetto di interesse pubblico, questo dopo aver premesso di essere consapevoli del valore storico e culturale della Masseria. Il Municipio mette poi in luce come questa ipotesi appare verosimilmente naufragata ed espone, nel dettaglio, le necessita di intervenire, le responsabilità formali e quelle politiche per la Masseria di Vigino e chiede al Governo ticinese di “riprendere l’argomento in modo celere, proattivo e responsabile nel rispetto delle competenze che vi sono affidate, assicurandovi nel contempo conferma in riguardo alla nostra ampia disponibilità a collaborare nei modi che saranno ritenuti da voi più opportuni e condivisi. Ammettere il contrario significherebbe infatti assumersi il rischio di abbandono in precedenza paventato e metterci nella più spiacevole condizione di dover (paradossalmente) ordinare le misure più opportune regolate dal diritto pubblico in concreto applicabile”.