Roberto Kovac si racconta

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Quella di domenica pomeriggio si è rivelata una finale di SBL Cup beffarda per La Spinelli Massagno. Sopra di 9 a due minuti dal termine, la truppa di Gubitosa ha subìto la rimonta dell’Olympic Friborgo, andando poi a perdere per 84-73 all’overtime. Il primo titolo a livello nazionale della SAM dovrà quindi attendere. Presenti sul parquet di Montreux pure due momò: uno, Francesco Veri, un giovane promettente, l’altro, Roberto Kovac (nella foto), una guardia esperta che di trofei e coppe è quasi un habitué. Proprio con il 31.enne, rientrato in Ticino dopo più di 10 anni passati tra estero e Romandia, abbiamo parlato della stagione di Massagno, del suo ritorno da questa parte delle Alpi e del suo rapporto con il Mendrisiotto e la SAV Vacallo Basket.

Fuori il dente, fuori il dolore. Cosa è successo negli ultimi due minuti e nell’overtime della finale?
Ci siamo lasciati andare, pensavamo fosse finita o almeno questo è quello che posso dire per me. Abbiamo avuto un timeout a due minuti dal termine, sei a +9 e pensi ho dato tutto, è fatta. Invece Friborgo è tornata con ancora più energia. Abbiamo commesso un paio di errori stupidi, loro hanno messo due tiri in 20/25 secondi e lì è cambiato il momentum dell’incontro. Abbiamo buttato la partita in quell’istante e nei 5 minuti di overtime non c’eravamo più con la testa, ci ha fatto veramente male perdere 9 punti in così poco tempo.

Ora testa al campionato. Qual è l’obiettivo?
Sicuramente cercare di vincere. Abbiamo dimostrato di essere competitivi. Penso che per il campionato ci sia Friborgo in testa e poi gli altri, ma noi siamo lì con loro, siamo praticamente allo stesso livello. Le altre squadre, come Neuchâtel e Ginevra, stanno facendo un po’ più fatica e spero che rimangano lì senza migliorarsi troppo. Cercheremo di fare il massimo.

Nella seconda metà di febbraio ci saranno le qualificazioni a Eurobasket con la Nazionale, come la vedi?
Dobbiamo vincere contro l’Austria nella prossima finestra. Se dovessimo riuscirci saremmo ancora dentro e sarebbe possibile.

Hai vissuto diverso tempo in Romandia, che differenze hai notato rispetto al basket ticinese?
Penso ci sia una differenza di stile. Gran parte dei giocatori ticinesi sono migliori tecnicamente e capiscono meglio il gioco, mentre quelli che vengono da Svizzera interna e Romandia sono molto più fisici e più atletici e per loro è un grande vantaggio. Il nostro invece è che riusciamo ad aprire meglio il gioco.

Cosa ti ha riportato in Ticino?
Dopo 11 anni lontano da casa e, soprattutto in questo periodo con il Covid-19 dove le nostre vite sono cambiate, volevo tornare vicino alla famiglia e agli amici. Fa sempre piacere poter incontrare i parenti una o due volte a settimana, cosa che prima non era il caso.

Tornerai mai a vestire la maglia gialloverde della SAV?
(Ride, ndr) Ogni tanto ci penso. Hanno un team in Prima Lega e potrebbero andare in NLB. Vacallo è la squadra che mi ha fatto amare questo sport. L’ambiente lì era qualcosa di incredibile, penso il migliore del basket svizzero di sempre per quel che ne so. Poter giocare ancora con quella maglia sarebbe qualcosa di speciale. È da vedere come evolveranno nei prossimi due o tre anni. Io non sono più giovanissimo, magari per finire la carriera… perché no.

Qual è il ricordo più importante della tua esperienza in gialloverde?
Penso la prima vittoria in Coppa Svizzera nel 2008, perché rammento la migrazione dei vacallesi a Friborgo per la finale. Non so quanti bus ci fossero, ma la palestra era praticamente tutta nostra. Quell’ambiente, quel tifo e anche quella squadra, quel gruppo fantastico che avevamo è qualcosa che mi è rimasto dentro.