Giada Borin, una giovane campionessa

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Sedici anni. Pratica lancio del disco da appena un anno e mezzo. È campionessa svizzera e ticinese U18. Basterebbe questo per comprendere quanto è stata brillante la stagione di Giada Borin e quanto può ancora crescere la talentuosa atleta momò.

Sette volte sopra i 40 metri nel 2021. In un’annata straordinaria, Giada Borin (nella foto) ha firmato il record personale in 42.87 m, raggiunto nel penultimo appuntamento dell’anno a Bellinzona: “È stata una gara che ho fatto per divertirmi e quindi non mi sarei mai aspettata di fare quella misura”, ha spiegato l’atleta dell’ASSPO di Riva San Vitale. Molto competitiva e perfezionista, doti molto importanti in qualsiasi sport, la 16.enne si è messa a disposizione per un’interessante chiacchierata sul suo passato sul ghiaccio, la stagione in pedana e gli obiettivi futuri.

Quando hai iniziato atletica?
Ho cominciato un po’ per caso due anni fa. Sono praticamente nata sul ghiaccio, da piccola ho fatto circa nove anni di pattinaggio e mi allenavo quasi tutti i giorni. Di punto in bianco ho deciso di smettere e mi sono dedicata al circo per tre anni, sviluppando il lato artistico. Dopo questo periodo, però, mi mancava il lato competitivo e, inoltre, essendo alta, il circo non faceva più per me perché avevo delle limitazioni. Allora ho cercato di capire, parlandone anche a casa, quale sport mi permettesse di far emergere la mia fisicità e così ho scelto l’atletica.

E il lancio del disco come è arrivato?
Inizialmente ho fatto di tutto, poi la mia allenatrice mi ha proposto di provare con i lanci. In un primo momento ero titubante perché mi ricordavo che quando da piccola provavo a lanciare i sassolini nel lago non arrivavo a più di quattro metri e anche perché sono le discipline meno seguite dell’atletica. Però ho lasciato da parte i dubbi e ho provato. Subito mi sono trovata bene e ho raggiunto buoni risultati.

Considerando ciò che hai conquistato in questi dodici mesi, possiamo considerarla una stagione impeccabile?
Sono molto perfezionista, fisso sempre degli obiettivi ambiziosi e quando riesco a raggiungerli in un primo momento sono soddisfatta, ma poi mi concentro subito sul prossimo. In questa stagione ci sono stati molti momenti soddisfacenti e altri un po’ più complicati, come l’infortunio alla caviglia a due settimane dagli Svizzeri di categoria. Ho gareggiato anche ai Campionati Svizzeri assoluti, ma non sono andati come volevo; era la prima gara importante ed ero abbastanza agitata. Riguardando però la stagione, visto che pratico questa disciplina da poco tempo, non potevo pretendere di più. Sono orgogliosa di ciò che ho raggiunto.

In stagione hai raggiunto i 42.87 metri. Quali sono le prossime misure che vuoi toccare?
Il mio grande obiettivo della scorsa stagione erano appunto i 42 m, perché era il vecchio limite per gli Europei di categoria. Oltre a riconfermare questa misura, in questa annata vorrei prima arrivare ai 45 m verso inizio stagione e sarebbe bello, anche se ambizioso, arrivare ai 50 m.

Da piccola ti saresti mai aspettata di diventare campionessa svizzera U18 nel lancio del disco?
In questa disciplina no e forse nemmeno nell’atletica. Sin da piccola ho però sempre avuto il sogno di arrivare nello sport. Quando vedevo un campione vincere volevo sempre essere al suo posto. Guardando le Olimpiadi ho sempre pensato di voler essere su quel podio e tutt’ora questo è un sogno che mi spinge ogni giorno.

Come ti trovi nell’ASSPO?
Mi trovo molto bene. In questo momento siamo un gruppo piccolo e questo ha dei lati sia positivi sia negativi. Capita che alle gare mi trovo ad andare sola con la mia allenatrice, però questo mi permette di creare dei legami con atleti di altre società ticinesi e svizzere. Inoltre, essendo in pochi, abbiamo la fortuna di essere molto seguiti dai nostri allenatori e questo aiuta sicuramente a migliorare. Mi piace cercare di fare gruppo e ambiente anche con i nuovi arrivati. Visto che sono l’unica lanciatrice, forse quello che un po’ mi manca è la sana competizione con i compagni d’allenamento.