Fine della storia: Villa Rosa a Brusino è stata rasa al suolo. In riva al lago Ceresio (lo vediamo nella foto) rimangono ora sul campo solo una gru ed alcuni materiali di quello che è stato un cantiere di ristrutturazione molto chiacchierato.
Era il 15 gennaio di quest’anno quando a Brusino appariva ormai chiaro che Villa Rosa – affacciata sul lago accanto a Villa Patria – avrebbe dovuto essere abbattuta. L’edificio risalente alla prima metà del ‘900 e di proprietà di un impresario costruttore di oltre San Gottardo – era da molto tempo imbragato da teloni e rivestito di ponteggi per una ristrutturazione che di fatto è risultata essere una trasformazione. Al suo interno si procedeva ad una sorta di demolizione e ricostruzione della villa, conservando un muro originario inserito a vista in una parte del secondo piano. Dopo i controlli, il Comune aveva imposto lo stop ai lavori e contro questa decisione il proprietario aveva ricorso al Consiglio di Stato. Senza esitazioni il Servizio ricorsi del Governo aveva confermato l’opzione delle autorità comunali e anzi, considerando la portata degli abusi edilizi, il Consiglio di Stato ne ha ordinato l’abbattimento (eravamo nel 2019). Il proprietario si è allora rivolto al Tribunale amministrativo che – con sentenza 5 agosto 2020 – ha confermato la decisione del Cantone. Il proprietario a quel punto non ha giocato la sua ultima carta, rinunciando di fatto a ricorrere al Tribunale federale. Nemmeno sembra siano state contestate le successive decisioni prese dall’Esecutivo e contro le quali poteva essere inoltrato ricorso. A distanza di poco meno di un anno dalla crescita in giudicato dell’ordine di abbattimento, la Villa rimane un ricordo.