“La Fiera salta per troppe incognite logistiche e sanitarie”

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Fiera di San Martino Mendrisio

“Non c’è paragone con altre manifestazioni che a Lugano o in diverse località del Cantone vengono organizzate in questo periodo; – dichiara Paolo Danielli, vicesindaco e capo del Dicastero sport e tempo libero a Mendrisio – la Fiera di San Martino si svolge su un territorio molto esteso e con un’alta concentrazione di popolazione. Di regola siamo sulle 10’000 affluenze al giorno per 4 giorni consecutivi. Anche noi abbiamo permesso lo svolgimento di altre manifestazioni come quella proposta dal Club del Tappo o la Festa in piscina ma in tali casi le condizioni erano diverse”.
Nulla da fare. Il Municipio di Mendrisio non fa dietro-front sulla decisione di annullare anche quest’anno la Fiera di San Martino a causa delle restrizioni da Covid. Un appuntamento con la tradizione che richiama appassionati da tutto il Cantone.
Ricordiamo che la decisione dell’Esecutivo (era il 27 settembre scorso) aveva sollevato varie reazioni di delusione (cfr. l’Informatore del 1° ottobre scorso). E qualche ora dopo, 8 consiglieri comunali del Gruppo Lega UDC avevano presentato un’interrogazione (una sintesi della risposta del Municipio nell’articolo a parte).
L’11 novembre si avvicina. A pochi giorni dal periodo in cui tradizionalmente si “intavola” la fiera del santo del mantello, andiamo a capire come è giunto il Municipio a questa scomoda decisione. Lo facciamo ponendo alcune questioni al capo del Dicastero competente, Paolo Danielli. “Quello che è emerso alla fine delle valutazioni è che non esistono varianti B o C nel senso che creare una fiera diversa sarebbe quasi peggio poiché si complicherebbe maggiormente l’aspetto della sicurezza sanitaria e si snaturerebbe la festa. L’unica soluzione interessante era quella ipotizzata anche dalle autorità cantonali ossia creare una grande bolla totalmente delimitata da recinzioni e prevedere due entrate presidiate alle quali presentare obbligatoriamente il certificato Covid: ovvero un accesso verso nord e uno affacciato a sud, oltre a qualche uscita di sicurezza. All’interno di una tale bolla sarebbero decadute le altre restrizioni”.

Non vi ha convinto questa soluzione?
Alla fine della discussione, hanno pesato i problemi logistici sia interni che esterni, nei quali avremmo potuto incorrere in riferimento al problema sanitario. Ad esempio, con le autorità di Polizia ed i rappresentanti dell’Ufficio tecnico si ipotizzava un problema di code alle entrate da sommare all’impossibilità di chiudere la strada cantonale. Va considerato che in una giornata di sole, la fiera richiama anche 10mila persone. Troppe sarebbero le incognite.

Già. È l’estatella di San Martino ed è raro che non si palesi…
Il criterio di base del Municipio è stato anche il grande impegno amministrativo che il piano avrebbe richiesto in questi mesi e l’insicurezza rispetto alle norme e la situazione pandemica in continuo divenire.

Un altro argomento può essere quello dei costi. Cosa spende il Comune per proporre la fiera in tempi sereni e quanto sarebbe costata organizzando il complesso piano di protezione di cui abbiamo parlato?
Faccio un esempio: il costo normale senza Covid, compresi i servizi prestati dalla Polizia e dalle AIM, nel 2019 è stato di 120/150 mila franchi. Con il Piano di protezione avremmo speso 70/80 mila franchi in più del solito.

Come vi comporterete se dei gruppetti inscenassero una fiera a sorpresa?
Qualcuno ci ha contattato anticipando l’intenzione di organizzare qualcosa su un terreno privato. In casi del genere, come Municipio e come Dicastero informiamo sulle disposizioni in vigore ossia su piani di protezione, limite delle 50 persone, richiesta di certificato, ecc. Semmai spetterà alla Polizia eseguire dei controlli.