Trasfusione CRS Svizzera, in qualità di società per azioni di utilità pubblica all’interno della Croce Rossa Svizzera, è un’organizzazione no-profit. Insieme ai Servizi trasfusionali regionali garantisce l’approvvigionamento di sangue nel nostro paese ed è quindi responsabile dell’acquisizione di sangue e del trattamento nonché della fornitura degli emoprodotti agli ospedali e ai medici nella loro regione. Bellinzona, Locarno e Lugano hanno delle sedi fisse – che si sommano poi alle azioni in quelle esterne; nel Mendrisiotto invece le azioni di donazione di sangue vengono effettuate attraverso appuntamenti in sedi esterne. Il direttore operativo Mauro Borri: “Nonostante ciò nel Mendrisiotto sono molte le persone che si spostano al fine di poter donare il proprio sangue volontariamente. Infatti nel distretto sono state registrate 1’362 donazioni (dato rilevato nel rendiconto 2020). Una cifra che conferma un’ottima risposta da parte della popolazione e che ci rende molto soddisfatti”. In pratica cosa succede? “Ogni quattro mesi (ogni due per la città di Mendrisio) proponiamo una data nelle diverse sedi esterne presenti nel distretto (nello specifico Castel San Pietro, Chiasso, Coldrerio, Stabio, Mendrisio, Novazzano, Riva San Vitale, Rovio e Vacallo). Ma abbiamo notato come nel Mendrisiotto le persone cambiano sede senza troppi problemi: se un donatore si reca a Mendrisio capita che poi, dopo 4 mesi, lo si ritrova a Vacallo…”. Negli ultimi anni, con la pandemia, come siete riusciti a proseguire? “Come tutti siamo stati confrontati con il Covid e organizzativamente parlando è stato più difficile. Per esempio, la sede di Mendrisio a cui facevamo riferimento era il Mercato Coperto; luogo che è stato utilizzato prima come “sede politica”, poi come sede vaccinale e quindi abbiamo dovuto sostituirlo con la sala multiuso (palestra di via Campagnola) di Genestrerio. Ma la popolazione ha ben risposto! Anche le collaborazioni con le ditte del distretto sono state più difficili. Vuoi perché alcuni dipendenti erano a casa, vuoi che altri erano in situazione di lavoro ridotto… speriamo che le cose migliorino sempre di più e di tornare presto alla “normalità”. Ma con la pandemia abbiamo cambiato qualcosa che sembra piacere ai donatori volontari…”. Di cosa parliamo? “Ora, per donare, serve un appuntamento. Prima del Covid-19 se qualcuno decideva di presentarsi in una sede poteva farlo liberamente durante gli orari di apertura della stessa. Poniamo che l’azione cominciava alle 17; non sono mancati i casi dove alle 16.30 avevamo già una decina di persone all’esterno in attesa di poter entrare a donare. Con la pandemia ciò non è più possibile. Dobbiamo garantire le misure di sicurezza e pertanto abbiamo introdotto l’appuntamento. Sembra aver un buon riscontro e verosimilmente continueremo su questa via. Anche perché ci permette di avere un flusso più regolare e quindi di poter raccogliere più sangue. E responsabilizza anche il volontario. Ricevere da parte nostra un “ti aspettiamo” rende più semplice essere sicuri che colui che ha letto il messaggio si rechi nella nostra sede per la donazione. Anche se con questo sistema il lavoro organizzativo è aumentato… Infatti abbiamo avuto bisogno di collaboratori che fanno il triage telefonico (e si accertano dello stato di salute del donatore) e fissano l’appuntamento. Stiamo ultimando un sistema di automazione per quest’ultima parte. Presto gli interessati potranno recarsi sul sito www.donatori.ch e decidere luogo e ora in cui effettuare la donazione, sempre in base anche alle aperture e alla capienza delle sedi. Sarà comunque mantenuta – per chi lo vuole – la linea telefonica e la possibilità di prendere appuntamento in questo modo”.