Chiasso, oltre il buon vicinato

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Furono così felici d’aver potuto realizzare il loro sogno, che i soci della Cooperativa di costruzione “Domus” di Chiasso decisero di pubblicare sulla stampa ticinese, il 24 febbraio 1951, un’inserzione a pagamento, citando una per una le ditte che avevano contribuito alla buona riuscita dell’opera.

Li chiamano “eroi” ancora oggi, quei 37: sono le persone che il 15 gennaio 1949 fondarono la cooperativa. L’elenco è riportato nel volume “Domus. Collettivo via Pasquale Lucchini 3/5/7” curato da Giuseppe Valli, da qualche giorno nelle librerie.
I tre palazzi sorsero giusto settant’anni fa nella zona al Pizzicone, insieme a una nuova via, che il Municipio decise di dedicare all’ingegnere che costruì il ponte diga di Melide.
Quel che più colpisce leggendo il libro, oltre ai ricordi e alla minuziosa ricostruzione storica, è la buona salute di cui godono gli edifici e la contentezza degli inquilini venuti al posto di quelli che non ci sono più: “hanno un’età dai 10 mesi ai 100 anni; apprezzano la posizione soleggiata delle case, gli ampi balconi, il bagno con la finestra, la cucina arredata, il pezzettino d’orto”. Ambiente in cui ha vissuto pure l’autore, che solo in tempi recenti ha scoperto il nome del progettista: l’arch. Augusto Jäggli (1911 – 1999), uno dei maestri dell’architettura ticinese.
Aldilà del fatto che l’obiettivo era di offrire ad impiegati delle aziende federali FFS, PTT e Dogane abitazioni semplici a pigione moderata, un posto di rilievo lo merita l’idea che ispirò Domus: “quando ci sono delle solide fondamenta, non solo di cemento, e non ci sono interessi di lucro, ancora oggi è possibile essere sul mercato, offrire abitazioni confortevoli e contemporaneamente affrontare le spese quotidiane”, scrive Jolanda Moser che ha curato l’opera con Valli.

Solidarietà e allegria
Infatti chi abita nei palazzi Domus, vive “in un’atmosfera positiva, di rispetto, solidarietà, di scambio e anche di allegria”, come ha avuto modo di verificare sul posto Monique Bosco – von Allmen, presidente della sezione della Svizzera italiana delle Cooperative d’Abitazione Svizzera.
La pochezza di rapporti che spesso segna l’abitare – e non solo nei palazzi – qui ha lasciato il posto, sin dall’inizio, a relazioni che vanno oltre quelle del buon vicinato o ai millesimi su cui si fondano i conti degli edifici in multiproprietà: “un tema fondamentale per una sana convivenza – scrive Milly, una delle decane Domus – era, ed è, l’organizzazione della pulizia, i turni della lavanderia, l’idea di suddividere la pulizia della tromba delle scale a turno, un piano annuale per i turni in lavanderia”.

Solidi muri
Modi di vivere la casa che forse un po’ sono cambiati, nel tempo, ma che i solidi muri della Domus saranno in grado di custodire per sempre; non fosse altro perché l’articolo 1 del Regolamento della casa è ben preciso: “ i locatari devono sopportarsi a vicenda e usare nei loro rapporti il massimo riguardo, evitando qualsiasi motivo che possa essere causa di litigio”.