La dedizione e l’impegno ti portano spesso a raggiungere i risultati sperati o addirittura a superarli. Questo è ciò che è capitato alla coppia formata da Sabina Rapelli e Alexis Charrier nella categoria mista dei Campionati Mondiali di swimrun organizzati da Ötillö, letteralmente da isola a isola, in Svezia a inizio settembre.
Sul difficile percorso che portava dall’isola di Sandhamn a quella di Utö per un totale di 65 km di corsa e 10 km di nuoto, la momò e il francese sono stati autori di una prova spettacolare e in 8h32’36’’ hanno guadagnato un splendida medaglia d’argento, siglando pure il quarto miglior tempo di sempre della categoria.
Tra le sei coppie favorite per un posto sul podio, i due sono partiti subito forte cercando di restare a contatto con i migliori nel primo tratto a nuoto, dove, però, la docente di ginnastica delle Scuole Medie di Mendrisio ha perso una particolare paletta da mettere sulle mani che aiuta a potenziare le bracciate in acqua. Nonostante la complicazione giunta nei primi istanti della competizione, Rapelli e Charrier non si sono persi d’animo. Fuori dal podio al quarto intertempo, dopo circa 1h30’ di gara, hanno recuperato una posizione in quello successivo e da quel momento in poi sono rimasti stabilmente al terzo posto.
La competizione è lunga e il percorso, che attraversa 24 isole, intenso e geograficamente differente rispetto a ciò che si trova in Svizzera. Il duo si è adattato ottimamente all’ambiente scandinavo, trovando molta continuità anche negli alti e bassi che contraddistinguono un periodo così lungo sotto sforzo fisico. Arrivati all’ultima isola con soli due minuti di vantaggio rispetto ai quarti, hanno scovato delle energie residue che hanno permesso loro di raggiungere la coppia davanti. Con gli svedesi Desirée Andersson e Victor Dahl primi al traguardo con oltre 17’ di vantaggio, Charrier e Rapelli sono riusciti a mantenere la brillante seconda posizione davanti a Marika Wagner e Alexander Koller, provenienti anche loro dalla nazione delle Tre Corone.
Dopo qualche giorno di riposo, abbiamo contattato Sabina Rapelli.
Siete contenti del risultato ottenuto?
Eravamo un po’ agitati perché sapevamo di poter fare una buona gara anche se ci confrontavamo con le squadre più forti. Non pensavamo però di metterci al collo l’argento, è un risultato straordinario. Inoltre abbiamo migliorato di oltre 50’ il tempo che abbiamo fatto due anni fa sullo stesso percorso.
È complicato adattarsi a un terreno che non è quello a cui si è abituati?
In giugno eravamo già andati in Svezia a provare le diverse superfici e ci eravamo classificati in terza posizione. I percorsi sono molto tecnici, ma nonostante non fossimo del posto siamo riusciti a correre in modo ottimale. Solitamente è molto difficile, poche squadre che provengono dall’estere riescono a fare dei tempi ideali.
Avete incontrato delle difficolta durante le otto ore di gara?
Quando si partecipa a delle competizioni così lunghe è normale imbattersi in alti e bassi, ma siamo una squadra ben assortita e riusciamo a sostenerci l’un l’altro nei momenti più difficili.