Sono passati 23 anni da quando, nel luglio 2008, venne inoltrata la domanda di costruzione per 6 palazzine alte fino a 12 metri nella parte superiore del parco di Villa Argentina, a Mendrisio, sul mappale 3043, di 18’280 metri quadrati. Ma la popolazione non ne aveva voluto sapere: l’anno dopo, con migliaia di firme, chiese alle autorità comunali di proteggere quel fondo con un vincolo pubblico, avviando un esproprio; così da legare il fondo privato alle vaste proprietà pubbliche che vedono al centro Villa Argentina, oggi sede della direzione dell’Accademia d’architettura.
Ora la procedura si è conclusa e il Municipio ha inoltrato al Consiglio comunale la richiesta di credito per l’acquisto del mappale: 8 milioni e 50 mila franchi, tutto compreso, esproprio formale, tasse, costi; cifra analoga a quella scaturita dalla perizia fatta eseguire dal Comune e inserita a suo tempo nella pianificazione finanziaria della città.
I proprietari ne avevano chiesti 10, di milioni. Ma il Tribunale delle espropriazioni, nella sentenza del 23 giugno scorso ha stabilito che il valore di quel fondo a titolo di espropriazione materiale è di 6’992’000 franchi, cui si aggiungono le spese di procedura sostenute dai privati e gli interessi loro dovuti, per un totale di 7’584’430 franchi.
Il Municipio ha voluto tuttavia diventare proprietario del fondo immediatamente, acquistandolo, non limitandosi dunque al pagamento di indennizzi, come si fa quando di solito si toglie l’edificabilità a un fondo. Ha così chiesto e ottenuto dal Tribunale di passare dall’espropriazione materiale a quella formale, corrispondendo ai privati il valore edilizio pieno, con l’aggiunta del valore del terreno privo di indici, valutato in 20 franchi al mq, cioè 365 mila fr.
Le firme e la mozione
Una volta passato l’esame in commissione e quello del Consiglio comunale, l’Ufficio tecnico inizierà a progettare la formazione di nuovi percorsi pedonali, nuovi arredi, la piantagione di alberi. Questi nuovi investimenti, uniti al mantenimento del parco attuale, portano a una somma di 2,5 mio di fr, da assegnare tra il 2023 e il 2025.
“Ci stiamo avviando davvero verso il concetto di “città” – ha piegato il sindaco Samuele Cavadini presentando, martedì, il messaggio del Municipio. “Per una città il parco pubblico assume un grande significato”, ha aggiunto, precisando che l’acquisto qualifica una zona chiamata a dispensare numerosi servizi, quelli universitari, le case degli anziani della Fondazione Torriani, la scuola comunale, l’ospedale con il suo ampliamento ormai concluso, che darà vita a una nuova piazza antistante l’OBV, aperta sua Via Turconi, anch’essa da qualificare.
Con Cavadini, per sottolineare l’importanza dell’investimento, erano presenti in sala i colleghi di Municipio Massimo Cerutti, Françoise Gehring, Paolo Danielli, il segretario comunale Massimo Demenga, il direttore Michele Raggi e Massimo Carmellini dell’UTC. Francesca Luisoni, vice sindaco, ha parlato di un utilizzo del parco “mai così elevato come quest’anno”. Ne è più che giustificato l’ampliamento.
L’idea di bloccare l’edificazione, una volta issate le modine nel 2008, era scaturita dal Comitato Parco di Villa Argentina che aveva raccolto 2’870 adesioni. Poco dopo ecco la mozione “Ricostruiamo il parco”, approvata dal CC nel 2011. Poi l’avvio della procedura per assicurare al bene pubblico quel prezioso terreno; primo capitolo, la variante di PR; secondo, la trattativa con i proprietari davanti ai giudici.
I giudici del Tribunale: “il PR del quartiere Mendrisio è sovradimensionato”
“Sulla base dei risultati dello studio in corso, metteremo a punto una strategia ad hoc per una riduzione della zona edificabile”. Così la vicensidaca Francesca Luisoni commentando il passaggio del giudizio espresso dal Tribunale delle espropriazioni. Nella loro sentenza riguardo al prezzo dei 18 mila metri quadrati in alto al Parco, i giudici hanno scritto infatti che “il PR del quartiere di Mendrisio è sovradimensionato. E come tale – si legge nel messaggio – non è conforme alla LF sulla pianificazione del territorio”. La sentenza verrà presto consegnata ai commissari e se ne potrà sapere di più anche riguardo a questo aspetto. La quantità di fondi edificabili è troppa rispetto alla crescita della popolazione prevista nei prossimi 15 anni, ha precisato Luisoni.
Ma su una parte del fondo (SUL di 3 mila mq), l’Università della Svizzera italiana potrà estendere, se necessario, il campus attuale, in virtù del fatto che quella zona è iscritta come EAP. Sembra che non ne abbia per ora intenzione, visto che l’istituto si sta concentrando su un progetto a valle dell’attuale vecchio ospedale. Ma l’idea circolata a suo tempo di vietare il calcestruzzo nell’intero parco non trova più riscontro. La variante votata dal CC nell’ambito del Piano particolareggiato di Villa Argentina è infatti cresciuta in giudicato e il comparto A2 è appunto dedicato all’USI.