E’ in chiaroscuro il bilancio della qualità dell’aria 2020, pubblicato dal Cantone, di cui l’Informatore ha brevemente riferito nella scorsa edizione. Nel Mendrisiotto le misurazioni sono svolte negli appositi impianti situati a Mendrisio e Chiasso. Il diossido d’azoto (NO2) è la sostanza che più preoccupa. Come l’ozono (O3) e le polveri fini (PM10) non ha rispettato tutti i limiti stabiliti dalla relativa ordinanza federale, pur mantenendo il trend positivo degli ultimi anni.
Ridurre il numero dei KM
La riduzione di questo inquinante primario tossico e precursore delle altre due sostanze “rimane il perno del risanamento della qualità dell’aria e deve indurre a perseguire gli sforzi volti a riportare le sue immissioni sotto la soglia di legge”. Come? Riducendo i km percorsi in auto o con i camion e sviluppando le tecnologie pulite. Le emissioni di NO2, legate strettamente al traffico stradale nella misura del 70%, danno medie che per il terzo anno consecutivo rispettano il limite federale, di 30 microgrammi per metro cubo (eccezione: Camignolo, per via dell’A2 a ridosso). In calo anche il CO2. Le misure rilevate presso le stazioni di Chiasso e del capoluogo, quest’ultima situata nelle vicinanze dell’asse autostradale, “corrispondono pressappoco a quelle misurate a Brione sopra Minusio all’inizio degli anni Novanta – si legge nel rapporto – a dimostrazione dell’entità della riduzione delle concentrazioni sul lungo termine; e di come questo miglioramento sia da attribuire all’effettiva riduzione a livello locale delle emissioni del traffico motorizzato, del settore industriale e degli impianti di riscaldamento alimentati con combustibili fossili”.
Meno gas ma più auto
Certamente il progresso tecnico in favore dell’ambiente sviluppato dai fabbricanti ha favorito questa evoluzione; ma la qualità dell’aria sarebbe migliorata ulteriormente se non fossero aumentati i veicoli in circolazione e quindi il volume dei gas di scarico: “la rapida diminuzione delle concentrazioni di NO2 durante gli anni Novanta, raggiunta grazie soprattutto all’introduzione del catalizzatore, ha subìto un rallentamento a partire dai primi anni Duemila: l’aumento delle percorrenze chilometriche da una parte e, dall’altra, quello delle vetture diesel in circolazione, hanno in parte annullato il beneficio conseguito col miglioramento tecnologico dei veicoli”. Negli ultimi anni, però, la situazione sta migliorando, anche grazie a norme più stringenti imposte dai governi ai costruttori; per esempio “le emissioni di benzene sono fortemente diminuite negli ultimi anni, soprattutto grazie alla riduzione del contenuto ammissibile di benzene nei carburanti e nel recupero dei vapori nelle stazioni di servizio e nei depositi di carburante”. Ma, anche su questo punto, gli sforzi fatti non bastano ancora: “gli attuali livelli di questo composto chimico rimangono troppo elevati e rappresentano per la popolazione un rischio di cancro superiore al livello considerato tollerabile dalla Commissione federale d’igiene dell’aria. Le emissioni derivanti dai processi di combustione e dall’evaporazione di combustibili e carburanti devono quindi essere ulteriormente ridotte”.
Polveri fini non conformi
Per quanto riguarda le polveri fini, sia le PM 10 sia quelle di diametro inferiore (PM 2,5, nello schema in alto alla pagina) contrariamente alle medie annue perlopiù conformi al limite, si nota che la situazione in buona parte del Sottoceneri continua a essere non conforme: per quanto riguarda Chiasso ci sono stati 24 giorni di superamento delle PM 10, 23 a Mendrisio, “a testimonianza di come questa parte del Ticino sia la regione maggiormente interessata dall’inquinamento da polveri fini. Qui la maggiore quantità di sostanze emesse o risollevate nell’aria, così come la vicinanza alla Pianura Padana e in modo particolare la meteo (frequenza delle inversioni termiche) giocano un ruolo determinante per il maggior carico ambientale di questa regione”.
A titolo di paragone, ad Airolo il numero dei superamenti dei limiti delle polveri fini è 0.