La Città è solidale sul fronte dell’acqua

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Le rappresentanti delle associazioni umanitarie ricevono il contributo a Palazzo comunale.

p.z.) Circa 2 milioni di metri cubi all’anno è la quantità di acqua consumata dalla Città di Mendrisio dal 2013, anno in cui è stata portata a termine l’ultima fase dell’aggregazione. La sensibilizzazione maturata in generale dalla gente a contenere i consumi ed evitare gli sprechi dell’“oro blu” nonché la tecnica moderna scongiurano nuovi aumenti di consumo in questo campo. “Grazie alla sostituzione di vecchie lavatrici e lavastoviglie con apparecchi più performanti e moderni, possiamo dire che la tendenza dei consumi d’acqua non è all’aumento” annota Gabriele Gianolli, direttore delle AIM (Aziende Industriali Mendrisio). “A dimostrarlo sono i dati aggiornati della società mantello di tutti gli enti che gestiscono acquedotti e fonti idriche. Il pro-capite di consumo risulta abbastanza stabile, si può addirittura notare che tende a stabilizzarsi verso il basso” precisa Gianolli annunciando, insieme al capodicastero AIM Massimo Cerutti, su quali progetti è caduta quest’anno la scelta della Città di offrire il contributo “Centesimo di solidarietà per l’acqua”. Di cosa si tratta? Dal 2006 il Municipio di Mendrisio assegna ad associazioni attive nel campo della messa a disposizione di acqua potabile alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo un centesimo per metro cubo di acqua consumato durante l’anno dalla propria cittadinanza, fino ad un importo massimo di 20 mila franchi. “L’acqua è un diritto di base per tutti gli esseri umani e l’accesso alla stessa deve essere un obiettivo centrale economico e sociale” ha sottolineato Massimo Cerutti citando poi Nelson Mandela nella sua celebre frase “L’acqua è democrazia”. Quest’anno, su proposta del municipale, l’Esecutivo ha deciso di assegnare il “centesimo per l’acqua” a due enti della regione attivi in Togo ed in Tanzania: sono l’Associazione Monondou Togo di Balerna e la “Kammea” di Riva San Vitale.

La scelta da parte del Comune e di AIM delle associazioni cui attribuire il contributo viene fatta ogni anno su una rosa di richieste spontanee. Fondamentale è il criterio secondo il quale i progetti sottoposti devono essere portatori di acqua quale prima necessità. Si concede priorità ad enti di Mendrisio, in seconda battuta della regione, poi del Ticino o della Svizzera. Per il 2020 hanno beneficiato – come detto – Monindou Togo di Balerna e Kammea di Riva San Vitale. “Con Minondou – ha spiegato Franca Realini – andiamo a sostenere un progetto nella regione dei Plateaux in Togo (progetto “igiene e salute con Minondou”). L’obiettivo è migliorare le condizioni di vita delle popolazioni più povere ed emarginate del Togo attraverso la creazione di servizi igienici per tre villaggi situati a 120 km da Lomé (la capitale). Latrine che permettano di mantenere l’acqua proveniente dal pozzo profondo esistente adatta al consumo ed evitare la propagazione di malattie. I lavori inizieranno a fine luglio. Pensiamo ad un doppio scopo dell’opera: le feci verranno fatte riposare per poi usarle come fertilizzanti”.
“Il contributo che riceviamo noi da Mendrisio – anticipano Nadia Ferrari ed Elvezio Pagani di Kammea – servirà a sostenere un progetto a Makiungu in Tanzania. Scaveremo un pozzo artesiano per l’ospedale di Makiungu che fu creato nel 1954: al momento il nosocomio si serve di tre pozzi ma che sono di acqua salata. Occorrerà scavare ad una profondità di 100/120 metri per garantire un impianto di estrazione dell’acqua dolce con le pompe”. Il Dicastero AIM punta anche a sensibilizzare la cittadinanza sul ruolo fondamentale dell’acqua nella vita quotidiana. La Svizzera e le sue Alpi ne sono un’incredibile fonte e riserva; altrove la carenza crea povertà e morte. Questi progetti sono utili a garantire l’“oro blu” dove ve ne è necessità assoluta.
Per ulteriori informazioni sulle due associazioni si veda: www.minondou-togo.ch e www.kammea.ch