“Così noi medici abbiamo evitato una strage”

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(red) “La nostra è stata una mossa fondamentale per evitare la strage di oltre 150 medici di famiglia deceduti per avere contratto la malattia senza le dovute protezioni, nella vicina Lombardia”: Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici del Canton Ticino, sull’ultimo numero della rivista dell’OMCT Tribuna Medica, nell’editoriale intitolato “Si scrive 2020, si pronuncia Covid” ritorna ai mesi bui dello scorso anno; svelando che già in febbraio l’OMCT “ha attrezzato in tempo record un doppio servizio di Guardia Medica sull’intero territorio, affinché di giorno e di notte non si lasciassero per un solo momento i pazienti privi di un punto di riferimento”.
Ma la “mossa fondamentale” per fare in modo che il medico avesse le forze “per curare i suoi simili” è stata quella di “procurarci in tempo record, in un momento in cui non se ne trovavano da nessuna parte, e distribuire a tutti i dottori di famiglia una dotazione sufficiente di mascherine e materiale di protezione”. Grazie a questa prontezza “abbiamo evitato un’ecatombe, anche se non abbiamo potuto evitare la perdita sul campo di due colleghi”.
Il Dr. Denti riflette sulle responsabilità che si sono assunti i medici del territorio, “che tradizionalmente hanno il primo e più stretto contatto con il paziente”. I dottori hanno rassicurato, impartito istruzioni terapeutiche, “nelle ore più strane del giorno e della notte”, effettuato il triage, cercando di capire quali erano i casi gravi e si sono integrati nel sistema sanitario cantonale; “con grinta, tenacia e capacità, che hanno dell’incredibile, siamo stati in grado di attuare rinunce, chiusure, disposizioni che in tempi normali avremmo considerato fuori di testa”.
Intanto lunedì 12 luglio l’autorità cantonale ha comunicato che circa il 22,3% della popolazione ticinese è entrato in contatto con il coronavirus. È quanto emerge dallo studio di sieroprevalenza su 1000 persone realizzato dal Cantone.
Un anno fa – ha ricordato la RSI – era stato reso noto il risultato del primo dei quattro prelievi dei quali si compone il monitoraggio; era emerso che un ticinese su 10 era entrato in contatto con il virus. All’inizio della seconda ondata la percentuale era salita al 14% per attestarsi oggi poco sopra il 20%. Lo studio ha pure appurato che nella maggior parte dei contagiati erano presenti anticorpi dopo un anno.
Tornando all’attualità, la variante Delta del virus provoca contagi in molti paesi; in alcuni casi il contagio è avvenuto nonostate la vaccinazione. In Ticino i contagi sono aumentati e ci sono stati di nuovo ricoveri nelle cure intense.